Seminari


2023


UPLIVING LAMPEDUSA _ prof. Nicola Flora
SECONDO SEMESTRE_ (6 INCONTRI) NOVEMBRE/DICEMBRE 2023
Temi del seminario: il seminario intende proporre al centro del proprio interesse le attività di progettazione finalizzata all’autocostruzione che negli ultimi anni ha permesso, a giovani gruppi di progettisti, di sperimentare in maniera diretta, rapida e “politicamente accorta”, la costruzione quale atto sapiente, nello scambio spesso fruttuoso con altri colleghi autocostruttori. Le dinamiche che tali azioni hanno mostrato di saper mettere in campo sono spesso incentrate sulle relazioni con piccole e medie comunità, sulle necessità dei progettisti di saper condividere in breve tempo temi, approcci, soluzioni, e quindi mettersi rapidamente in discussione al fine di ottenere un progetto (e quindi degli oggetti) efficaci in quanto non autoreferenziali ma centrati sulle necessità concrete che chiedono, in sintesi, efficacia di pensiero e rapidità di scelta ed esecuzione. Come ha recentemente detto un maestro come Renzo Piano «un buon progetto realizzato è sempre meglio di un buon progetto». Nel seminario di questa annualità, che sul piano della strategia si inserisce sulla scia dei seminari degli ultimi due anni, il valore aggiunto è dato dal portato simbolico e politico che i materiali di base che si propone di utilizzare denunciano: la partenza sarà costituita infatti dal riutilizzo di materiali derivanti dallo smontaggio di alcune “barche della speranza” utilizzate dai migranti per sbarcare a Lampedusa, e che il Ministero degli Interni ha concesso in uso al carcere di Opera (Milano) per costruire (con alcuni detenuti ergastolani appositamente educati) una serie di strumenti musicali. Fondazione san Gennaro ha attivato una partnership con chi gestisce tale azione ricevendo in uso alcune di queste barche, e data la nostra lunga interazione con questa istituzione del terzo settore napoletano, noi ne proponiamo l’uso per questo seminario. L’alto valore simbolico che queste materie hanno, chiede un “UPliving” di alto impatto significativo: si immagina quindi di condividere con Fondazione san Gennaro e altre cooperative sociali del rione Sanità di Napoli le scelte strategiche le quali orienteranno i micro-progetti dei dottorandi (verosimilmente strutture informativo sulla questione dei migranti, teche espositive per materiali legati alle attività delle diverse cooperative, piccole strutture si accoglienza come sedute, espositori per i diversi luoghi info-point de La Paranza, delle Forti Guerriere e di Fondazione san Gennaro).
HABITAT FLESSIBILE A DENSITÀ VARIABILE. Seminario/workshop tra Roma e Parigi _ proff. Domizia Mandolesi e Massimo Zammerini
SECONDO SEMESTRE_ 15 OTTOBRE / 15 NOVEMBRE 2023
Il seminario, organizzato nell’ambito di un accordo tra il Dottorato di ricerca in Architettura. Teorie e Progetto e l’Ecole Nationale Supérieure d'Architecture de Paris-Belleville, propone un’esperienza progettuale in un’area della periferia di Parigi come verifica di alcune riflessioni sui temi dell’abitazione, della densità insediativa e della sostenibilità ambientale.
LE FORME DELLO SPIRITO. UN LUOGO PER LA PREGHIERA, LO STUDIO E L’INCONTRO INTERCULTURALE - prof. Guendalina Salimei
SECONDO SEMESTRE_ (4 INCONTRI dal 10 al 31 OTTOBRE)
Il fenomeno della diversità religiosa oggi assume i connotati di un’emergenza sociale e culturale alla quale le metropoli contemporanee - e soprattutto le loro periferie - stanno tentando di trovare soluzioni architettoniche e urbanistiche che superino il concetto di cluster monoculturale. Il continuo sovrapporsi di flussi migratori determina la compresenza di numerose etnie che non hanno luoghi specifici per la pratica (e lo studio) della propria religione, comportando la loro costituzione spontanea in spazi domestici e impropri da riadattare alle nuove esigenze. I grandi edifici e privati a uso pubblico (come le università, le grandi aziende e società, i centri commerciali, gli ospedali, gli aeroporti - tranne le carceri) delle metropoli maggiormente caratterizzate dalla compresenza plurietnica hanno trovato una soluzione nella costituzione di luoghi spirituali multifede - all’interno dei quali è necessario tracciare una differenza sostanziale tra le stanze a vocazione interreligiosa che possono contenere al loro interno oggetti o indicazioni appartenenti alle religioni maggiori e le cosiddette stanze del silenzio, caratterizzate tendenzialmente da una spoliazione decorativa che coincide con un concetto astratto di spiritualità universale. Queste ultime stanno diventando una realtà diffusa ma, proprio in ragione della loro indeterminatezza, non hanno ancora sviluppato una propria identità. Tra le prime stanze del silenzio si può nominare la Meditation Room del quartier generale dell’ONU a New York del 1948-1957, mentre la più famosa è la Rotko Chapel del 1971 progettata da Philip Johnson e allestita dall’artista che ne ha dato il nome: entrambe parlano agli archetipi collettivi agendo sui comuni dogmi della fede (come univocità e assolutezza della divinità, imperscrutabilità, dominio dei cicli vitali, solidità dell’eterno) usando i linguaggi dell’arte, della luce, dei materiali, della stereometria delle forme. La finalità del seminario è quella di introdurre gli studenti alla tipologia della stanza del silenzio attraverso lo studio della teoria e dei riferimenti più significativi che sono stati realizzati nella contemporaneità. Contestualmente, sarà loro presentata anche la realtà complessa dell’edificio carcere, nei suoi aspetti sociali e architettonici, una megastruttura che funziona come un cluster multietnico caratterizzato da una forte conflittualità sociale. Per tradizione dotati di una chiesa, le carceri italiane soffrono l’assenza di luoghi per il culto e lo studio sacro in cui i detenuti - a maggioranza di fede musulmana - possano incontrarsi (con le debite cautele) per la preghiera collettiva o raccogliersi nell’intimità della preghiera individuale.
L’ARCHITETTURA IN DANIMARCA: FORME E SPAZI VIVIBILI _ proff. Rosalba Belibani e Antonella Romano
SECONDO SEMESTRE_ SETTEMBRE/OTTOBRE (4 INCONTRI)
Il seminario - incluso in un ciclo sull’architettura dei paesi Nordici - intende studiare la produzione dell’architettura contemporanea in Danimarca per comprendere le peculiarità dei temi progettuali che attraversano i passaggi generazionali e indagarne attualità e fecondità.
TARANTO DA RIPENSARE. ABITARE IN ECODISTRICT AI PIEDI DI UN PONTE _ prof. Paola Veronica Dell'Aira
SECONDO SEMESTRE_ DAL 18 AL 25 SETTEMBRE 2023 e periodo ad Ottobre
Grazie al progetto dI un Ponte Pedonale (il Q45), condiviso con l’ideatore, Gruppo Foresta, vengo coinvolta dalla Municipalità di Taranto in una Serie di iniziative culturali sul futuro della città, per ritracciarne il volto, con interventi puntuali, ma esemplari, che la rilancino sullo scenario delle città virtuose in Agenda 2030: una nuova ‘Taranto bene comune’ che si lasci alle spalle il triste disastro ecologico cui lega il suo nome. Il Comune si dà il compito di una diffusa opera di Rigenerazione Urbana, di qui al 2026, anno nel quale è stata eletta a ospitare i Giochi del Mediterraneo 2026. L’immaginato Ponte Pedonale congiunge i due seni del Mare Piccolo, tra le due Punte Penne e Pizzone, viaggiando in sospensione, appeso alla possente struttura in c.a. del viadotto autostradale esistente (1977) già Ponte delle 3P (PuntaPennePizzone) re-intitolato ad Aldo Moro, suo primo ideatore, e che fu poi tragicamente assassinato l’anno seguente. Il Ponte pedonale Q45 attraversa uno ‘stretto azzurro’ di due chilometri) viaggiando a 45 metri di quota sul pelo dell’acqua, godendo di splendide viste, su uno scenario di parchi, monumenti e mare di commovente bellezza con la sicurezza, libertà, e felicità di essere noi, i pedoni, i ciclisti, gli skaters, le carrozzine, i padroni della scena. La sequenza di iniziative, ALDO MORO: IL PENSIERO DEL PONTE nel Mediterraneo riflessioni a mezzogiorno, si protrarrà sino a Dicembre 2023, promuovendo, Incontri-Confronti con studiosi, docenti, progettisti, amministratori e associazioni cittadine. Saranno 12 pomeriggi di Studio, con Lecturers, Mostre, Presentazioni, dibattiti, partecipabili in presenza o AD. Filo rosso: visioni, problemi, prospettive per la città futura. Taranto si riposiziona al centro del Mediterraneo valorizzando il suo patrimonio costruito e vissuto, e riflette sul concept del ponte, che secolarmente ne segna i passaggi, quelli interni al suo stesso tessuto urbano, fatto di intervalli continui tra terra e mare. Ascolti, Speach, Proposte rivolti al concept di ‘ponte’ come proiezione al futuro. Perché un ponte non è una infrastruttura, se non prima il simbolo di un braccio teso tra le terre e le genti.
DIGITAL STAGE – Architettura Spazio Corpo _ prof. Renato Bocchi
SECONDO SEMESTRE_ SETTEMBRE (DALL'11 AL 17 o in due tranche nelle settimane dell'11 e del 18 (7 INCONTRI in tutto)
L’obiettivo del seminario è di fornire – mediante la comparazione e il montaggio di concetti e strategie progettuali delle arti visive e performative e dell’architettura contemporanee – un apparato teorico-metodologico utile ad esplorare in corpore vivo il tema dei rapporti fra corpo e spazio, nell’ambito di esperienze di installazione artistica, arte ambientale, digital exhibit e digital stage, oppure di progetto ed allestimento dello spazio architettonico d’interni. In questa prospettiva di studio risulta cruciale l’apporto di tutti quegli artisti moderni e contemporanei che hanno assunto la dimensione corporea come riferimento e misura dello spazio architettonico e come strumento performativo per tale percezione. Si analizzeranno in particolare gli apporti in tal senso di alcune ricerche dell’arte contemporanea in funzione immersiva e performativa, comparate con l’attenzione alla dimensione spaziale e corporea di esperienze sviluppate da alcuni architetti contemporanei nel campo della scenografia e dell’interior design.
QUALI PAROLE CI SERVONO. UN GLOSSARIO PER L’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA _ prof. Maria Clara Ghia
PRIMO SEMESTRE_ 27 GIUGNO; 4,11 LUGLIO; 8,15 SETTEMBRE
Il seminario propone una riflessione teorico/critica intorno alla necessità della formulazione di un glossario per l’architettura contemporanea. Obiettivo degli incontri è tornare a insistere sulla centralità delle teorie dell’architettura (inevitabilmente plurali e transdisciplinari) nel momento attuale, per affrontare gli eventi trasformativi che hanno avuto luogo nell'ultimo quarto di secolo: gli effetti della crisi ambientale, le migrazioni di massa, la pandemia, la polarizzazione politica, la crescente disparità di reddito e così via. Eppure il linguaggio sembra mancarci: da una parte partecipiamo all’abuso di slogan il cui significato si fa ancora più confuso a causa della velocità e superficialità con cui oggi i messaggi vengono consumati, dall’altra assistiamo all’oblio di alcune parole essenziali per descrivere i fenomeni architettonici, necessarie per re-immaginarli e re-indirizzarli verso traiettorie in grado di corrispondere alle sfide cruciali nella contemporaneità. E se manca il linguaggio, viene meno l’esercizio del pensare e di conseguenza del dare forma. Quali parole trascuriamo per descrivere i fenomeni in atto nel panorama architettonico, quali parole ci ingannano o creano fraintendimenti rispetto agli obiettivi che dobbiamo prefiggerci, quali parole ci servono per ritrovare un senso nel fare progettuale?
LO SPAZIO DI UN ISTANTE. Ricerca spaziale nell’architettura degli allestimenti italiani _ prof. Filippo Lambertucci
PRIMO/SECONDO SEMESTRE_ (3 INCONTRI TRA GIUGNO E LUGLIO + 3 INCONTRI TRA SETTEMBRE E OTTOBRE)
Il seminario vuole esplorare, attraverso lo studio delle fonti primarie e la ricostruzione grafica, il patrimonio di una ricerca spaziale che l’architettura italiana ha compiuto, raggiungendo livelli di riconosciuta eccellenza, in un contesto sperimentale favorito dalla temporaneità delle realizzazioni e dal cono d’ombra dell’attenzione critica, incline a una classificazione più marginale degli allestimenti rispetto a un presunto asse maggiore della pratica architettonica. I casi studio si riferiscono ad architetture destinate per vocazione all’esperienza e per natura a scomparire, che perciò sono state tramandate in modo incompleto per la via indiretta di documentazione spesso avara, ripetitiva e talvolta fuorviante, restando per di più impossibile la verifica attraverso la visita. Si tratta infatti di allestimenti e padiglioni per manifestazioni e fiere che, a dispetto delle dimensioni fisiche contenute, o delle limitazioni temporali obbligate, puntano a ragionare intorno a concetti spaziali e a verificarli attraverso l’esperienza del visitatore. L’indagine si applicherà ad uno spettro che comprende esempi molto conosciuti ma tuttavia noti attraverso documentazione parziale, opere meno note di autori noti più nel campo dell’architettura “maggiore”, opere di autori meno noti ma non indifferenti per la ricostruzione di un terreno di sperimentazione ritenuto più libero e meno compromettente, ma che restituisce il quadro di traiettorie dell’architettura italiana di grande vigore e originalità, rimaste per lo più potenziali rispetto ai successivi ed effettivi sviluppi.
NATURA E INFRASTRUTTURA IN CITTÀ. il caso studio della Petite Ceinture di Parigi _ proff. Nicoletta Trasi e Renzo Lecardane
PRIMO SEMESTRE_ 15 E 16 MAGGIO; DAL 25 AL 28 MAGGIO E 6 GIUGNO 2023
Il tema del costruito, e in particolar modo del consumo di suolo, rappresenta una delle questioni principali del dibattito sull’equilibrio degli ecosistemi, sulla biodiversità e sulla qualità della vita. L’intervento sull’esistente pone l’accento sulla necessità di ripensare i territori e le nostre città in una prospettiva che non tenga conto solo dei singoli obiettivi quanto dell’impatto su tutte le risorse. Di fronte alla crisi della società della crescita, sobrietà e frugalità sono le parole chiave di un altro modo di trasformare il costruito con una responsabilità rinnovata nei confronti dell’urgenza ecologica e climatica, in un’economia della misura e del rispetto della biodiversità (P. Madec, 2021). Il Seminario intende focalizzare l’attenzione sull’urgenza di cambiare passo per accelerare il cambiamento culturale verso i temi della transizione ecologica e la biodiversità in ambito urbano, soffermandosi sul caso di studio della Petite Ceinture a Parigi, infrastruttura ferroviaria abbandonata che circonda anularmente la città di Parigi. Questo caso studio offrirà ai dottorandi la possibilità concreta di riflettere sul suo riutilizzo in chiave ecologica, sia alla scala micro dell’intervento puntuale che alla scala macro dell’insieme. Il breve viaggio a Parigi servirà a vedere da vicino questi luoghi e ad incontrare alcuni architetti e urbanisti coinvolti in questo progetto urbano di rigenerazione. Ai dottorandi sarà richiesto la scrittura di un testo critico e l’elaborazione di una tavola Manifesto- metaprogettuale che mettano in evidenza le criticità e le potenzialità delle interazioni della Petite Ceinture con l’ambiente naturale e costruito della metropoli.
RIPENSARE I MUSEI UNIVERSITARI DI SAPIENZA. COMUNICARE UN SAPERE IN DIVENIRE _ proff. Andrea Grimaldi e Paola Guarini
PRIMO SEMESTRE_ 3,10,17,18,19 MAGGIO; 7 e 21 GIUGNO
Nel vasto campo della museografia contemporanea, il tema dei musei universitari è argomento di grande interesse perché in esso si palesa, potremmo dire per statuto, l’idea del museo come luogo della restituzione di un sapere in divenire, frutto degli esiti delle ricerche universitarie che in quegli spazi dovrebbero trovare il modo di essere raccontati, in primis agli studenti, ma non solo a loro. Un museo dunque in cui alla definizione di luogo della conservazione e conoscenza delle esperienze e documentazioni passate, si associa l’idea della comunicazione e divulgazione delle attività della ricerca. Un museo dove una parte dell’allestimento si dovrebbe o potrebbe modificare con grande velocità per restituire, in presa quasi diretta, il frutto delle nuove scoperte. I musei universitari sono anche luoghi di studio e formazione, conformandosi come spazi ibridi in cui l’articolazione interna cerca, con alterne fortune, di rispondere alle diverse esigenze funzionali. Appaiono insomma concettualmente come dei musei di estremo interesse perché questa loro poliedrica condizione d’uso e di funzione ce li presenta quali ideali casi di sperimentazione e ricerca di nuove idee e visioni per il museo contemporaneo, chiamato sempre più ad assumere un ruolo importante di rappresentanza identitaria per le nostre società, anch’esse in continua evoluzione. Ma al di là di questa lettura concettuale, qual è la realtà dei musei universitari italiani? La Sapienza da diversi anni ha dato luogo al coordinamento dei suoi 20 musei, ciascuno con una propria specificità e identità culturale, creando il Polo Museale Sapienza che ne coordina le attività soprattutto nell’ambito delle comunicazioni verso l’esterno.
12

2022


SÃO PAULO BUILDS: CASE PAULISTE, LESSICO DI UN TROPICALISMO MEDITERRANEO_prof. A. Criconia_prof. G. Spirito
5 incontri nel mese di ottobre-novembre
Riprendendo un’affermazione di Vilanova Artigas “As cidades como as casas. As casas como as cidades” 1969 che sembra fare eco alla visione dell’Alberti de “la casa è una piccola città e la città è una grande casa”, il seminario intende proseguire un percorso avviato con lo studio dell’architettura di Lina Bo Bardi e, nel corso del 2022, con il convegno su Rino Levi e la mostra sulle case pauliste che ha coinvolto alcuni docenti del dottorato insieme al Centro progetti del DiAP e propone un’analisi “operativa e comparativa” di case moderne e contemporanee della scuola paulistana attraverso operazioni di ridisegno e diagrammi per costruire il lessico morfologico del tropicalismo mediterraneo.
HABITAT FLESSIBILI A DENSITÀ VARIABILE. WORKSHOP DI PROGETTAZIONE ROMA - PARIGI_ Proff. D. Mandolesi, M. Zammerini
15 ottobre - 30 novembre 2022
Il seminario di progettazione mira ad esplorare possibilità alternative di habitat flessibili a densità variabile, capaci di stabilire relazioni più equilibrate anche con le aree non urbanizzate spesso presenti all’interno e ai margini dei centri urbani. Superandone il concetto di mero parametro tecnico-quantitativo tipicamente urbanistico, la densità viene intesa come parametro qualitativo in grado di misurare l’intensità delle relazioni tra le persone e la qualità spaziale degli insediamenti, divenendo strumento di controllo del progetto di trasformazione sostenibile della città e del paesaggio. L'area di sperimentazione progettuale, situata in una zona della cintura periferica di Parigi, inserita nel quadro delle politiche di trasformazione in corso nell’ Île-de-France che si interrogano sull’impatto ambientale, sociale ed economico dell'espansione urbana, offrirà l’opportunità di densificare i cosiddetti territori di mezzo e di approfondire il tema delle interazioni tra densità del costruito, ambiente agricolo e naturale.
SITE-SPECIFIC ARCHITECTURE_ prof. R. Bocchi
settembre - ottobre
Il seminario propone di esaminare e applicare il concetto di site-specific anche al progetto e all’opera architettonica, ritenendo che abbia altrettanta efficacia interpretativa nel recuperare – in termini aggiornati e più “contemporanei” – una lunga tradizione di studi ed esperienze che hanno indagato il fondamentale ruolo assunto nel processo di ideazione e progettazione dei rapporti delle opere architettoniche con i luoghi in cui si situano.
PROGETTARE PER AUTOCOSTRUIRE_ prof. N. Flora
16 settembre: ore 11,00-13,00 lez introduttiva (Flora) e sopralluogo aree progetto (a Napoli) 23-30 settembre e 7 ottobre: (lezioni di tre gruppi di autocostruttori)     14-21-28 ottobre: lavoro al progetto con consegna esecutivo il 4 novembre)     14-15-16 novembre laboratorio di autocostruzione in sito alla Sanità a Napoli
Il seminario intende proporre una riflessione sulle attività di progettazione finalizzata all’autocostruzione che negli ultimi anni ha permesso, a giovani gruppi di progettisti, di sperimentare in maniera diretta, rapida e “politicamente accorta”, la costruzione quale atto sapiente, nello scambio spesso fruttuoso con altri colleghi autocostruttori. Le dinamiche che tali azioni hanno mostrato di saper mettere in campo sono spesso incentrate sulle relazioni con piccole e medie comunità, sulle necessità dei progettisti di saper condividere in breve tempo temi, approcci, soluzioni, e quindi mettersi rapidamente in discussione al fine di ottenere un progetto (e quindi degli oggetti) efficaci in quanto non autoreferenziali ma centrati sulle necessità concrete che chiedono, in sintesi, efficacia di pensiero e rapidità di scelta ed esecuzione. Come ha recentemente detto un maestro come Renzo Piano "un buon progetto realizzato   sempre meglio di un buon progetto".
LE FORME DELLO SPIRITO. UN LUOGO PER LA PREGHIERA, LO STUDIO E L’INCONTRO INTERCULTURALE NELLE CARCERI PUBBLICHE_ proff. G. Salimei, F. R. Castelli, A. Riciputo
settembre - novembre
La finalità del seminario è quella di introdurre gli studenti alla tipologia della stanza del silenzio attraverso lo studio della teoria e dei riferimenti più significativi che sono stati realizzati nella contemporaneità. Contestualmente, sarà loro presentata anche la realtà complessa dell’edificio carcere, nei suoi aspetti sociali e architettonici, una megastruttura che funziona come un cluster multietnico caratterizzato da una forte conflittualità sociale. Per tradizione dotati di una chiesa, le carceri italiane soffrono l’assenza di luoghi per il culto e lo studio sacro in cui i detenuti - a maggioranza di fede musulmana - possano incontrarsi (con le debite cautele) per la preghiera collettiva o raccogliersi nell’intimità della preghiera individuale.
“L’ ARCHITETTURA NORVEGESE E IL RAPPORTO CON IL PAESAGGIO” _proff. R. Belibani, A. Romano
4-10 luglio 2022
Il Seminario proposto intende introdurre il dottorando allo studio e all’analisi dell’architettura norvegese e del suo rapporto con l’ambiente attraverso un breve excursus della sua storia: dalle tradizioni costruttive e dal Romanticismo nazionale, alla svolta del modernismo poetico con l’attività di costruzione del XX secolo per la nuova nazione indipendente, al decostruttivismo, alle rivisitazioni high and eco-tech, fino ad analizzare i contributi delle nuove opere e attuali ricerche delle principali scuole di architettura del paese. Il seminario ha l’obiettivo di indagare se il modo norvegese di essere architetti, soprattutto contemporanei, sia un ambito di ricerca attraversato da temi progettuali specifici e se e come, al di là delle diverse scelte formali, le nuove architetture individuino un approccio peculiare al contesto e alla natura come ambiente, più ancora che come paesaggio.
SPECIE DI SPAZI TRA CLASSICO E MODERNO. CINQUE DUETTI_ prof. A. Giovannelli
Seconda metà giugno - prima metà luglio
Il seminario propone una riflessione teorica sulla grammatica delle forme di cinque duetti di opere di architettura scelte in base alla comparazione di concetti formali che ne configurano l’impianto e lo sviluppo spaziale, con la finalità di riconoscere il valore transitivo di principi compositivi che connotano le strutture classiche e le possibili trasformazioni nelle forme primarie della modernità.
I GENERI TRA ARCHITETTURA E LETTERATURA. ESERCIZIO DI TEORIA E CRITICA_ proff. R. Secchi, A. Bruschi
maggio e giugno
Il seminario propone ai dottorandi di associare a una loro esperienza architettonica il brano di un’opera letteraria. Per farlo, come guida ci si dovrà servire dell’attribuzione a entrambe di un genere. Applicando all’architettura la classica di-stinzione in generi della letteratura, - epica, lirica, drammatica, narrativa, didascali-ca, apodittica - questa attribuzione farà riflettere sulla applicabilità della nozione di genere all’architettura e trovare delle possibili associazioni riferendovi ad esso.
L’ARCHITETTURA “DEL CERIMONIALE” PER LA CITTÀ PLURALE. PROGETTI PER PORTA MAGGIORE_ proff. C. Padoa Schioppa, L. Porqueddu, L. Reale
venerdì 25 marzo (h.10-13) SEMINARIO APERTURA merc.-giov.-ven. 27-29 aprile (3gg) WORKSHOP giov.-ven. 19-20 maggio (2gg) WORKSHOP ven. 10 giugno (h.10-13) SEMINARIO CHIUSURA
Il seminario a carattere critico/progettuale intende approfondire il tema dell’architettura “del cerimoniale” intesa come costruzione transculturale che sincronizza lo spazio e il rito. La sfida è quella di immaginare uno spazio del passaggio, non in termini esclusivamente funzionali, come sempre più ci abitua la città contemporanea, ma in termini di esperienza fisico-percettiva che agisce anche sul piano simbolico-rituale.
“UNA CITTÀ IN FORMA DI PALAZZO”. IL PALAZZO DUCALE DI URBINO COME LABORATORIO DI PROGETTAZIONE CONTEMPORANEA_ proff. O. Carpenzano, L. Molinari, A. Grimaldi
Luglio 2022
Obiettivo del Laboratorio di Progettazione è quello di rileggere il Palazzo Ducale di Urbino e le sue potenzialità spaziali, pensando ad un di un sistema di micro-architetture che lavorino con il patrimonio esistente e, insieme, aiutino il pubblico alla lettura e comprensione dell’edificio stesso. Il Laboratorio sarà parte di una chiamata nazionale alle Scuole di Dottorato italiane, coordinata dall’Università La Sapienza, chiamate a riflettere sul Palazzo Ducale e a offrire contributi progettuali che verranno selezionati e raccolti in una mostra dedicata al monumento urbinate nell’aprile del 2023.

2021


IL PAESAGGIO DI ROMA CAPITALE. PROGETTARE I "NUOVI" SPAZI APERTI DI RELAZIONE (POST COVID) DELLA CITTÀ DELLE ISTITUZIONI_ proff. A. Bruschi, P.V. Dell'Aira
16-17-18 NOVEMBRE, 2 DICEMBRE
Premessa d’inquadramento Il seminario si inserisce nelle tematiche interne alla Ricerca d’Ateneo appena finanziata 2021: Il paesaggio di Roma Capitale. Nuovi luoghi del “collettivo” tra spazi del governo e vita urbana, che prosegue a sua volta la Ricerca d’Ateneo del precedente anno: Roma Capitale della Repubblica. Città, cittadini e istituzioni fra gestione dello Stato e progetto della metropoli e della quale è complementare. La ricerca affronta i comparti formatisi tra ‘800 e ‘900 (in relazione all’elezione a Capitale) e più recentemente per trasferimento/implementazione di organi di amministrazione/governo.
NUOVE FORME DI COMPLESSITÀ DEL PROGETTO ARCHITETTONICO E URBANO_ prof. N. Trasi
13-20-27 SETTEMBRE, 4-11-20 OTTOBRE
Il Seminario, intende focalizzare l'attenzione sulle sfide delle trasformazioni urbane contemporanee, esplorando il futuro dell’architettura attraverso la chiave della complessità. Esplorare la città e l’architettura come sistema complesso di flussi e di reti; come sistema integrato di artificio e natura; come luoghi plasmati di continuo da una pluralità di soggetti, individui, traiettorie; le città come luoghi di produzione materiale e immateriale; come luoghi in cui la specie umana ha l’occasione di invertire gli effetti disastrosi del cambiamento climatico, rigenerando gli spazi e le relazioni. E il mondo dell’architettura, in tutte le sue sfaccettature, gioca un ruolo fondamentale in questa fase di necessaria inversione di rotta. L’architetto deve stare al passo con i tempi e con le sfide urgenti da fronteggiare; deve essere dunque preparato a comprendere in maniera profonda i sistemi complessi e interconnessi in cui viviamo; deve altresì essere capace di adottare una prospettiva a lungo termine e di suggerire una serie di misure concrete che possono ispirare abitudini e attitudini per ricostituire, tra le altre cose, i nostri legami con la natura. Articolazione
CONNECTING PEOPLE FROM TWO NATIONS. URBAN RENEWAL FOR HANOI CENTRE - TUBE HOUSE, A TYPOLOGY TO PRESERVE_ proff. G. Salimei, C. Imbroglini, F. Castelli
NOVEMBRE/DICEMBRE
Il workshop si inserisce all’interno di un accordo quadro tra la Facoltà di Architettura dell’Università Sapienza e la National University of Civil Engineering of Hanoi - NUCE, con il patrocinio di diverse istituzioni, tra cui l’ITABC-CNR Science for knowledge, la Conservation and Use of Cultural Heritage, l’ ITC - Italian Trade Commissione, e la partecipazione dell’ambasciata italiana in Vietnam e della municipalità di Hanoi. Lo scopo è duplice: da un lato lo studio della tipologia, residenziale e insediativa, unica nel suo genere della “tube house” che ne permetta una profonda comprensione per ipotizzarne usi e potenzialità future; dall’altro, la definizione di strategie conservative sia dell’impianto morfologico urbano, sia dell’impalcato edilizio tradizionale di Hanoi, attraverso gli strumenti propri della progettazione.
SPAZIO INTERNO ESSENZA DELL'ARCHITETTURA. INDAGINE CRITICOPERCETTIVA SUI GRANDI SPAZI INTERNI PUBBLICI NELLE ARCHITETTURE DEL '900 A ROMA_ prof. G. Rosa
18-25 OTTOBRE, 8-15 NOVEMBRE
Il seminario ha un carattere teorico-pratico finalizzato alla considerazione e necessità fortemente progettuale dello spazio interno di ogni architettura, dall’invenzione dello spazio interno moderno alle sperimentazioni odierne. Verificare, conoscere, prima attraverso i diversi sistemi di rappresentazione e comunicazione dello spazio architettonico, a partire da quello grafico (schizzi, piante e sezioni, assonometrie, le assonometrie dal basso di Choisy, prospettive, modelli) al sistema fotografico, al filmico, utili ma non esaurienti alla conoscenza iniziale, per giungere all’imprescindibile esperienza diretta dell’architettura, nella considerazione che nessun mezzo può sostituirla.
ARCHITETTURA E CITTÀ DEI MARGINI COSTIERI_ prof. R. Cherubini
1-8-15-22-29 OTTOBRE
La proposta di Seminario si inquadra in una tradizione di studi sull’architettura e sulla città costiera proposta nell’ambito dell’offerta formativa del Dottorato che data ormai da più di un decennio. Il Seminario offre ai partecipanti una esperienza di ricerca legata a questioni operative correlate ad un soggetto ampio, capace di dispiegarsi in relazioni con oggetti progettuali specifici, con fonti archivistiche vicine e lontane, con Enti ed Istituzioni partner del Dipartimento. Questo in un contesto, quello mediterraneo, che rappresenta l’orizzonte più ampio dell’interesse di ricerca istituzionale del Dipartimento e del Dottorato nel loro muovere dal locale (Roma, il suo territorio e i suoi temi) verso l’ambito ampio che mantiene in Roma il suo centro, ma ha come confini i limiti dei territori affacciati sul mare che le appartiene per baricentricità geografica e culturale.
PROGETTARE E COSTRUIRE CON LE COMUNITÀ:TATTICHE E STRATEGIE PER UNA POLITICA ARCHITETTONICA DAL BASSO_ prof. N. Flora
16-23-30 SETTEMBRE, 7- 28-29-30 OTTOBRE
Una lezione di carattere generale introdurrà gli studenti alle ragioni per le quali oggi abbiano particolare presa sulla comunità scientifica internazionale esperienze condotte spesso da collettivi molto giovani, capaci di coinvolgere le comunità nei processi, ma particolarmente nelle tattiche, su azioni finalizzate alla rigenerazione urbana. Processi capaci di rendere realizzabili nel breve tempo, e gestibili e manutenibili dalle stesse comunità, piccoli interventi finalizzati alla qualificazione di aree dismesse, alla inclusione di aree abbandonate e di scarto nella vita di quelle comunità, fino a veri e propri processi di rigenerazione sociale e urbana. E, sempre partendo dalle relazioni di vicinato tra comunità, tra comunità e architetti, e molto spesso con la partecipazione di gruppi interdisciplinari (artisti, sociologi, paesaggisti, artigiani, politici locali, associazioni) partecipanti alle esperienze principali, l’architettura torna così ad essere percepita come utile (cosa da tempo non scontata per i non addetti ai lavori), spesso indispensabile e non più ripiegata sulla propria “autorappresentazione”.
IN(D)HERITAGE. RIGENERAZIONE URBANA E VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO INDUSTRIALE TRA MEMORIA E NUOVI SIGNIFICATI_ prof. N. Valentin
11-18 GIUGNO, 7-14 LUGLIO
Il seminario intende trattare un tema di grande rilevanza e attualità all’interno del panorama architettonico contemporaneo ovvero la tutela e valorizzazione del patrimonio industriale abbandonato presente nella maggior parte dei paesi più industrializzati del mondo. L’obiettivo del seminario è quello di analizzare una serie di esempi utili a comprendere gli aspetti storici, architettonici, tecnologici, sociali, economici e ambientali del patrimonio industriale. Successivamente verranno individuate le migliori strategie d’intervento da attuare per la conservazione, il restauro, o adaptive reuse di tali strutture o complessi architettonici. Infine saranno esaminati le potenzialità e il ruolo della riqualificazione delle aree industriali nella rigenerazione urbana d’intere parti di città.
URBAN INNOVATION CENTER E PROGETTO URBANO: RUOLI, STRATEGIE E NUOVE FORME DEL PROGETTO_ prof. R. Belibani
12-26 MAGGIO, 14-23-30 GIUGNO
Gli UIC (Urban Innovation Center) recentemente si stanno delineando come interlocutori privilegiati nel panorama della progettazione urbana in Europa e in Italia per la loro capacità di intercettare risorse economiche e mettere a sistema interessi che consentono loro di porsi non più solo come narratori e comunicatori dell'urbano, ma anche come soggetti portatore di agency e advocacy sulle tematiche di loro interesse.
L'ILAUD, INTERNATIONAL LABORATORY OF ARCHITECTURE AND URBAN DESIGN, DAL 1976 A OGGI: SPERIMENTALE, INCLUSIVO, NECESSARIO_ prof. A. Romano
8, 9, 15 GIUGNO
Il seminario ha l’obiettivo di offrire dati e strumenti metodologici finalizzati alla ricerca sul progetto di architettura mediante l’analisi di uno specifico tema di storia dell’architettura contemporanea che attraversa l’intreccio indissolubile tra il progetto di architettura e i diversi piani della società e della cultura.
SULL'OPERA DI CARLO AYMONINO. TIPOLOGIA/ MORFOLOGIA/ASTRAZIONE/ IBRIDAZIONE_ proff. O. Carpenzano, C. Padoa Schioppa, L. Porqueddu
10-12 MARZO, 19 APRILE, 10-24 MAGGIO, 14-30 GIUGNO
Nell’ambito della riflessione sulla complessa personalità di Carlo Aymonino promossa dal DiAP attraverso un convegno a lui dedicato a dieci anni dalla scomparsa, il Dottorato di Architettura. Teorie e Progetto propone un seminario analitico/progettuale con oggetto le opere del maestro. La febbrile attività di questo architetto, teorico, professore e Rettore dello IUAV, uomo politico impegnato come Assessore al Comune di Roma, ha rintracciato nell’interdipendenza, insieme naturale e problematica, tra tipologia e morfologia una delle chiavi interpretative storicamente– tipicamente italiana– più interessanti e attuali per la costruzione delle relazioni di senso – e non solo – tra città e architettura.
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2020


Roma Capitale delle istituzioni. Una sperimentazione progettuale sui brandelli dello SDO fra recupero e rigenerazione urbana. Il nodo Tiburtina Pietralata - proff. A. Bruschi e P.V. Dell'Aira
Workshop nel periodo settembre - ottobre
Il 150° anniversario di Roma Capitale rappresenta un’importante occasione per riflettere sulla città in relazione al sistema delle Istituzioni dello Stato, nodo cruciale del suo impianto urbano. La macchina amministrativa infatti interferisce fortemente con l'assetto della città e ne condiziona il funzionamento, saturando il centro urbano e addensando nelle sue aree i gangli vitali dello Stato. Collegandoci a una Domanda di Ricerca d’Ateneo, formulata sul tema, intendiamo proporre ipotesi e sperimentazioni di rigenerazione rivolte ad alcune delle “sospese”, ormai tramontate, aree, di quel forte e intelligente disegno che fu il Sistema Direzionale Orientale, nelle sue originarie “visioni”. La cornice è quella di un possibile rilancio della “figura” di Roma Capitale, allora intravista. Di quel momento, restano infatti “le prove”. Anche se rare e mal relazionate, oltreché insufficientemente servite dal sistema della mobilità, sopravvivono porzioni edificate appena parziali, lacune urbane, lacerti, prodotti isolati, fermi al loro momento storico. Il Seminario ipotizza azioni progettuali localizzate nel settore urbano ex_SDO e mira a razionalizzare il rapporto fra i grandi interventi pubblici e la città della residenza, completandone l’assetto e migliorando la qualità dei servizi e il rapporto cittadini/istituzioni.
La sovrascrittura dell’esistente nel panorama internazionale. Riflessioni sulle operazioni progettuali dalla ri-significazione al displacement urbano. Prof. Rosalba Belibani
9, 11, 15, 18 Dicembre
Negli interventi di rigenerazione di parti di città, riuso o riqualificazione, dove il progetto del nuovo integra o sostituisce il preesistente, il fattore tempo è frequentemente disatteso o poco analizzato. Nel recupero materiale e immateriale del patrimonio, nella ricostruzione, il progetto è portatore di una intenzione: confrontarsi con la preesistenza, con l’identità precedentemente acquisita del luogo. Nel ri-attribuire un valore ai luoghi è difficile riconsiderare i tempi di costruzione e di uso ormai stratificati quando il nuovo progetto, portatore di un linguaggio autonomo, ha un uso veloce, un tempo immediato. Lo spazio è noto nella sua identità mentre l’intervento contemporaneo rispetto al consolidato presenta un fattore tempo debole: un displacement temporale. L’identità del progetto rivisitata, assimilata o ridisegnata non appartiene solo al manufatto, ma alle relazioni con il contesto nel suo significato più ampio che “colui che vive lo spazio” riconosce emotivamente come tali e stabilisce come proprie con il contesto stesso. Molte sono le interpretazioni sul modo di esplorare lo spazio in architettura che ci hanno permesso di consolidare la correlazione tra spazio e architettura e queste derivano dall’immediatezza con cui si esplicita l’architettura come una “cosa spaziale”. Husserl concepisce lo spazio com’era già definito da Platone nel Timeo, cioè come avente una natura che non è intelligibile né sensibile, e che soltanto può essere conosciuta da un “ragionamento”, e oggi possiamo anche dire da “un sentimento”. Lo spazio non si manifesta, non diventa fenomenico; non esiste una vita specifica dello spazio, piuttosto si costituisce insieme alle cose. Modalità: Saranno proposte ai dottorandi progetti e letture sul tema. Al termine sarà loro richiesta una riflessione progettuale. Parteciperanno al seminario due ospiti.
Architettura italiana contemporanea: linee di ricerca, temi, linguaggi. Prof. Domizia Mandolesi
4/5 incontri nel periodo 26 Ottobre / 27 Novembre (26 e 29 Ottobre/ 10, 12 e 27 Novembre)
Il seminario, in continuità con il lavoro svolto dai dottorandi nell'a.a. 2018-19, propone un'indagine critica sull'architettura italiana nel periodo dal 2000 ad oggi attraverso la quale individuare linee di ricerca, temi e linguaggi contemporanei. Rispetto a quanto svolto l'anno precedente sulle linee di ricerca, si propone di focalizzare l'attenzione su continuità o superamento delle tendenze architettoniche sviluppatesi nel periodo che va dal secondo dopoguerra agli anni '90, anche attraverso brevi saggi monografici su singoli autori. Il seminario sarà diviso in due fasi, la frequenza sarà bisettimanale e concentrata nella prima settimana di ogni fase con un massimo di 4/5 incontri più la consegna e la discussione dei risultati finali in forma di saggio breve (15.000 / 20.000 battute max).
Architettura come contenitore ibrido: lo spazio pubblico negli edifici all-inclusive. Prof. Alessandra Criconia
5 incontri: uno a Ottobre (28) e 4 a Novembre (4, 11, 18 e 25)
Nella città contemporanea, multiforme e smisurata, lo spazio pubblico e le attività collettive vengono sempre più spesso inserite all’interno di grandi edifici all-inclusive (hybrid-building). La concentrazione di porzioni di urbano e l’introversione delle funzioni pubbliche dentro del grandi contenitori non è però una novità dell’architettura contemporanea: già le grandi esposizioni universali avevano inventato l’idea di una città racchiusa all’interno di contenitori. Sono però alcuni progetti della tarda modernità – il Parlamento di Le Corbusier a Chandigarh, la Facoltà di architettura di Vilanova Artigas, il SESC Pompeia di Lina Bo Bardi – insieme ai sistemi urbani strada-edifici pubblici – per esempio l’avenida Paulista con l’Instituto Moreira Salles di Andrade-Morettin, il Conjunto Nacional di David Libeskind, il MASP di Lina Bo Bardi, il FIESP di Rino Levi, – e alle “storiche” strip commerciali americane a mostrare i prodromi di un’ibridazione tra edificio e città che sembra essere divenuta una “forma tipica” dello spazio pubblico contemporaneo che si ritrova in numerosi progetti contemporanei della mixité. Il seminario intende proporre una lettura critica dell’architettura del contenitore ibrido a partire dalle definizioni di spazio pubblico e collettivo e dall’analisi di casi studio moderni e contemporanei. I dottorandi iscritti al seminario saranno chiamati a partecipare attivamente al seminario con letture comparate di progetti esemplari presentati in chiave critica attraverso una selezione di parole chiave per tracciare una tassonomia dei cambiamenti spaziali e formali dell’edificio pubblico e delle relazioni con i contesti urbani. Nell’ambito dei 5 incontri si prevede di dedicarne uno a una conferenza con ospiti esterni.
Forma urbis e iconografia. Organico - meccanico - telematico: dalla città della rappresentazione alla città della comunicazione. Prof. Renato Partenope
Worshop di 1 settima - dal 19 al 24 ottobre
Il seminario propone una lettura iconografica e iconologica dell'immagine della città premoderna, moderna e postmoderna per individuare, di queste rappresentazioni, alcune invarianti formali che le caratterizzano ma anche per individuare gli elementi di forte differenziazione che i diversi cicli figurativi, pongono all'attenzione disciplinare. La lettura iconografica e iconologica propone una possibile interpretazione dello sviluppo della ricerca teorica e figurativa della forma urbis dalla premodernità alla postmodernità. La progressione tematica delle immagini proposte indicherà le trasformazioni subite dagli statuti e dai codici disciplinari della rappresentazione dell'architettura nonché le trasformazioni subite dall'architettura stessa, dei suoi significati e delle sue finalità operative.
Nuove forme di complessità del progetto architettonico e urbano - proff. M. Pazzaglini e N. Trasi
4 incontri (un incontro a settimana) nel periodo 21 settembre / 16 ottobre
Il Seminario, intende focalizzare l'attenzione sulle sfide delle trasformazioni urbane contemporanee, esplorando il futuro dell’architettura attraverso la chiave della complessità. Esplorare la città e l’architettura come sistema complesso di flussi e di reti; come sistema integrato di artificio e natura; come luoghi plasmati di continuo da una pluralità di soggetti, individui, traiettorie; le città come luoghi di produzione materiale e immateriale; come luoghi in cui la specie umana ha l’occasione di invertire gli effetti disastrosi del cambiamento climatico, rigenerando gli spazi e le relazioni. E il mondo dell’architettura, in tutte le sue sfaccettature, gioca un ruolo fondamentale in questa fase di necessaria inversione di rotta. L’architetto deve stare al passo con i tempi e con le sfide urgenti da fronteggiare; deve essere dunque preparato a comprendere in maniera profonda i sistemi complessi e interconnessi in cui viviamo; deve altresì essere capace di adottare una prospettiva a lungo termine e di suggerire una serie di misure concrete che possono ispirare abitudini e attitudini per ricostituire, tra le altre cose, i nostri legami con la natura. Articolazione del Seminario : 4 incontri con i coordinatori del Seminario + 1 o 2 ospiti : ogni incontro affronterà un tema specifico attraverso la prestazione di un libro di cui sarà presente l’autore. Per ogni incontro sarà chiesto ai dottorandi di redigere un testo critico del libro presentato accompagnato da un concept progettuale. I dottorandi dovranno produrre quindi 4 testi critici e 4 concept, orientati verso l’obiettivo suddetto di redigere una sorta di Manifesto, di Carta di intenzioni che mirano a pensare in maniera diversa alla nostra relazione con l’ambiente.
Architettura e città dei margini costieri - prof. Roberto A. Cherubini
8 incontri in due settimane dal 1 al 15 ottobre
Seminario di tipo intensivo: 4+4 incontri in due settimane. La prima in mobilità estera. La proposta di Seminario si inquadra in una tradizione di studi sull’architettura e sulla città costiera proposta nell’ambito dell’offerta formativa del Dottorato che data ormai da più di un decennio. Il Seminario offre ai partecipanti una esperienza di ricerca legata a questioni operative correlate ad un soggetto ampio, capace di dispiegarsi in relazioni con oggetti progettuali specifici, con fonti archivistiche vicine e lontane, con Enti ed Istituzioni partner del Dipartimento. Questo in un contesto, quello mediterraneo, che rappresenta l’orizzonte più ampio dell’interesse di ricerca istituzionale del Dipartimento e del Dottorato nel loro muovere dal locale (Roma, il suo territorio e i suoi temi) verso l’ambito ampio che mantiene in Roma il suo centro, ma ha come confini i limiti dei territori affacciati sul mare che le appartiene per baricentricità geografica e culturale. Nell’ambito del tema della trasformazione delle aree costiere e portuali e della sostenibilità del progetto, il seminario intende esplorare la logica di una città capace di attrezzarsi puntualmente per il risparmio della risorsa territorio, riutilizzando per le nuove funzioni spazi marginali oggetto di trasformazione e valorizzazione e focalizzando la sua attenzione sul forte vincolo imposto dalla presenza della linea di costa a forma urbana e architettura. Obiettivo operativo del seminario, che sarà condotto in stretta relazione con l’attività di ricerca di LabMed – Laboratorio di ricerca modellistica progettuale per il Mediterraneo (DIAP Sapienza) – diretto da Roberto A. Cherubini, è la messa a punto da parte di ogni partecipante di un ragionamento guidato – debitamente circostanziato e supportato da materiali iconografici e bibliografici – della dimensione di un articolo o di un saggio breve, riguardante un argomento o un caso di studio nell’ambito della problematica in esame. Il seminario si svolgerà nel corso di quattro incontri settimanali più una consegna, utilizzando ampiamente nel lavoro feedback per via telematica.
Nota sul genere progettuale della "città interroga" - prof. Lucio V. Barbera (concluso)
4 incontri nel periodo 14 settembre / 9 ottobre 2020 (14, 16, 30 Settembre e 9 Ottobre)
Esercizio progettuale che propone di lavorare sul quartiere dell'Eur immaginandolo nelle condizioni in cui si trovava dopo la guerra, rendendolo il campo di un gioco progettuale di completamento, nei limiti esatti del territorio che ha fatto parte del patrimonio dell'Ente EUR (e oggi della EUR spa). Un gioco progettuale da sperimentare di getto, con libertà di linguaggi, ma sempre con intensità; dopo una breve preparazione, altrettanto intensa. Due punti fermi; il primo riguarda lo spirito con il quale affrontare il progetto o, se meglio si intende, l'ispirazione che deve muoverlo. L'E42 è nata come città della suggestione intellettuale e retorica del sogno fascista (o meglio Piacentiniano), ma nel dopoguerra fu imposta come l’ideale città della soddisfazione della borghesia del dopoguerra e delle sue istituzioni – amministrazione locale, ministeri, grandi società di Stato, Banche e monumenti sportivi alla modernità; una ideale città borghese e statalista, solo apparentemente trasognata. E sarebbe potuta essere, invece, l'imponente testimonianza del dramma storico, allo stesso tempo utopico e impotente, che vive nella città italiana moderna e che emerge nei giganteschi quartieri dell'euforia progettuale, da Corviale al Laurentino 38, dalle Vele di Napoli al Rozzol Melara di Trieste. O avrebbe potuto rappresentare il campo dove sommergere le rovine imperiali della modernità fascista in un paesaggio di realizzata città pasoliniana, esito estremo di un connubio possibile tra il realismo magico d'anteguerra e il neorealismo lirico del dopoguerra, sino al punto di far giocare gli archi del capolavoro di Lapadula con un nuovo paesaggio poetico e plebeo, proprio come gli archi degli acquedotti antichi giocano col paesaggio romanesco dei film di Pasolini, appunto. Il primo punto fermo, dunque è quello di affrontare il progetto carichi di suggestione, la propria, tratta da una riflessione storica ed emozionale sull'EUR e i suoi rapporti con Roma e la sua gente. Un secondo punto fermo deve essere quello di tener presente che l'EUR, nel dopoguerra, rappresentò un'occasione unica in Europa. Roma con l’EUR si trovò ad avere già impiantato lo scheletro di un nuovo “quartiere direzionale moderno” (persino dotato di una linea metropolitana!) prima di Parigi (la realizzazione della Défense a Parigi iniziò con grande lentezza nel 1958, il primo vero grattacielo fu costruito nel 1970, la metropolitana per l'Etoile fu realizzata nel 1974, ma la spinta maggiore venne all'epoca della presidenza Mitterand, negli anni ottanta), prima di Londra (soltanto nel 1981 il Segretario di Stato britannico per l'ambiente, Michael Heseltine, formò la London Docklands Developmente Corporation la cui più appariscente realizzazione è il complesso Centro Direzionale di Canary Wharf); per non parlare delle città tedesche, ancora in pezzi negli anni del dopoguerra. Come sempre l'occasione fu colta a metà, le ambizioni furono misurate su una idea del futuro soddisfatta e pacificata secondo la tipica tendenza italiana a considerare una visione “mediana” e “armonica”, dunque surreale del presente come profezia realizzata. Il seminario di progettazione, da considerare un workshop intensivo, sarà preceduto da una conversazione ricognitiva, non tanto pedantesca, sul progetto d'insieme dell'E42 piacentiniana e sui progetti elaborati per essa.
Architettura contemporanea cinese tra contaminazione e ibridazione - prof. N. Valentin
4 incontri nel periodo 1 Giugno - 15 Luglio (concluso)
Il seminario propone una riflessione critica sui principali elementi propulsori della rapida e inarrestabile trasformazione architettonica e urbana di molte città della Cina ma soprattutto su quali siano i fattori che hanno favorito il grande processo di modernizzazione di gran parte del paese. In particolare, all’interno del seminario verrà approfondito il ruolo fondamentale che, soprattutto dalla seconda metà dell’Ottocento, ha assunto l’influenza dell’architettura occidentale. Infatti, in molti progetti, si possono individuare una varietà di stili architettonici e impostazioni urbane provenienti da lontano, in particolare dall’Occidente, che assimilati o reinterpretati, separatamente o congiuntamente, nei confronti dei dettami culturali del luogo, trasmettono una serie articolata di simboli e significati che vanno oltre il loro aspetto formale. Per tali ragioni all’interno del seminario verrà proposto lo studio e l’analisi dell’influenza occidentale in Cina come elemento fondamentale di lettura per comprendere come nel tempo esso sia diventato parte di un più complesso processo di evoluzione e ibridazione con l’architettura autoctona del paese. Infatti, nello sviluppo dell’architettura moderna e contemporanea cinese è possibile riconoscere molte similitudini e contraddizioni sospese all’interno di un dialogo architettonico tra Est e Ovest. Ai partecipanti del seminario è richiesto un testo critico metodologico di 8000-10.000 caratteri sul tema in discussione.
Dismisura. Le parole e l’Architettura Laboratorio di teoria e scrittura d’architettura - prof. L. Molinari
Giugno. 3 cicli di due lezioni in due giornate affiancate (3-4, 10-11, 17-18) (concluso)
La maggior parte dei termini che utilizziamo faticano a rappresentare i fenomeni e i luoghi che abitiamo oggi. E se non condividiamo lo stesso vocabolario come facciamo a immaginare che la pratica del progetto, che abitualmente lavora sulla sintesi concettuale dei problemi e sulla produzione di visioni, possa generare immagini e soluzioni condivise da una comunità? La pratica del progetto oggi ha bisogno di tornare alla definizione di una possibile teoria del progetto che riparta da un ascolto problematico e laterale delle realtà che attraversiamo oltre che da una forma diversa e critica di consapevolezza dei termini che usiamo e applichiamo. I termini individuati lavorano sullo spiazzamento concettuale e insieme sulla definizione di un patrimonio di termini/immagini che ampli una visione asfittica e limitata di architettura per renderla capace di provocare reazioni/azioni utili a riportare al centro il progetto come identità necessaria. Il corso si caratterizza come laboratorio sulla parola e il progetto attraverso 6 lezioni incentrate su coppie tematiche e dialoghi con ospiti esterni chiamati a portare punti di vista spiazzanti dal punto di vista disciplinare. Ogni lezione sarà introdotta da storie di architettura capaci di esemplificare i temi proposti. Agli studenti verrà chiesto un saggio scritto/illustrato che utilizzi uno dei termini portati nelle sei lezioni e che diventi occasione teorica per ragionare sul proprio lavoro di ricerca dottorale.
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2019


Massimo Zammerini, La flessibilità nella concezione dell’alloggio
autunno 2019, Sala del Dottorato, piazza Borghese 9 / 18, 25 novembre, 2, 9, 10 dicembre

Guendalina Salimei, con Emanuele Habib (DIAEE Sapienza, Università di Roma) e Monika Schultz (Transsolar Klima Engineering GmbH), Forma architettonica e sostenibilità ambientale: dal progetto sull’esistente alle figure del riuso sostenibile
autunno 2019, Sala del Dottorato, piazza Borghese 9 / 13, 14, 15 novembre, 5, 6 dicembre

Domizia Mandolesi, Architettura italiana contemporanea: linee di ricerca, temi, linguaggi
autunno 2019, Sala del Dottorato, piazza Borghese 9 / 21, 24, 28 ottobre, 4, 8, 26 novembre, 16 dicembre

Federico De Matteis, Forme e culture dello spazio
autunno 2019, Sala del Dottorato, piazza Borghese 9 / 17, 31 ottobre 7, 21, 28 novembre

Alessandra Criconia, Architettura come contenitore ibrido: lo spazio pubblico negli edifici allinclusive
autunno 2019, Sala del Dottorato, piazza Borghese 9 / 6, 13, 20, 27 novembre, 4 dicembre

Roberto Cherubini, Architettura e città dei margini costieri
autunno 2019, Sala del Dottorato, piazza Borghese 9 / 14, 15, 16, 17, 18 ottobre

Andrea Bruschi, Paola Veronica Dell'Aira, Piero Ostilio Rossi, Ipotesi per un Museo della Scienza nel comparto di via Guido Reni a Roma
autunno 2019, Sede DiAP, via Flaminia 359 / 1, 2, 3, 4, 7, 8 ottobre / concluso

Maurizio Bradaschia, Il progetto di architettura temi per un approccio metodologico alla costruzione dell’architettura
autunno 2019, Sala del Dottorato, piazza Borghese 9 / calendario da definire

Andrea Grimaldi, Stanza per sé: progetto per un'unità minima di spazio abitabile tra archetipi e nuovi scenari
dalla 1a settimana di giugno alla 2a settimana di luglio 2019, Sala del Dottorato, piazza Borghese 9 / concluso

Andrea Bruschi, il nuovo architetto. Riflessioni sul futuro di una disciplina in crisi
1a e 2a settimana di giugno 2019, Sala del Dottorato, piazza Borghese 9 / concluso

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