UPLIVING LAMPEDUSA _ prof. Nicola Flora
SECONDO SEMESTRE_ (6 INCONTRI) NOVEMBRE/DICEMBRE 2023
Temi del seminario: il seminario intende proporre al centro del proprio interesse le attività di progettazione finalizzata all’autocostruzione che negli ultimi anni ha permesso, a giovani gruppi di progettisti, di sperimentare in maniera diretta, rapida e “politicamente accorta”, la costruzione quale atto sapiente, nello scambio spesso fruttuoso con altri colleghi autocostruttori. Le dinamiche che tali azioni hanno mostrato di saper mettere in campo sono spesso incentrate sulle relazioni con piccole e medie comunità, sulle necessità dei progettisti di saper condividere in breve tempo temi, approcci, soluzioni, e quindi mettersi rapidamente in discussione al fine di ottenere un progetto (e quindi degli oggetti) efficaci in quanto non autoreferenziali ma centrati sulle necessità concrete che chiedono, in sintesi, efficacia di pensiero e rapidità di scelta ed esecuzione. Come ha recentemente detto un maestro come Renzo Piano «un buon progetto realizzato è sempre meglio di un buon progetto».
Nel seminario di questa annualità, che sul piano della strategia si inserisce sulla scia dei seminari degli ultimi due anni, il valore aggiunto è dato dal portato simbolico e politico che i materiali di base che si propone di utilizzare denunciano: la partenza sarà costituita infatti dal riutilizzo di materiali derivanti dallo smontaggio di alcune “barche della speranza” utilizzate dai migranti per sbarcare a Lampedusa, e che il Ministero degli Interni ha concesso in uso al carcere di Opera (Milano) per costruire (con alcuni detenuti ergastolani appositamente educati) una serie di strumenti musicali. Fondazione san Gennaro ha attivato una partnership con chi gestisce tale azione ricevendo in uso alcune di queste barche, e data la nostra lunga interazione con questa istituzione del terzo settore napoletano, noi ne proponiamo l’uso per questo seminario.
L’alto valore simbolico che queste materie hanno, chiede un “UPliving” di alto impatto significativo: si immagina quindi di condividere con Fondazione san Gennaro e altre cooperative sociali del rione Sanità di Napoli le scelte strategiche le quali orienteranno i micro-progetti dei dottorandi (verosimilmente strutture informativo sulla questione dei migranti, teche espositive per materiali legati alle attività delle diverse cooperative, piccole strutture si accoglienza come sedute, espositori per i diversi luoghi info-point de La Paranza, delle Forti Guerriere e di Fondazione san Gennaro).
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HABITAT FLESSIBILE A DENSITÀ VARIABILE. Seminario/workshop tra Roma e Parigi _ proff. Domizia Mandolesi e Massimo Zammerini
SECONDO SEMESTRE_ 15 OTTOBRE / 15 NOVEMBRE 2023
Il seminario, organizzato nell’ambito di un accordo tra il Dottorato di ricerca in Architettura. Teorie e Progetto e l’Ecole Nationale Supérieure d'Architecture de Paris-Belleville, propone un’esperienza progettuale in un’area della periferia di Parigi come verifica di alcune riflessioni sui temi dell’abitazione, della densità insediativa e della sostenibilità ambientale.
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LE FORME DELLO SPIRITO. UN LUOGO PER LA PREGHIERA, LO STUDIO E L’INCONTRO INTERCULTURALE - prof. Guendalina Salimei
SECONDO SEMESTRE_ (4 INCONTRI dal 10 al 31 OTTOBRE)
Il fenomeno della diversità religiosa oggi assume i connotati di un’emergenza sociale e culturale alla quale le metropoli contemporanee - e soprattutto le loro periferie - stanno tentando di trovare soluzioni architettoniche e urbanistiche che superino il concetto di cluster monoculturale. Il continuo sovrapporsi di flussi migratori determina la compresenza di numerose etnie che non hanno luoghi specifici per la pratica (e lo studio) della propria religione, comportando la loro costituzione spontanea in spazi domestici e impropri da riadattare alle nuove esigenze. I grandi edifici e privati a uso pubblico (come le università, le grandi aziende e società, i centri commerciali, gli ospedali, gli aeroporti - tranne le carceri) delle metropoli maggiormente caratterizzate dalla compresenza plurietnica hanno trovato una soluzione nella costituzione di luoghi spirituali multifede - all’interno dei quali è necessario tracciare una differenza sostanziale tra le stanze a vocazione interreligiosa che possono contenere al loro interno oggetti o indicazioni appartenenti alle religioni maggiori e le cosiddette stanze del silenzio, caratterizzate tendenzialmente da una spoliazione decorativa che coincide con un concetto astratto di spiritualità universale. Queste ultime stanno diventando una realtà diffusa ma, proprio in ragione della loro indeterminatezza, non hanno ancora sviluppato una propria identità.
Tra le prime stanze del silenzio si può nominare la Meditation Room del quartier generale dell’ONU a New York del 1948-1957, mentre la più famosa è la Rotko Chapel del 1971 progettata da Philip Johnson e allestita dall’artista che ne ha dato il nome: entrambe parlano agli archetipi collettivi agendo sui comuni dogmi della fede (come univocità e assolutezza della divinità, imperscrutabilità, dominio dei cicli vitali, solidità dell’eterno) usando i linguaggi dell’arte, della luce, dei materiali, della stereometria delle forme.
La finalità del seminario è quella di introdurre gli studenti alla tipologia della stanza del silenzio attraverso lo studio della teoria e dei riferimenti più significativi che sono stati realizzati nella contemporaneità. Contestualmente, sarà loro presentata anche la realtà complessa dell’edificio carcere, nei suoi aspetti sociali e architettonici, una megastruttura che funziona come un cluster multietnico caratterizzato da una forte conflittualità sociale. Per tradizione dotati di una chiesa, le
carceri italiane soffrono l’assenza di luoghi per il culto e lo studio sacro in cui i detenuti - a maggioranza di fede musulmana - possano incontrarsi (con le debite cautele) per la preghiera collettiva o raccogliersi nell’intimità della preghiera individuale.
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L’ARCHITETTURA IN DANIMARCA: FORME E SPAZI VIVIBILI _ proff. Rosalba Belibani e Antonella Romano
SECONDO SEMESTRE_ SETTEMBRE/OTTOBRE (4 INCONTRI)
Il seminario - incluso in un ciclo sull’architettura dei paesi Nordici - intende studiare la produzione dell’architettura contemporanea in Danimarca per comprendere le peculiarità dei temi progettuali che attraversano i passaggi generazionali e indagarne attualità e fecondità.
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TARANTO DA RIPENSARE. ABITARE IN ECODISTRICT AI PIEDI DI UN PONTE _ prof. Paola Veronica Dell'Aira
SECONDO SEMESTRE_ DAL 18 AL 25 SETTEMBRE 2023 e periodo ad Ottobre
Grazie al progetto dI un Ponte Pedonale (il Q45), condiviso con l’ideatore, Gruppo Foresta, vengo coinvolta dalla Municipalità di Taranto in una Serie di iniziative culturali sul futuro della città, per ritracciarne il volto, con interventi puntuali, ma esemplari, che la rilancino sullo scenario delle città virtuose in Agenda 2030: una nuova ‘Taranto bene comune’ che si lasci alle spalle il triste disastro ecologico cui lega il suo nome.
Il Comune si dà il compito di una diffusa opera di Rigenerazione Urbana, di qui al 2026, anno nel quale è stata eletta a ospitare i Giochi del Mediterraneo 2026.
L’immaginato Ponte Pedonale congiunge i due seni del Mare Piccolo, tra le due Punte Penne e Pizzone, viaggiando in sospensione, appeso alla possente struttura in c.a. del viadotto autostradale esistente (1977) già Ponte delle 3P (PuntaPennePizzone) re-intitolato ad Aldo Moro, suo primo ideatore, e che fu poi tragicamente assassinato l’anno seguente. Il Ponte pedonale Q45 attraversa uno ‘stretto azzurro’ di due chilometri) viaggiando a 45 metri di quota sul pelo dell’acqua, godendo di splendide viste, su uno scenario di parchi, monumenti e mare di commovente bellezza con la sicurezza, libertà, e felicità di essere noi, i pedoni, i ciclisti, gli skaters, le carrozzine, i padroni della scena.
La sequenza di iniziative, ALDO MORO: IL PENSIERO DEL PONTE nel Mediterraneo riflessioni a mezzogiorno, si protrarrà sino a Dicembre 2023, promuovendo, Incontri-Confronti con studiosi, docenti, progettisti, amministratori e associazioni cittadine. Saranno 12 pomeriggi di Studio, con Lecturers, Mostre, Presentazioni, dibattiti, partecipabili in presenza o AD.
Filo rosso: visioni, problemi, prospettive per la città futura. Taranto si riposiziona al centro del Mediterraneo valorizzando il suo patrimonio costruito e vissuto, e riflette sul concept del ponte, che secolarmente ne segna i passaggi, quelli interni al suo stesso tessuto urbano, fatto di intervalli continui tra terra e mare. Ascolti, Speach, Proposte rivolti al concept di ‘ponte’ come proiezione al futuro. Perché un ponte non è una infrastruttura, se non prima il simbolo di un braccio teso tra le terre e le genti.
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DIGITAL STAGE – Architettura Spazio Corpo _ prof. Renato Bocchi
SECONDO SEMESTRE_ SETTEMBRE (DALL'11 AL 17 o in due tranche nelle settimane dell'11 e del 18 (7 INCONTRI in tutto)
L’obiettivo del seminario è di fornire – mediante la comparazione e il montaggio di concetti e strategie progettuali delle arti visive e performative e dell’architettura contemporanee – un apparato teorico-metodologico utile ad esplorare in corpore vivo il tema dei rapporti fra corpo e spazio, nell’ambito di esperienze di installazione artistica, arte ambientale, digital exhibit e digital stage, oppure di progetto ed allestimento dello spazio architettonico d’interni.
In questa prospettiva di studio risulta cruciale l’apporto di tutti quegli artisti moderni e contemporanei che hanno assunto la dimensione corporea come riferimento e misura dello spazio architettonico e come strumento performativo per tale percezione. Si analizzeranno in particolare gli apporti in tal senso di alcune ricerche dell’arte contemporanea in funzione immersiva e performativa, comparate con l’attenzione alla dimensione spaziale e corporea di esperienze sviluppate da alcuni architetti contemporanei nel campo della scenografia e dell’interior design.
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QUALI PAROLE CI SERVONO. UN GLOSSARIO PER L’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA _ prof. Maria Clara Ghia
PRIMO SEMESTRE_ 27 GIUGNO; 4,11 LUGLIO; 8,15 SETTEMBRE
Il seminario propone una riflessione teorico/critica intorno alla necessità della formulazione di un glossario per l’architettura contemporanea. Obiettivo degli incontri è tornare a insistere sulla centralità delle teorie dell’architettura (inevitabilmente plurali e transdisciplinari) nel momento attuale, per affrontare gli eventi trasformativi che hanno avuto luogo nell'ultimo quarto di secolo: gli effetti della crisi ambientale, le migrazioni di massa, la pandemia, la polarizzazione politica, la crescente disparità di reddito e così via. Eppure il linguaggio sembra mancarci: da una parte partecipiamo all’abuso di slogan il cui significato si fa ancora più confuso a causa della velocità e superficialità con cui oggi i messaggi vengono consumati, dall’altra assistiamo all’oblio di alcune parole essenziali per descrivere i fenomeni architettonici, necessarie per re-immaginarli e re-indirizzarli verso traiettorie in grado di corrispondere alle sfide cruciali nella contemporaneità. E se manca il linguaggio, viene meno l’esercizio del pensare e di conseguenza del dare forma. Quali parole trascuriamo per descrivere i fenomeni in atto nel panorama architettonico, quali parole ci ingannano o creano fraintendimenti rispetto agli obiettivi che dobbiamo prefiggerci, quali parole ci servono per ritrovare un senso nel fare progettuale?
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LO SPAZIO DI UN ISTANTE. Ricerca spaziale nell’architettura degli allestimenti italiani _ prof. Filippo Lambertucci
PRIMO/SECONDO SEMESTRE_ (3 INCONTRI TRA GIUGNO E LUGLIO + 3 INCONTRI TRA SETTEMBRE E OTTOBRE)
Il seminario vuole esplorare, attraverso lo studio delle fonti primarie e la ricostruzione grafica, il patrimonio di una ricerca spaziale che l’architettura italiana ha compiuto, raggiungendo livelli di riconosciuta eccellenza, in un contesto sperimentale favorito dalla temporaneità delle realizzazioni e dal cono d’ombra dell’attenzione critica, incline a una classificazione più marginale degli allestimenti rispetto a un presunto asse maggiore della pratica architettonica.
I casi studio si riferiscono ad architetture destinate per vocazione all’esperienza e per natura a scomparire, che perciò sono state tramandate in modo incompleto per la via indiretta di documentazione spesso avara, ripetitiva e talvolta fuorviante, restando per di più impossibile la verifica attraverso la visita. Si tratta infatti di allestimenti e padiglioni per manifestazioni e fiere che, a dispetto delle dimensioni fisiche contenute, o delle limitazioni temporali obbligate, puntano a ragionare intorno a concetti spaziali e a verificarli attraverso l’esperienza del visitatore.
L’indagine si applicherà ad uno spettro che comprende esempi molto conosciuti ma tuttavia noti attraverso documentazione parziale, opere meno note di autori noti più nel campo dell’architettura “maggiore”, opere di autori meno noti ma non indifferenti per la ricostruzione di un terreno di sperimentazione ritenuto più libero e meno compromettente, ma che restituisce il quadro di traiettorie dell’architettura italiana di grande vigore e originalità, rimaste per lo più potenziali rispetto ai successivi ed effettivi sviluppi.
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NATURA E INFRASTRUTTURA IN CITTÀ. il caso studio della Petite Ceinture di Parigi _ proff. Nicoletta Trasi e Renzo Lecardane
PRIMO SEMESTRE_ 15 E 16 MAGGIO; DAL 25 AL 28 MAGGIO E 6 GIUGNO 2023
Il tema del costruito, e in particolar modo del consumo di suolo, rappresenta una delle questioni principali del dibattito sull’equilibrio degli ecosistemi, sulla biodiversità e sulla qualità della vita. L’intervento sull’esistente pone l’accento sulla necessità di ripensare i territori e le nostre città in una prospettiva che non tenga conto solo dei singoli obiettivi quanto dell’impatto su tutte le risorse.
Di fronte alla crisi della società della crescita, sobrietà e frugalità sono le parole chiave di un altro modo di trasformare il costruito con una responsabilità rinnovata nei confronti dell’urgenza ecologica e climatica, in un’economia della misura e del rispetto della biodiversità (P. Madec, 2021).
Il Seminario intende focalizzare l’attenzione sull’urgenza di cambiare passo per accelerare il cambiamento culturale verso i temi della transizione ecologica e la biodiversità in ambito urbano, soffermandosi sul caso di studio della Petite Ceinture a Parigi, infrastruttura ferroviaria abbandonata che circonda anularmente la città di Parigi. Questo caso studio offrirà ai dottorandi la possibilità concreta di riflettere sul suo riutilizzo in chiave ecologica, sia alla scala micro dell’intervento puntuale che alla scala macro dell’insieme.
Il breve viaggio a Parigi servirà a vedere da vicino questi luoghi e ad incontrare alcuni architetti e urbanisti coinvolti in questo progetto urbano di rigenerazione.
Ai dottorandi sarà richiesto la scrittura di un testo critico e l’elaborazione di una tavola Manifesto- metaprogettuale che mettano in evidenza le criticità e le potenzialità delle interazioni della Petite Ceinture con l’ambiente naturale e costruito della metropoli.
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RIPENSARE I MUSEI UNIVERSITARI DI SAPIENZA. COMUNICARE UN SAPERE IN DIVENIRE _ proff. Andrea Grimaldi e Paola Guarini
PRIMO SEMESTRE_ 3,10,17,18,19 MAGGIO; 7 e 21 GIUGNO
Nel vasto campo della museografia contemporanea, il tema dei musei universitari è argomento di grande interesse perché in esso si palesa, potremmo dire per statuto, l’idea del museo come luogo della restituzione di un sapere in divenire, frutto degli esiti delle ricerche universitarie che in quegli spazi dovrebbero trovare il modo di essere raccontati, in primis agli studenti, ma non solo a loro. Un museo dunque in cui alla definizione di luogo della conservazione e conoscenza delle esperienze e documentazioni passate, si associa l’idea della comunicazione e divulgazione delle attività della ricerca. Un museo dove una parte dell’allestimento si dovrebbe o potrebbe modificare con grande velocità per restituire, in presa quasi diretta, il frutto delle nuove scoperte.
I musei universitari sono anche luoghi di studio e formazione, conformandosi come spazi ibridi in cui l’articolazione interna cerca, con alterne fortune, di rispondere alle diverse esigenze funzionali. Appaiono insomma concettualmente come dei musei di estremo interesse perché questa loro poliedrica condizione d’uso e di funzione ce li presenta quali ideali casi di sperimentazione e ricerca di nuove idee e visioni per il museo contemporaneo, chiamato sempre più ad assumere un ruolo importante di rappresentanza identitaria per le nostre società, anch’esse in continua evoluzione.
Ma al di là di questa lettura concettuale, qual è la realtà dei musei universitari italiani?
La Sapienza da diversi anni ha dato luogo al coordinamento dei suoi 20 musei, ciascuno con una propria specificità e identità culturale, creando il Polo Museale Sapienza che ne coordina le attività soprattutto nell’ambito delle comunicazioni verso l’esterno.
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