Andrea Bruschi, Paola Veronica Dell'Aira, Piero Ostilio Rossi, Ipotesi per un Museo della Scienza nel comparto di via Guido Reni a Roma




autunno 2019, Sede DiAP, via Flaminia 359 / 1, 2, 3, 4, 7, 8 ottobre / concluso

"Cinque miliardi di anni. Ipotesi per un Museo della Scienza" era il titolo di una mostra promossa nel 1981 dal Comune di Roma e allestita da Maurizio Sacripanti al Palazzo delle Esposizioni. La Mostra raccoglieva i materiali conservati nei Musei scientifici della Sapienza ed altri materiali realizzati per l’occasione e destinati ad integrare quelle collezioni. Lo stesso Sacripanti aveva in precedenza avanzato la proposta di costruire un Museo interrato a Villa Borghese mentre il Comune aveva ipotizzato di localizzarlo nell’area delle Caserme di viale Giulio Cesare. Da allora sono passati trentasei anni e il Museo della Scienza ha continuato a vagare come un masso erratico e a comparire - come figura virtuale del desiderio - in diverse zone della città. Nel 1982-83 (quando Carlo Aymonino era Assessore al Centro Storico) l’area prescelta fu quella della Moretta a via Giulia, un’area vuota a causa delle demolizioni operate nel 1940 per dare seguito alle previsioni (mai attuate) del Piano del 1931; il progetto fu affidato ancora a Sacripanti che lo presentò in occasione del Convegno "Consulto su Roma". Si trattava di un progetto certamente ambizioso che ben interpretava le strategie urbane di Aymonino per il recupero delle aree vuote nel tessuto del centro storico. "A che serve riempire i buchi del Centro?" fu il titolo di un articolo di Antonio Cederna pubblicato nel 1983 su "La Repubblica" che si espresse, così come Italia Nostra, in termini fortemente critici verso il progetto. Non se ne fece nulla, ma l'idea del Museo della Scienza non perse del tutto vigore. Nel frattempo infatti si era sviluppato un dibattito che riguardava la natura stessa del progetto scientifico di un Museo di questo genere: integrato o articolato? Articolato per temi o discipline? Prevalentemente didattico, storico o scientifico? Camera delle meraviglie o Laboratorio aperto? Come ci ricorda in un suo articolo Luigi Campanella. Il passo successivo (1989) fu l'iniziativa della Provincia di Roma che lanciò un progetto (responsabile scientifico lo stesso Campanella) denominato MUSIS - Museo della Scienza e dell'Informazione scientifica, che mise da parte la questione della localizzazione per abbracciare la strategia del "Museo senza sede", cioè di un Museo diffuso sul territorio costituito dalla rete di tutti i poli (Istituzioni scientifiche, Accademie, Università, Entri di ricerca, ecc) dove la scienza e i suoi prodotti sono (o possono essere) esposti. Nel 1994 il Sindaco Francesco Rutelli propose la creazione di un sistema industriale-tecnologico basato su cinque poli, uno dei quali era il Museo della Scienza e per realizzarlo stipulò un accordo con il Ministro dell'Università Luigi Berlinguer, sotto gli auspici del Commissario Europeo alla Ricerca Antonio Ruberti. L'area assegnata era quella dell'Italgas a ponte Marconi e i fondi provenivano in parte dal Ministero e in parte dai finanziamenti di Roma Capitale. Allo stesso Ruberti fu affidato il compito di coordinare il Gruppo di Lavoro. Malgrado tutte le circostanze apparissero favorevoli anche l'ipotesi Ostiense/Gazometro non produsse effetti concreti. La scomparsa di Ruberti e la sua sostituzione con Carlo Bernardini determinò una serie di ritardi e nel 2002 si arrivò a bandire un concorso di idee che rimase però lettera morta. Il progetto - sono ancora parole di Luigi Campanella - delineava spazi espositivi, spazi di servizio, spazi commerciali con l'accento sulle tematiche scientifiche tenendo in rigoroso conto lo sviluppo della museologia scientifica nella sua innovativa forma di conoscenza e nei suoi strumenti di comunicazione. Il capitolo più recente di questa vicenda risale alla decisione del Sindaco Ignazio Marino e dell'Assessore Giovanni Caudo di localizzare il Museo della Scienza al Flaminio, nell'area dell'ex Stabilimento militare (SMMEP) di via Guido Reni, tanto che esso fu inserito nel masterplan del concorso del 2015 per il nuovo quartiere della "Città della Scienza", vinto, com'è noto, dal gruppo guidato da Paola Viganò. Il resto è cronaca di questi giorni: la nuova Giunta di Virginia Raggi ha idea di avviare una riflessione sul tema prima di definire spazi e consistenza edilizia (a tutt'oggi esiste un progetto scientifico redatto da Paco Lanciano per l'area del Gazometro e una serie di proposte avanzate dal CNR e da altri soggetti istituzionali). Il workshop intende riflettere, con gli strumenti del progetto di architettura, sull'area di via Guido Reni e sul programma scientifico del Museo, convinti che collocare il Museo in quello che è ormai diventato il Distretto Culturale di Roma, rappresenti una tra le migliori scelte possibili e che meriti quindi uno specifico contributo di approfondimento disciplinare.

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