autunno 2019, Sala del Dottorato, piazza Borghese 9 / 13, 14, 15 novembre, 5, 6 dicembre
I temi legati alla progettazione ambientale, climatica e sostenibile stanno reintroducendo aspetti della disciplina del progetto architettonico all'interno dei principali filoni di ricerca individuati dalla Comunità Internazionale. Il seminario intende indagare attraverso un’elaborazione teorica ed una meta-progettuale, un approccio che interpreti la richiesta di efficienza energetica come compito architettonico, nel pieno rispetto dell’esistente. I principi progettuali che ne scaturiscono sviluppano concetti di risanamento diversificati all’interno di un approccio olistico, capaci di comporre costruzione, materie, forma e contesti urbani. L’obiettivo del seminario è, infatti, quello di sperimentare le figure di riuso sostenibile dell’esistente ovvero configurare gli interventi ottenendo risultati e prestazioni energetiche senza snaturare il carattere degli edifici, trasformandoli secondo criteri compositivi e applicazioni tecnologiche pertinenti con le tipologie, la forma architettonica, la loro qualità e storia. Il riferimento alle specificità dei luoghi deve garantire di volta in volta le soluzioni più congeniali in termini di attenzione alle risorse locali e nel rispetto delle differenze. La sfida principale, infatti, consiste nel considerare le specificità del sito, architettoniche, tecnologiche e climatiche, come la prima risorsa per il raggiungimento di obiettivi di rigenerazione architettonica ed ambientale. L’intervento sull’esistente diviene espressione di un diverso approccio al progetto di architettura attraverso le figure di riuso sostenibile. Il seminario sarà organizzato in una serie d’incontri ai quali parteciperanno di volta in volta anche i docenti invitati della TUD e si concluderà con un workshop applicativo. Gli esiti previsti sono un breve saggio critico ed una elaborazione meta-progettuale applicabile a un caso di studio della città di Roma che farà parte del numero dedicato alla città di Roma in “Metamorfosi. Quaderni di Architettura”.