Oggi in Italia un terzo della popolazione sceglie la cremazione ad altre forme di sepoltura, per ragioni molteplici – politiche, religiose, logistiche, economiche, ecologiche – ma i crematori non riescono a soddisfare tutte le richieste. La domanda di spazi civili per il rito funebre, tra l’altro, sembra interessare tutte le persone, indifferentemente dalle convinzioni politiche e religiose.
Il Seminario è l’occasione per approfondire un tema architettonico radicale, necessario e pressoché inedito, attraverso l’incontro con studiosi che hanno affrontato la questione da diverse prospettive. Al termine del Seminario i dottorandi dovranno produrre un ‘manifesto’ in forma libera che rappresenti la sintesi di una riflessione critica, teorica e progettuale sul tema.
PRIMO SEMESTRE_ 9, 22 MARZO; 5, 19 APRILE; 4 MAGGIO
A tutti sarà capitato di partecipare a funerali celebrati in circostanze squallide – in un parcheggio, in un retrobottega, in una stanza insignificante o in luogo di culto estraneo a chi si vuole commemorare. A tutti sarà capitato di ‘attendere’ per settimane la consegna delle ceneri di un defunto, dopo una cremazione avvenuta in un’architettura che somiglia più a una fabbrica di feretri che a uno spazio solenne, o addirittura di dover viaggiare da una regione a un’altra per poter soddisfare il diritto a farsi cremare. Oggi in Italia un terzo della popolazione sceglie la cremazione ad altre forme di sepoltura, per ragioni molteplici – politiche, religiose, logistiche, economiche, ecologiche – ma i crematori non riescono a soddisfare tutte le richieste. La domanda di spazi civili per il rito funebre, tra l’altro, sembra interessare tutte le persone, indifferentemente dalle convinzioni politiche e religiose.
Lo spazio del commiato va dunque radicalmente ripensato, come del resto avviene in altri paesi europei – Belgio, Francia, Germania e tutti i paesi scandinavi – dove l’architettura per i riti funebri laici – crematori, funeral homes, sale del commiato, giardini della memoria etc. – è da qualche decennio oggetto. di un serio dibattito politico ma anche, parallelamente e autonomamente, di una riflessione architettonica, sia nelle compagini accademiche, sia nell’ambito professionale. In Italia tranne poche associazioni (tra le quali la So.Crem, Federazione Italiana Cremazione) ad occuparsene sono quasi esclusivamente le agenzie funebri private (pensiamo alla coraggiosa e irriverente campagna pubblicitaria della Taffo).
Occorre investire tecnologie intellettuali e risorse materiali in un progetto su vasta scala per colmare un vuoto sul piano tanto politico quanto formale. Sebbene la legge italiana in materia, dall’inizio degli anni Novanta (D.P.R. n 285/90), preveda la presenza diffusa sul territorio di strutture progettate a questo scopo, moltissimi comuni ne sono ancora sprovvisti.
Come tutta ‘l’architettura inutile’, la cui ragione principale risiede nella sfera del simbolico e nel mondo magico che essa vuole invocare e incarnare, l’architettura per il rito funebre civile – ma dovremmo aggiungere per qualsiasi altro rito laico – deve essere pensata come uno spazio sacro, seppur in senso anonimo e impersonale.
Il Seminario è l’occasione per approfondire un tema architettonico radicale, necessario e pressoché inedito, attraverso l’incontro con studiosi che hanno affrontato la questione da diverse prospettive. Al termine del Seminario i dottorandi dovranno produrre un ‘manifesto’ in forma libera che rappresenti la sintesi di una riflessione critica, teorica e progettuale sul tema.
Calendario (da confermare)
marzo 2023_Seminario apertura con:
Marta Bianchi, progettista studio bianchimejer
Felice Cimatti, filosofo Università della Calabria
Giovanni Corbellini, architetto Politecnico di Torino
Marcello Massenzio, storico delle religioni Università di Torvergata Linda Natalini, Presidente So.crem Federazione Italiana Cremazioni
aprile / maggio / giugno 2023
5 incontri finalizzati alla costruzione di un ‘manifesto’ teorico-progettuale