La malattia di Alzheimer è la causa più comune di demenza e una delle principali fonti di morbilità e mortalità nella popolazione anziana. La patologia è caratterizzata dall'accumulo nel parenchima cerebrale di aggregati peptidici amiloide-beta extracellulari, derivati dalla scissione della proteina precursore dell'amiloide, da depositi intracellulari di tau iperfosforilata, da neurodegenerazione e attivazione gliale. Tuttavia le modificazioni neuronali e gliali si verificano nel cervello molto prima dei deficit cognitivi e gli studi clinici falliscono, forse anche a causa della mancanza di una diagnosi precoce. La vera sfida è definire nuovi biomarcatori e tecnologie non invasive per misurare i cambiamenti neuropatologici in vivo in fasi pre-sintomatiche. Recenti evidenze su campioni umani e modelli murini indicano la possibilità di rilevare aggregati proteici e altri segni distintivi nella retina, aprendo la strada a un rapido rilevamento non invasivo dei biomarcatori della malattia di Alzheimer. Qui dimostriamo la presenza di nuovi e noti biomarcatori retinici nella retina umana dei malati di Alzheimer. Abbiamo trovato la presenza di placche beta amiloide, grovigli di tau, neurodegenerazione e astrogliosi nello strato cellulare del ganglio retinico. Inoltre, la microglia retinica mostrava un fenotipo microgliale associato a malattia. Noi ipotizziamo la retina come una finestra attraverso la quale monitorare il processo di neurodegenerazione legato alla malattia di Alzheimer.
17 maggio
Il seminario sarà tenuto dalla Prof.ssa Silvia Di Angeloantonio del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia "V. Erspamer"
Sapienza Università di Roma, Roma, presso l'aula C (edificio CU010) alle ore 12:00.