Il Dottorato si propone di contribuire alla formazione di studiosi in grado di analizzare e approfondire le origini dell’idea d’Europa, il pluralismo e la varietà delle culture europee, la costruzione e le attività dell’Unione europea, la proiezione e interazione culturale e politica al di là del continente, alla luce dei più accreditati risultati e approcci scientifici. Obiettivo è lo studio dei processi essenziali di formazione dello spazio politico e culturale nell’Europa dell’età moderna e contemporanea, a partire dall’ idea stessa di Europa (dagli studi classici di Chabod e di Saitta alle suggestioni più recenti di Pagden) al dibattito sulla pluralità di storie e memorie, dalle nuove sensibilità indotte dai processi di unificazione europea alle riflessioni sull’influenza determinante delle altre culture nel territorio europeo. In particolare, si propone di indagare forme e metodi della costruzione di una identità europea fondata sulla valorizzazione delle differenze di etnia, genere, lingua, religione, opinioni politiche, nazionalità, classe sociale, educazione, nascita, abilità, secondo l’Agenda 2030. In una prospettiva diacronica tra tradizione e innovazione, temi quali l’incontro, il riconoscimento, i conflitti, la pacificazione tra diversità culturali e sociali costituiscono un asse centrale della formazione. Il dottorato è aperto alle ricerche sulle relazioni tra il continente europeo e il mondo mediterraneo e a tematiche in prospettiva europea. Si studiano fonti primarie in rapporto ai mutevoli scenari della politica internazionale, moderna e contemporanea, indirizzati da seminari e lezioni che aiutano a cogliere la complessità e a sviluppare chiavi di lettura adeguate. Quattro sono le aree (storica, storico-internazionale, storico-economica, antropologico-sociologica e storico-religiosa), che privilegiano specifici percorsi di ricerca secondo un criterio di interdisciplinarietà e di superamento della dimensione locale. I dottorandi, oltre a svolgere la loro attività di ricerca presso archivi, biblioteche, istituzioni, e a utilizzare gli strumenti delle scienze sociali (dalle interviste, al lavoro sul campo) sono tenuti a frequentare le lezioni previste e le molte occasioni di incontro - tavole rotonde, seminari, dibattiti - al fine di arricchire il loro cursus studiorum. I dottorandi sono sottoposti a verifiche periodiche (almeno due l’anno) per valutare costanza e qualità del lavoro in corso attraverso la discussione e l’analisi critica sia su temi di storia europea sia su realtà storico-geografiche che richiedono il ricorso a strumenti e analisi storiografiche interdisciplinari. Il rapporto con il tutor è costante e può essere di volta in volta integrato dall'apporto di specialisti italiani e stranieri. Sono incoraggiate le cotutele internazionali e l’individuazione di partnership internazionali. I candidati devono presentare progetti di respiro europeo e devono individuare uno dei docenti del collegio come tutor.
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