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Bando ammissione 41° ciclo

[23/6/2025]

È pubblicato il bando aggiuntivo per titoli ed esami per l’ammissione ai Corsi di Dottorato di Ricerca e ai Corsi di Dottorato di Ricerca di Interesse Nazionale del 41° ciclo per l’a.a. 2025/2026: https://www.uniroma1.it/it/pagina/ammissione-ai-corsi-di-dottorato

Le domande di partecipazione al concorso devono essere presentate inderogabilmente entro il 21 luglio 2025 alle ore 23:59 (ora locale).

Per le Specifiche cliccare nel box a sx, Concorso di ammissione 41° ciclo

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Presentazione

 


41° Ciclo

Università italiane che sostengono il Phd in Peace Studies con borse di studio:
 Università degli Studi di TRENTO; Università degli Studi di PERUGIA Stranieri; Università degli Studi di FIRENZE; Università UNITELMA Sapienza; Università degli Studi di CAGLIARI; Università degli Studi “Magna Grecia” di CATANZARO; Università degli Studi “G. D’Annunzio” CHIETI-PESCARA; Università degli Studi di PADOVA; Università degli Studi di PISA; Politecnico di TORINO; Università degli Studi di ROMA TRE; Università degli Studi di BRESCIA; Università degli Studi di MILANO; Università degli Studi di MODENA e REGGIO EMILIA; Università degli Studi di NAPOLI “L’Orientale”, Università degli Studi di PALERMO; Università degli Studi di TORINO; Università degli Studi di L’AQUILA; Università degli Studi di ROMA “Tor Vergata”; Università degli Studi “Mediterranea” di REGGIO CALABRIA; Università per stranieri di SIENA; Università degli Studi di NAPOLI Federico II; Università degli Studi di MESSINA; Università degli Studi di BARI “Aldo Moro”; Università degli Studi di FERRARA;

Enti Esterni: Istituto Buddhista Italiano Soka Gakkai; Comunità di Sant’Egidio;
Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR); CARITAS

40° Ciclo

Università italiane che sostengono il Phd in Peace Studies con borse di studio: 
Università degli Studi di CAGLIARI; Università degli Studi “Magna Grecia” di CATANZARO; Università degli Studi “G. D’Annunzio” CHIETI-PESCARA; Università degli Studi di PADOVA; Università degli Studi di PISA; Politecnico di TORINO; Università degli Studi di ROMA TRE; Università degli Studi INSUBRIA Varese Como; Università degli Studi di BERGAMO; Università degli Studi di BRESCIA; Università degli Studi di MILANO; Università degli Studi di MODENA e REGGIO EMILIA; Università degli Studi di NAPOLI “L’Orientale”, Università degli Studi di PALERMO; Università degli Studi di ROMA “Foro Italico”; Università degli Studi di TORINO; Università degli Studi di L’AQUILA; Università degli Studi di ROMA “Tor Vergata”; Università degli Studi “Mediterranea” di REGGIO CALABRIA; Università degli Studi di MILANO BICOCCA; Università per stranieri di SIENA; Università degli Studi di NAPOLI Federico II; Università degli Studi di MESSINA; Università degli Studi di BARI “Aldo Moro”; Università degli Studi di FERRARA
Enti Esterni: Società Geografica Italiana, Istituto Avventista; Chiesa Apostolica in Italia; Istituto Buddhista Italiano Soka Gakkai; Terme di Chianciano
 

Presentazione
Il dottorato di ricerca di interesse nazionale in Peace Studies costituisce un luogo di formazione e di ricerca interdisciplinare e innovativo sulle tematichedel conflitto e della pace. Primo nel suo genere in Italia, nasce per iniziativa di RUniPace, la Rete delle Università Italiane per la Pace (Rete CRUI). LaRete ne ha ispirato i valori istitutivi, la progettualità interdisciplinare, l'interazione costruttiva interateneo e fra mondo universitario e società italiana insenso lato, tenendo conto dei valori fondativi delle Università che ne sono parte e della CRUI che le riunisce. Sono presenti in Italia corsi di laurea dilivello triennale e magistrale, centri di ricerca dedicati allo studio della pace e per la pace, importanti iniziative ad ogni livello della vita universitaria:questo progetto rende possibile lo sviluppo a livello dottorale di saperi specialistici, attività di ricerca di alta qualificazione, pratiche e competenzetrasversali utili per individuare e prevenire situazioni di potenziale conflitto. Le Università aderenti si propongono di sviluppare in Italia, in una vivaceinterazione con progetti analoghi già avviati a livello internazionale, una formazione superiore nell’ambito delle tematiche della pace, dei diritti umani,degli studi su conflitto e pace, del disarmo e della costruzione di società sostenibili.
Il Dottorato di Interesse Nazionale (DIN) in Peace Studies fa riferimento nel suo progetto fondativo ai valori della Carta delle Nazioni Unite, dellaDichiarazione universale dei diritti umani, dell’ordinamento dell’Unione Europea e della Costituzione Italiana, ai diversi accordi di cooperazioneinternazionale dei quali l’Italia è parte, alle articolazioni dei Sustainable Development Goals (SDG) dell’Agenda ONU 2030 e alle politiche locali per lapace, il benessere comune e la qualità della vita. Un riferimento immediato è altresì alle aree prioritarie del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza(PNRR), alla concezione di una progettualità didattica innovativa in particolare in funzione della pubblica amministrazione e del Piano nazionale per laricerca, a una diffusione di una conoscenza delle tematiche e degli ambiti di studio e di ricerca relativi alla pace in ambito universitario, nelleamministrazioni pubbliche e in altri percorsi professionali di elevata innovatività.
Nel progetto dottorale la pace è intesa quale “pace positiva”, ossia pace che si costruisce con strumenti pacifici e a vari livelli sociali: dalla costruzione diun ordine internazionale che ripudia la guerra come strumento di soluzione delle controversie fra Stati, a una pace frutto di solidarietà e di giustiziasociale. La “pace positiva” dipende dalle azioni di tutti coloro che, a vario titolo, reclamano il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri dellafamiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili” (Dichiarazione dei diritti umani, Premessa)
La comunità accademica intende contribuire a questo sforzo attivando un percorso nazionale di conoscenza e ricerca per la pace di interconnessionetransdisciplinare, in quanto i “peace studies” non sono un semplice campo di studi simile ad altre discipline analitiche, ma un ambito che sfida tutte lescienze a impegnare i propri statuti metodologici, sostantivi e di ricerca verso la costruzione di questa “pace positiva”. L’obiettivo complessivo di questoprogetto consiste dunque nella promozione di percorsi di alta formazione e ricerca interdisciplinari e trasversali capaci di fornire prospettive innovative edi sviluppare un campo di studi che possa avere un impatto significativo e positivo per una società che deve fare i conti con un ambiente naturale eantropico in continua trasformazione. Per questo il dottorato è organizzato in 10 curricula formativi, che prevedono una didattica specifica per tematiche.Ogni curriculum include una grande varietà di Settori Scientifico Disciplinari, raccogliendo da ogni università personale docente e ricercatore esperto, neirispettivi ambiti, delle tematiche del dottorato.

Obiettivi formativi generali
Il DIN in Peace Studies, attraverso un percorso formativo di elevata qualificazione, intende formare professionalità nei diversi campi di studio e ricercaafferenti ai peace studies. I dottori di ricerca in Peace Studies dovranno essere capaci di analizzare, attraverso un approccio interdisciplinare, ledinamiche del conflitto e della pace, della riconciliazione e mediazione, dell’intersezione e interazione sociale e culturale e degli aspetti della geopolitica,delle relazioni internazionali, dell'economia e delle realtà istituzionali locali, nazionali e sovranazionali caratterizzate da conflittualità a diversi livelli infunzione della comprensione dei processi di trasformazione in senso pacifico delle dinamiche relazionali umane, sociali, politiche e dello sviluppotecnico-scientifico. L’obiettivo del dottorato è dunque quello di formare esperti che 1) possano rivolgersi al mondo accademico con specializzazionesettoriale ma con un ricco patrimonio di competenze, conoscenze e capacità che si riferiscano all’ambito degli studi sulla pace e per la pace, con unacapacità di visione globale che travalichi la propria specifica competenza; 2) possano interagire positivamente con organizzazioni, istituzioni, pubblicheamministrazioni e organismi intergovernativi e con strutture sociali, aziendali e di comunità a livello locale, nazionale e sovranazionale, per contribuireallo sviluppo di policy inclusive, pacifiche, sostenibili; 3) possano costituire un gruppo transdisciplinare di studiosi, ricercatori, operatori e tecnici con unaspecifica competenza sui temi della pace e del conflitto, capace di implementare progetti coordinati di formazione, ricerca e terza missione a livellonazionale e internazionale.
Il programma interdisciplinare del DIN in Peace Studies è pensato per rendere possibile da parte dei dottorandi e delle dottorande l’implementazione esviluppo di ricerche originali, che contribuiscano alla crescita dei diversi settori scientifico disciplinari in relazione alla comprensione e studio delledinamiche della pace e alla formazione e ricerca per la pace e sulla pace nelle sue molteplici declinazioni: ciò potrà avvenire sia dal punto di vistateorico, metodologico e dell’elaborazione concettuale, sia dal punto di vista storico e analitico, sia dal punto di vista tecnico e pratico in relazione alledinamiche della comprensione e analisi delle buone prassi, della ricerca-azione, e dello sviluppo di esiti applicativi. In una prospettiva diacronica di lungadurata e in un’ottica di interazione continua tra tradizione e innovazione, temi quali l’incontro, il riconoscimento, i conflitti, la sintonia, la coesistenza e ilrispetto tra diversità culturali, sociali e religiose costituiscono un asse centrale della formazione. Il corso mira a fornire ai dottorandi e alle dottorande lecompetenze di ricerca necessarie per costruire e sviluppare in autonomia, lavorando proficuamente con il collegio docenti e con i supervisori, in unaforte propensione alla interazione interdisciplinare tra pari, metodologie di ricerca efficaci per la raccolta, l’analisi e l’interpretazione delle fonti e delmateriale euristico, per l’applicazione di elaborazioni teoriche e di tecniche a contesti culturali specifici, sia pubblici che privati, per l’analisi e laprogettazione di buone pratiche in relazione a organismi sia pubblici che privati, su scala locale, nazionale, transnazionale e globale.
I dottori di ricerca in Peace Studies potranno operare sia nell’ambito della ricerca e della didattica universitaria, sia all’interno della pubblicaamministrazione e delle istituzioni pubbliche e private che prevedano o possano prevedere la presenza di consulenti, funzionari, mediatori culturali e altripromotori culturali della pace, per ideare e sviluppare attività di ricerca, processi intellettuali, culturali e istituzionali, nonché politiche, azioni pratiche esoluzioni tecnologiche in senso pacifico, inclusivo e sostenibile.
La formazione inter- e transdisciplinare comprende gli studi delle tradizionali aree umanistica (Studi storico-filosofici, artistico-letterari, giuridici,economici, politologici, sociologici, antropologici, geografici, comunicativi, ecc.), scientifica (Studi fisici e matematici, Scienze naturali, Informatica),medica (Studi psicologici, di Global Health, di diritto alla salute, ecc.), e tecnica (architettura, ingegneria e design, Studi conservativo-museografici,Heritage, ecc.), valorizzando le specifiche competenze analitiche, metodologiche e linguistiche e promuovendo l’interazione con i più innovativi studi digenere e intersezionali, con gli studi postcoloniali e con le Digital Humanities

Sbocchi occupazionali e professionali
I dottori di ricerca in Peace Studies potranno contribuire ai processi intellettuali, culturali, istituzionali e progettuali ad ogni livello nell’ambito delladiffusione di una cultura della pace sostenibile e di una ricerca-azione ad essa funzionale. Il DIN in Peace Studies risponde all'esigenza di formare figurealtamente specializzate nei diversi ambiti della ricerca accademica e della diplomazia culturale nelle pubbliche amministrazioni sovranazionali, nazionalie locali, nelle istituzioni e organizzazioni internazionali e transnazionali governative e non governative, nel settore privato. Per questa ragione, ilDottorato di Interesse Nazionale in Peace Studies prevede i seguenti sbocchi occupazionali:
1) Figure impegnate nella ricerca avanzata in grado di costruire e condurre in forma autonoma progetti di ricerca e ricerca-azione disciplinari,interdisciplinari e transdisciplinari nel campo dei Peace Studies e degli specifici settori scientifico-disciplinari a diverso titolo implicati nello studio dellapace e per la pace, nell'ambito delle Università italiane e internazionali, degli istituti e centri di ricerca sia pubblici che privati.
2) Figure di docenti di livello universitario in grado di sviluppare progetti innovativi di formazione a tutti i livelli nel campo dei Peace Studies e degli specifici settori scientifico-disciplinari a diverso titolo implicati nella didattica della pace e per la pace, nell'ambito delle Università italiane e internazionali,degli istituti di formazione e di produzione culturale e dei centri di ricerca pubblici e privati.
3) Profili professionali di alta qualificazione nelle scienze giuridiche, sociali, antropologiche, psicologiche e del progetto adatti a diversi contesti(scolastici, aziendali, professionali, familiari e pubbliche amministrazioni) nell'affrontare le questioni legate all’analisi e risoluzione del conflitto, all’analisi,progettazione e promozione di buone prassi, allo sviluppo di progettualità per una società pacifica e sostenibile.
4) Figure altamente qualificate nell'ambito interdisciplinare dei Peace Studies, che possano svolgere, in contesti occupazionali pubblici e privati,nazionali e internazionali, ruoli innovativi quali quelli di:
– funzionari o consulenti del settore pubblico o privato per il disegno, lo sviluppo e la realizzazione di programmi, progetti e politiche di convivenzapacifica e sostenibile
– operatori della cultura e della comunicazione, giornalisti, addetti stampa e pubbliche relazioni nel settore pubblico e privato per lo sviluppo di piani dicomunicazione basati sulla trasformazione del conflitto e l’interazione pacifica e sostenibile, anche con riferimento all’uso delle tecnologie e dei socialmedia
– docenti e operatori di istituti di formazione di ogni ordine e grado, pubblici e privati, anche con ruolo dirigenziale e con responsabilità progettualerispetto a programmi didattici innovativi riferiti alla formazione trasversale sulle tematiche della pace, dei diritti umani, del dialogo interculturale e dellatrasformazione del conflitto
– formatori rispetto a progetti di longlife learning, per coordinare e realizzare progetti formativi nell’ambito delle tematiche della pace e dellatrasformazione del conflitto anche in funzione di specifiche categorie sociali e professionali quali insegnanti, educatori museali ed esperti del culturalheritage, responsabili di spazi monumentali e memoriali, militari in missione di pace, operatori di ONG, giornalisti, ecc.
– funzionari di istituzioni locali, regionali, nazionali e internazionali altamente qualificati nella tutela dei diritti della persona e dei popoli e nello sviluppo diistituzioni democratiche.
– analisti di conflitto (Conflict Mapping, sviluppo di scenari), operatori di pace di terreno in contesti di conflitti.
– ingegneri, architetti, designer e altre figure tecniche esperte nella progettazione e nella gestione di interventi di protezione e messa in sicurezza dellapopolazione nelle aree di crisi e conflitto, nelle situazioni di emergenza (anche ambientali) e, in generale, in condizioni di scarsità di risorse;
– esperti di disaster risk management.

Curriculum 1 – Tecnologia, sostenibilità e pace

Docenti referenti
Viviana Molaschi, Walter Franco

Docenti proponenti
Maria Carmela Agodi (Università di Napoli Federico II - SPS/07 Sociologia generale); Marina Clerico (Politecnico di Torino - ING-IND/28 Ingegneria esicurezza degli scavi); Anna D’Ambrosio (Politecnico di Torino - SECS-P/06 Economia applicata); Antonio Di Campli (Politecnico di Torino - ICAR/21Urbanistica); Walter Franco (Politecnico di Torino - ING-IND/13 Meccanica applicata alle macchine); Caterina Mele (Politecnico di Torino - ICAR/10Architettura tecnica); Viviana Molaschi (Politecnico di Torino - IUS/10 Diritto amministrativo); Ilenia Picardi (Napoli Federico II - SPS/07 Sociologiagenerale).

Descrizione del curriculum
Il progresso scientifico e tecnologico si caratterizza per una complessa ambivalenza. Le tecnologie possono porsi al servizio sia della pace che dellaguerra, condizionando le dinamiche socio-economiche e il rapporto con l’ambiente e con le risorse.
Il percorso di dottorato si propone di promuovere ricerca e formazione finalizzate a formare figure in grado di comprendere e gestire l’ambivalenza delprogresso tecnico-scientifico e delle sue implicazioni, economiche, sociali, ambientali nonché etiche e politiche, e capaci di orientare le propriecompetenze verso obiettivi di sostenibilità, inclusione, giustizia sociale e pace.
Il curriculum muove dalla convinzione in base alla quale il rapporto tra tecnologia, sostenibilità e pace debba essere affrontato sia all’interno del mondoscientifico e tecnologico che nel sistema di principi, valori e regole che una società intende darsi e con cui scienza e tecnica si relazionano.
Il percorso integra quindi metodi e discipline riguardanti tanto la realizzazione quanto la gestione e la regolazione dell’innovazione tecnico-scientifica esociale ai fini della sua declinazione in termini di sostenibilità e pace. Si caratterizza per la forte connotazione multi e interdisciplinare, coinvolgendosaperi delle aree scientifica, tecnologica ed umanistica, ed è aperto a laureati provenienti dalle diverse aree.

Temi di ricerca e obiettivi formativi specifici
Il curriculum propone attività di ricerca e obiettivi formativi volti allo sviluppo di temi quali:
la ricerca di strumenti metodologici, inter e transdisciplinari, adeguati alla complessità e alla dimensione sistemica dei conflitti;
il ruolo non neutrale e il dual use di scienza e tecnica;
i principi ispiratori di un’innovazione tecnico-scientifica sostenibile, consapevole e responsabile;
il ruolo giocato dalla “democratizzazione” di scienza e tecnologia ai fini della sostenibilità e della creazione di processi decisionali partecipati e societàpiù inclusive e meno conflittuali;
l’incidenza della globalizzazione, considerata in termini economici e tecnologici, nonché geopolitici, sulla generazione di conflitti e guerre e sulla pace;
il rapporto tra tecnologie, economia di guerra ed economia di pace;
tecnologia e tecnica al servizio di società più eque e di popolazioni a rischio di conflitto ovvero vittima di conflitti in corso o conclusi (TecnologieAppropriate; interventi costruttivi, di riparazione o protettivi; gestione dell’emergenza, ecc.);
i rapporti tra sviluppo tecnologico, impatto sull’ambiente e pace;
i rapporti tra progetto, innovazione sociale e inclusione.

Curriculum 2 – Identità, Memorie, Religioni e Pace

Docenti referenti
Mariachiara Giorda, Carmelo Russo

Docenti proponenti
Enrico Acciai (Università di Roma Tor Vergata - M-STO/04, Storia contemporanea); Matteo Al Kalak (Università di Modena e Reggio Emilia - M-STO/02Storia moderna); Francesco Antonelli (Università di Roma Tre - SPS/07 Sociologia generale); Marinella Ceravolo (Sapienza Università di Roma - M-STO/06 Storia delle religioni); Pierluigi Consorti (Università di Pisa - IUS/11 Diritto e religione); Francesca Corrao (Luiss - L-OR/12 Lingua e letteraturaaraba); Massimo De Giuseppe (IULM - M-STO/04 Storia contemporanea); Laura Farroni (Università di Roma Tre - ICAR/17 Disegno); Francesco Ferrari(Goethe Universität Frankfurt - M/FIL-03 Filosofia Morale); Massimo Carlo Giannini (Università di Teramo - M-STO/02 Storia moderna); Maria ChiaraGiorda (Università di Roma Tre - M-STO/06 Storia delle religioni); Giuseppe Giordano (Univeristà di Roma Tor Vergata - L-ART/08 Etnomusicologia);Marco Impagliazzo (Università di Roma Tre - M-STO/04 Storia contemporanea); Noemi Lanna (Università di Napoli L’Orientale - L-OR/23 Storia dell’AsiaOrientale e Sud-Orientale); Gaetano Lettieri (Sapienza Università di Roma - M-STO/07 Storia del Cristianesimo e delle Chiese); Umberto Longo(Sapienza Università di Roma - M-STO/01 Storia Medievale); Manfredi Merluzzi (Università di Roma Tre - M-STO/02 Storia moderna); Orietta Ombrosi(Sapienza Università di Roma - M-FIL/03 Filosofia morale); Paola Pizzo (Università di Chieti-Pescara - M-STO/04 Storia contemporanea); DomenicoRizzo (Università di Napoli L’Orientale - M-STO/04 Storia contemporanea); Carmelo Russo (Sapienza Università di Roma - M-DEA/01 Disciplinedemoetnoantropologiche); Alessandro Saggioro (Sapienza Università di Roma - M-STO/06 Storia delle religioni); Renata Salvarani (Università Europea -M-STO/07 Storia del Cristianesimo e delle Chiese); Kristina Stoeckl (LUISS - SPS/07 Sociologia generale); Francesco Valerio Tommasi (Sapienza Università di Roma - M-FIL/06 Storia della filosofia); Annalisa Tota (Università di Roma Tre - SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi);Roberto Tottoli (Università di Napoli L’Orientale L-OR/10 Storia dei Paesi islamici).

Descrizione del curriculum
Nell’ambito delle scienze storiche, storico-religiose e demoetnoantropologiche è imprescindibile osservare la pace come oggetto storico, costantemente(ri)definito da interazioni sociali, politiche e religiose. Per queste ragioni, il curriculum Identità, Memorie, Religioni e Pace ha come obiettivo l’analisitrasversale e multidisciplinare della pace all’interno di contesti storici che potranno andare dal passato al presente e di perimetri geografici che andrannodalla dimensione locale a quelle transnazionale e globale, anche con l’ausilio degli strumenti degli studi areali. Le ricerche condotte saranno volte adelineare, tramite prospettive sincroniche e diacroniche, come le modalità di gestione dei conflitti influiscano sulle identità e le memorie delle comunità,plasmandone le istituzioni, i luoghi, le pratiche e le credenze. Le attività e gli obiettivi formativi del curriculum Identità, Memorie, Religioni e Pace mirano a favorire l’acquisizione di conoscenze teoriche e di strumentimetodologici utili all’esercizio delle attività di ricerca, di studio e di analisi di elevata qualificazione, integrando gli apporti di diverse discipline tra cuiquelle storiche, sociologiche, storico-religiose, storico-artistiche e demoetnoantropologiche, giuridiche.

Temi di ricerca e obiettivi formativi specifici
La pace e i conflitti verranno investigati in un’ottica prevalentemente storica e con taglio interdisciplinare nei loro aspetti narrativi, concettuali e retoricicosì come in quelli materiali, spaziali e simbolici, per mezzo di studi relativi a:
le narrazioni che costituiscono i discorsi sulla pace, sulla riconciliazione e la nonviolenza nell’ambito delle credenze religiose, delle istituzioni politiche edelle memorie collettive;
le pratiche della pace e della riconciliazione nei diversi contesti storici, culturali e religiosi (dal livello locale a quello globale) con attenzione alle questionidi genere;
la risemantizzazione da parte di comunità e gruppi di concetti, luoghi e simboli di pace appartenenti al passato;
la (ri)formulazione di narrazioni, pratiche e credenze sulla pace e i conflitti a seguito di processi di negoziazione e riconciliazione tra forze politiche ereligiose di uno o più gruppi umani, anche in relazione al patrimonio culturale;
il modo in cui i processi di peacebuilding e riconciliazione siano in grado di interagire con gli spazi, creando luoghi di memoria, coesione e identità,anche in relazione ai processi di cancel culture e di difficult heritage;
la produzione, lo scambio e i processi e le richieste inerenti alla repatriation di oggetti, monumenti e artefatti considerati veicolo di pace ed espressionemateriale della sua attuazione, anche in ottica postcoloniale;
il mantenimento o l’oblio della memoria attraverso la materialità di oggetti ed edifici;
la condivisione di memorie collettive attraverso pratiche di negoziazione, mediazione e riconciliazione;
la ricerca-analisi di prodotti culturali (sia beni materiali che immateriali) relativi al concetto di pace e i contesti rituali/cerimoniali di produzione e fruizione.
La diffusione di pratiche della pace nell’ambito dell’azione di enti e istituzioni transnazionali

Curriculum 3 – Costruzione della pace, diritti umani, diritti dei popoli

Docenti referenti
Marco Mascia, Costanza Nardocci

Docenti proponenti
Antonio Angelucci (Università dell’Insubria - IUS/11 Diritto e religione); Angela Bernardo (Sapienza Università di Roma - M-STO/06 Storia delle religioni);Raffaele Cadin (Sapienza Università di Roma - IUS/13 Diritto internazionale); Paola Degani (Università di Padova - SPS/04 Scienza politica); Pietro dePerini (Università di Padova - SPS/04 Scienza politica), Marco Mascia (Università di Padova - SPS/04 Scienza politica); Alessandra Mignolli (SapienzaUniversità di Roma - IUS/14 Diritto dell’Unione europea); Costanza Nardocci (Università Statale di Milano - IUS/08 Diritto Costituzionale); Raffaella Nigro(Università di Catanzaro - IUS/13 Diritto internazionale), Attilio Pisanò (Università del Salento - IUS/20 Filosofia del diritto); Davide Antonio Ragozzino(Sapienza Università di Roma - BIO/09 Fisiologia); Mirko Sossai (Università di Roma Tre - IUS/13 Diritto internazionale); Luca Scuccimarra (SapienzaUniversità di Roma - SPS/02 Storia delle dottrine politiche); Francescomaria Tedesco (Università di Camerino - SPS/01 Filosofia politica); BenedettoZaccaria (Università di Padova - SPS/06 Storia delle relazioni internazionali).

Descrizione del curriculum
Il curriculum “Diritti umani, diritti dei popoli, costruzione della pace” concentra la sua attenzione sulla pace intesa quale diritto fondamentale dellapersona e dei popoli, fondato sul principio della dignità umana.
Le relazioni fra pace, sicurezza e sviluppo saranno studiate nelle loro interconnessioni, in base al presupposto che un organico e sostenibile sviluppoeconomico, sociale, culturale e politico possa eliminare le minacce della guerra, promuovendo il disarmo e rafforzando il ruolo delle Nazioni Unite nellaprevenzione delle violazioni e nella protezione dei diritti umani, in termini giuridici e istituzionali, a vantaggio di modelli di convivenza democratica enonviolenta.

Temi di ricerca e obiettivi formativi specifici
Gli obiettivi formativi del curriculum “Diritti umani, diritti dei popoli, costruzione della pace” si svilupperanno attraverso l’analisi trasversale emultidisciplinare della pace nel sistema di governance multilivello c.d. “dalla città all’ONU”, valorizzando il principio di sussidiarietà quale strumento piùidoneo per evitare concentrazioni di potere e sostenere il ruolo del diritto internazionale dei diritti umani.
Un ulteriore obiettivo è quello di fornire le competenze necessarie per comprendere e analizzare gli attuali processi strutturali di mutamento sociale e illoro impatto sui sistemi di governance, favorendo l’acquisizione di conoscenze teoriche e di strumenti metodologici propri di diverse discipline socialicontigue, con particolare riferimento alle scienze politologiche, giuridiche, storiche, pedagogiche, psicologiche.
I temi di ricerca saranno perciò affrontati in un’ottica transdisciplinare con studi relativi:
ai principali modelli di Peace Studies, con particolare riferimento alla protezione della sicurezza umana, allo sviluppo umano, al disarmo, all’educazioneai diritti umani e alla pace, alla trasformazione nonviolenta dei conflitti, alla democrazia internazionale;
allo sviluppo del diritto internazionale della persona e dei popoli e dei correlati sistemi di garanzia, allo studio della giustizia penale internazionale e deldiritto dei beni comuni globali;
all’applicazione dello “human rights based approach” alle politiche pubbliche a livello locale, nazionale e internazionale nel quadro degli obiettivi disviluppo sostenibile enunciati nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite;
ai campi di operatività delle organizzazioni internazionali, governative e nongovernative, nell’ambito della protezione trasversale dei diritti umani, dellaloro interdipendenza e indivisibilità, dello stato di diritto e dei principi democratici;
alle pratiche di governance multilivello per l'attuazione dei diritti umani e della pace, con particolare attenzione al ruolo, al contributo e all'interazione deidiversi attori coinvolti in questi processi, con taglio critico verso le sfide contemporanee al multilateralismo;
allo sviluppo dei Corpi civili di pace alla luce della sperimentazione in atto in Italia e con riferimento alla sua partecipazione alle missioni internazionali inconformità alla legge 145/2016.

Curriculum 4 – Educazione alla pace e migrazioni

Docenti referenti
Claudio Baraldi, Silvia Nanni

Docenti proponenti
Claudio Baraldi (Università di Modena e Reggio Emilia - SPS/08, Sociologia dei processi culturali e comunicativi); Francesco Cherubini (LUISS - IUS-14Diritto dell’Unione Europea, LUISS); Federico Farini (University of Northampton - SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi); MassimilianoFiorucci (Università di Roma Tre - M-PED/01 Pedagogia generale e sociale); Maria Grazia Galantino (Università di Roma La Sapienza - SPS/07Sociologia generale); Barbara Gross (University of Chemnitz - M-PED/01 Pedagogia Generale e Sociale); Silvia Nanni (Università dell’Aquila - M-PED/01 Pedagogia generale e sociale); Alessandro Vaccarelli (Università dell’Aquila - M-PED/01 Pedagogia generale e sociale).

Descrizione del curriculum
In una prospettiva interdisciplinare che tiene insieme diversi approcci ai temi dell’educazione alla pace e del collegamento tra pace e fenomeni migratori,il curriculum fornisce strumenti concettuali specifici per affrontare queste due aree di analisi. Per quanto riguarda l’educazione alla pace, siapprofondiscono le dinamiche di genere e l’uso di strumenti digitali come modi di creare le condizioni per la produzione di storie, esperienze e ideerelative alla pace. Questi temi sono sviluppati attraverso la sperimentazione di laboratori. Educare alla pace costituisce uno degli obiettivi dell’Agenda2030 e in particolare è uno degli elementi fondamentali per garantire un'istruzione di qualità inclusiva ed equa. Sarà previsto un focus su conoscenze ecompetenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, anche tramite un’educazione volta ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione diuna cultura pacifica e nonviolenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali. Il tema dell’educazione alla pace troveràcollocazione all’interno di un necessario approfondimento teorico-pratico-metodologico inerente al contesto scolastico nel e del quale approfondire edeclinare progetti e attività che coinvolgano da un lato bambine e bambini, ragazzi e ragazze e dall’altro il mondo delle/degli insegnanti.
Il curriculum, inoltre, esplora la costruzione della pace nella relazione tra migrazioni e logica “neo-coloniale”, esaminando il principio di cittadinanza perquanto riguarda le cosiddette “seconde generazioni” di migranti e i “minori stranieri non accompagnati”, in una dimensione politico-giuridica voltaall’elaborazione di soluzioni normative alle questioni poste dalla mobilità internazionale. Vengono inoltre proposti i temi della giustizia riparativa e dellagiustizia transizionale per la tutela dei diritti, come metodologie di gestione dei conflitti e di contrasto alla violenza, con particolare riferimento allavulnerabilità. Viene infine proposta una storicizzazione delle migrazioni in relazione alle loro cause e alle pratiche di ricostruzione dei loro percorsi.

Temi di ricerca e obiettivi formativi specifici
I percorsi specifici sono i seguenti:
Fondamenti dell’educazione alla pace: analisi e sperimentazione laboratoriale del collegamento tra costruzione della pace, forme dialogiche e agency.
Interazione tra migrazioni e “pace positiva”: seconde generazioni e “minori stranieri non accompagnati” come osservatorio di politiche di cittadinanza eprocessi di de-colonizzazione.
Risultati dell’Agenda “Donne, Pace e Sicurezza” e Piani d’Azione Nazionali: riconoscimento delle donne come agenti attive nella risoluzione dei conflitti enella promozione della pace.
Agenda 2030 e pari opportunità.
Analisi critica della natura del fenomeno dell’hate speech e delle sue manifestazioni (discriminazioni, stereotipi, pregiudizi, violenza) nei confronti delleminoranze e delle persone con vulnerabilità.
Soft Skill e educazione sostenibile.
Dimensioni dei conflitti e uso del conflict-peace profile (CPP): 'analisi delle comunicazioni e delle narrazioni (audiovisive e transmediali) e dei videogiochinei sistemi conflittuali e pacifici.
Migrazioni e costruzione della pace nell’assetto geo-politico mondiale: “nation-building”, prospettiva teorico-giuridica del multiculturalismo e promozionedella “pace positiva”.
Fondamenti della giustizia riparativa e della giustizia transizionale: metodologie di gestione dei conflitti e pratiche di guarigione della sofferenza generatadall’ingiustizia.
Confine tra migrazioni volontarie e migrazioni forzate: confronto tra narrazioni mediatiche e geostorie orali dei soggetti migranti e intrecci pacifici nellecomunità trans-locali.

Curriculum 5 – Architetture e paesaggi di pace

Docenti refernti
Maria Argenti, Olivia Longo, Carlo Alberto Romano

Docenti proponenti:
Ali Abu Ghanimeh (The University of Jordan – ICAR/17 Disegno); Maria Argenti (Sapienza Università di Roma – ICAR/14 Composizione architettonica eurbana); Claudia Battaino (Università di Trento – ICAR/14 Composizione architettonica e urbana); João Ferreira Nunes (Università della Svizzera italiana– ICAR/15 Architettura del Paesaggio); Olivia Longo (Università degli Studi di Brescia – ICAR/14 Composizione architettonica e urbana); GiovannaMarconi (Università IUAV di VENEZIA - ICAR/21 Urbanistica); Anna Bruna Menghini (Sapienza Università di Roma – ICAR/14 Composizionearchitettonica e urbana); Carlo Alberto Romano (Università degli Studi di Brescia, MED/43 Medicina legale).

Descrizione del curriculum
Il curriculum Architetture e paesaggi per la pace si pone l’obiettivo di formare una cultura progettuale attenta all’impatto sociale dell’architettura nelbreve, medio e lungo periodo.
Gli ambiti di ricerca volti a indagare e stimolare la trasformazione urbana e rurale vengono affrontati in un’ottica interdisciplinare di pace, sostenibilità,innovazione, riuso, partecipazione attiva e community building.
Il percorso curricolare ha diversi fuochi (teorico, storico, metodologico, tecnologico, estetico) tenuti insieme da una visione olistica delle architetture perla pace, che ha anch’essa bisogno di essere progettata, come un edificio.
Il curriculum intende innanzitutto stimolare nei dottorandi la consapevolezza che anche la costruzione dello spazio che viviamo, delle città che abitiamo edei territori che attraversiamo può contribuire alla costruzione di un clima di pace e di convivenza civile, restituendo all’architettura il ruolo di dare unadimensione fisica alle comunità, una dimensione etica alla bellezza ed una dimensione sociale ai luoghi.
L’obiettivo è quindi quello di indirizzare e guidare studi, ricerche e sperimentazioni sul campo, in modo da alimentare la crescita di una concreta capacitàcritica e progettuale nel peacebuilding architettonico.

Temi di ricerca e obiettivi formativi specifici
Il curriculum tratterà alcune delle seguenti tematiche:
Gestione dei conflitti interculturali nei processi di peacebuilding;
architettura per l’emergenza (conflitti bellici, migrazioni, crisi umanitarie, mutamenti ambientali);
architettura della ricostruzione;
architettura e disarmo: riuso e della riconversione di aree militari e edifici dismessi;
architettura per il dialogo interreligioso e interculturale;
architettura della memoria condivisa (memoriali e musei dedicati, per es. musei dei diritti umani);
architettura inclusiva: condivisione e solidarietà vs separazione e discriminazione (per es. slum upgrading);
architettura dei confini;
architettura per la cooperazione (per es. con il Global South);
architetture per la comunità;
architettura e cittadinanza;
architettura e democrazia;
architettura per la giustizia;
architettura e prevenzione del disagio sociale;
i grandi maestri del nostro tempo per l’architettura di pace.

Curriculum 6 – Spazio, territori, risorse e narrazioni nella prospettiva della pace

Docenti referenti
Aide Esu, Massimiliano Tabusi

Docenti proponenti
Aide Esu (Università di Cagliari - SPS/07 Sociologia Generale); Gianfranco Franz (Università di Ferrara - ICAR/20 Tecnica e Pianificazione Urbana);Matteo Puttilli (Università di Firenze - M-GGR/01 Geografia); Annalisa Giampino (Università di Palermo - ICAR/21 Urbanistica ); Francesca RomanaLenzi (Foro Italico - SPS/07 Sociologia Generale); Mirella Loda (Firenze, M-GGR/01 Geografia); Paola Minoia (Torino - M-GGR/02 Geografiaeconomico-politica); Marco Picone (Università di Palermo - M-GGR/01 Geografia); Giuseppe Ricotta (Università di Roma La Sapienza - SPS/07Sociologia Generale); Giovanni Sistu (Università di Cagliari - M-GGR/02 Geografia Economica); Massimiliano Tabusi (Università per Stranieri di Siena -M-GGR/01 Geografia).

Descrizione del curriculum
Il curriculum Spazio, territori, risorse e narrazioni nella prospettiva della pace si riferisce alla dimensione dello spazio, alla sua produzione, alla suaorganizzazione, all’esperienza, alla percezione, all’immaginario e ai relativi aspetti simbolici. Questi elementi sono centrali nella gestione dei conflitti,che, intesi come interessi diversi in competizione, sono fisiologici ma possono essere gestiti con modalità più o meno pacifiche. La capacità di “leggere”lo spazio e di costruirlo è importante per la comprensione della complessità dei processi, per dissipare pregiudizi che ostacolano la pace, per favorire laconoscenza reciproca e rimuovere la percezione della guerra come evento “naturale”, educando alla cittadinanza globale. Questa complessità èriconducibile a due piani principali, quello micro (interpersonale) a quello macro (geografico-sociale e geografico-politico), che si declinano su più ambiti:
Risorse e spazio: L’utilizzo delle risorse essenziali, quali terra, acqua, fonti energetiche può diventare fattore scatenante di conflitto oppure esseregestito in modalità orientata alla convivenza pacifica.
Dualismo urbano-rurale: La progressiva spinta all’urbanizzazione impatta fortemente tanto i contesti urbani (distribuzione di risorse; concentrazione diproblematiche relative a occupabilità, housing, gentrificazione; pressioni demografiche) quanto quelli rurali (abbandono degli spazi coltivati; mutazioninel paesaggio agricolo; politiche d’uso della terra).
Confini: Storicamente i confini sono oggetto di conflitti e dispute e tensioni geopolitiche e sociali che implicano sia il controllo delle risorse che lospostamento di intere popolazioni.
Narrazione, immaginario collettivo e aspetti simbolici: Il ruolo simbolico dello spazio può essere centrale per il mantenimento o il raggiungimento di unaconvivenza pacifica. Lo stesso vale per la dimensione artistica della narrazione.
Il percorso, per la natura dei punti evidenziati, nasce caratterizzato da una forte trans-disciplinarità, connettendo geografia, urbanistica, sociologia,economia, relazioni internazionali, storia, antropologia. Pertanto, integra le metodologie delle scienze storiche e sociali e quelle più innovative delletecniche partecipative ed inclusive al fine di costruire expertise non solo nel campo della ricerca ma anche di quelle forme applicative dell’empowermentdi potenziali destinatari di interventi di gestione dei conflitti, anche esplorando la dimensione della loro narrazione e rappresentazione, pure cartograficae mediante strumenti tipici dell’espressione artistica.

Temi di ricerca e obiettivi formativi specifici
Il curriculum propone attività di ricerca e obiettivi formativi volti allo sviluppo dei seguenti temi:
Didattica innovativa di metodologia della ricerca sociale, geografica e storico-internazionale nel campo degli studi per la pace;
acquisizione di competenze utili a divulgare la comprensione dei problemi e delle ricerche e a rappresentare e condividere possibili percorsi verso lapace (cartografia, elaborazioni video, podcast, graphic novel e altro);
confini e conflitti: storie di successful negotiations e/o innovazione nei metodi e nelle pratiche;
esperienze internazionali a confronto su spazi di contrapposizione versus integrazione e risoluzione pacifica delle controversie;
formazione degli Stati e processi di institutional building, controllo del monopolio della forza in conflitto e post-conflitto, con modelli a confronto.

Curriculum 7 – Economia della pace

Docenti referenti
Raul Caruso

Docenti proponenti:
Elisabetta Bani (Università di Bergamo - IUS/05 Diritto dell’economia); Vincenzo Bove (Università di Warwick - SECS-P/02 Politica Economica); RaulCaruso (Università Cattolica del Sacro Cuore - SECS-P/02 Politica economica); Valeria Costantini (Roma Tre - SECS-P/02 Politica economica); RossellaDel Prete (Università del Sannio - SECS-P/12 Storia Economica); Emma Galli (Università di Roma La Sapienza - SECS-P/03 Scienza delle Finanze);Damiano Palano (Univ. Cattolica di Milano - SPS/01 Economia politica); Mario Pianta (SNS di Pisa - SECS-P/01 Economia Politica); Roberto Ricciuti(Università di Verona - SECS-P/02 Politica Economica); Donato Romano (Università di Firenze - AGR/01 Economia ed Estimo Rurale).

Descrizione del curriculum
L’economia della pace studia le cause dei conflitti violenti a livello micro e a livello macro nonché le misure di politica economica volte a mitigarli e arimuoverne al fine di identificare percorsi di sviluppo sostenibile nel lungo periodo. L’economia della pace propone un nuovo paradigma economico chepermette il superamento di diseguaglianze sempre più forti e divisive, in una prospettiva di sviluppo economico inclusiva nelle diverse aree del pianeta.Come anche all’interno di territori locali sempre più segnati da crisi ambientali e climatiche, spesso con limitati accessi a merci e prodotti alimentari. Inuna prospettiva ampia, l’economia della pace si fonda sul rinnovamento di istituzioni con nuovi modelli di governance, promuovendo una partecipazionesinergica, anche dal basso, tra istituzioni e cittadini. Ma un’economia del bene comune è un processo che richiede una rimodulazione della spesapubblica e quindi dei sistemi di welfare. Promuovere la pace vuol dire, quindi, cercare di ridurre le disparità, nell’accesso, ad esempio, alla sanitàpubblica favorendo una redistribuzione del reddito più equa per tutte le categorie sociali. La pace e la giustizia sociale sono due aspetti che non possonoessere distinti in un progetto di ridefinizione del welfare, ma, insieme, devono concorrere alla definizione di un modello economico e di sviluppo inclusivoe realmente rigenerativo delle diverse comunità territoriali.
 
Temi di ricerca e obiettivi formativi specifici
In chiave positiva, temi rilevanti seppur non esaustivi all’interno del dominio dell’economia della pace sono:
le spese militari e l’impatto sui sistemi economici e sociali;
le determinanti socio-economiche della violenza politica;
determinanti ed effetti economici dei conflitti armati internazionali;
la relazione tra cambiamento climatico e conflitti armati;
il trade-off tra spese improduttive e distruttive legati ai conflitti e investimenti di lungo periodo quali educazione, sanità e adattamento ai cambiamenti ambientali.
In chiave normativa, l’economia della pace si concentra sull’elaborazione e l‘analisi di:
Le politiche di disarmo, riconversione e di controllo dei flussi di armamenti e della spesa militare;
la regolamentazione dell’industria militare;
le politiche volte alla rimozione di disuguaglianze strutturali tra gruppi sociali nell’accesso alle risorse;
la regolamentazione per le imprese nel mercato nel prevenire comportamenti appropriativi e lesivi dei diritti umani;
regolamentazione dei mercati di beni primari in particolare dei beni agricoli in paesi caratterizzati da conflitti armati e violenza diffusa ricorrenti;
regolamentazione dei mercati per promuovere cambiamenti trasformativi (penso alla finanza sostenibile e al finanziamento di attività che non alimentinodiscriminazioni e conflitti)
Il Curriculum si propone di indagare i temi individuati in una prospettiva analitica teorica e istituzionale, con particolare attenzione alle policy europee einternazionali.

Curriculum 8 – Letterature, arti, filosofie e immaginari di pace

Docenti referenti
Irene Baldriga, Alberto Castelli, Giuseppe Scandurra

Docenti proponenti
Alfredo Alietti (Università di Ferrara - SPS/10 Sociologia dell’ambiente e del territorio); Irene Baldriga (Sapienza Università di Roma - L-ART/04Museologia e critica artistica e del restauro); Francesco Paolo Bianchi (Università dell’Insubria - L-FIL-LET/02 Lingua e letteratura greca); AlbertoCastelli (Università dell’Insubria - SPS/02 Storia delle dottrine politiche); Gianfranco Franz (Università di Ferrara - ICAR/20 Tecnica e pianificazioneurbanistica); Damiano Garofalo (Sapienza Università di Roma - L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione); Elena Valentina Maiolini (Universitàdell’Insubria - L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea); Alfredo Mario Morelli (Università di Ferrara - L-FIL-LET/04 Lingua e letteratura latina);Giuseppe Scandurra (Università di Ferrara - M-DEA/01 Antropologia culturale),

Descrizione del curriculum
La ricerca sugli immaginari di pace nelle letterature, nelle arti e delle filosofie va vista in connessione con le dinamiche sociali e nell’interazione con lestrutture giuridiche ed economiche che concretamente caratterizzano ogni epoca, in un solido approccio antropologico-culturale e storico-sociale.
Il percorso di dottorato promuove esattamente la ricerca e la formazione su questi aspetti: la critica (nelle letterature, nelle arti e nelle filosofie) allasoluzione violenta dell’inevitabile conflitto umano viene inquadrata in categorie storiche e socio-antropologiche ad ampio spettro, ove ha spazio anche laricerca sulla costruzione dello spazio antropico (ambienti, città, spazi di convivenza e, inevitabilmente, ancora di conflitto), nel rapporto anche conl’ambiente naturale.
Il curriculum Immaginari di pace nelle culture letterarie, artistiche e filosofiche, quindi, propone una serie di insegnamenti e di competenze, per larealizzazione di un percorso coerente che muova dalle letterature antiche del Mediterraneo a quelle del mondo moderno occidentale, senza trascuraregli aspetti storico-artistici, filosofico-teoretici e giuridici, con una chiara caratterizzazione socio-antropologica.
Si realizza così un percorso vario e integrato nei metodi e discipline, che ha al suo centro il problema della critica del conflitto umano. Un approcciomoderno ai problemi della sostenibilità e della pace deve partire da una consapevolezza storica degli immaginari di pace, della continua dialettica che lastoria ha creato tra la drammaticità dei conflitti e la riflessione di chi ha sempre “pensato il limite”, guardando oltre la linea dell’orizzonte in cui queiconflitti si collocavano. La connotazione interdisciplinare è requisito essenziale del curriculum, che gioca proprio sulla compresenza e l’interazione disaperi complessi di ambito umanistico, giuridico e tecnico-scientifico (fondamentale è la presenza di insegnamenti riguardanti la pianificazione urbana).

Temi di ricerca e obiettivi formativi specifici
Il curriculum prevede attività di ricerca e obiettivi formativi volti allo sviluppo di temi, quali:
la ricerca di strumenti metodologici, inter- e transdisciplinari, per un’analisi storica e culturale dei conflitti umani;
lo sviluppo di una critica al ruolo (e i limiti) delle letterature, delle arti e delle filosofie nel concepire e promuovere immaginari di pace;
l’interazione che diritto, economia e tecniche di costruzione sociale degli spazi di interazione umana hanno avuto nello sviluppo di tali immaginari;
L’affinamento, tramite la riflessione storico-culturale, di precise competenze nella valorizzazione del contributo che le arti, le letterature e la filosofiapossono ancora dare per il superamento della logica della reductio ad unum, della visione dell’“altro da sé” come ostacolo da rimuovere o nemico daabbattere, in considerazione della necessità perpetua dell’educazione alla pace e in una visione della convivenza che proponga l’ascolto dell’altro da sé(anche al di fuori dell’ambito antropico) come realizzazione del sé.

Curriculum 9 – Giustizia riparativa, giustizia di transizione e trasformazione nonviolenta dei conflitti

Docenti referenti
Roberto Cornelli, Grazia Mannozzi

Docenti proponenti: Francesco Alicino (LUM "Giuseppe Degennaro" - IUS/11 Diritto e Religione); Angela Busacca (Università Mediterranea di ReggioCalabria - IUS/01 Diritto Privato); Claudia Chiarolanza (Sapienza Università di Roma - M-PSI/07 Psicologia Dinamica); Alessandra Cordiano (Universitàdi Verona - IUS/01 Diritto Privato); Roberto Cornelli (Università Statale di Milano - IUS/17 Diritto Penale); Attilio Gorassini ((Università Mediterranea diReggio Calabria - IUS/01 Diritto Privato); Grazia Mannozzi (Università dell’Insubria - IUS/17 Diritto Penale); Enza Pellecchia (Università di Pisa - IUS/01Diritto Privato); Palmina Tanzarella (Università di Milano Bicocca - IUS/08 Diritto Costituzionale).

Descrizione del curriculum
Le novità apportate dai progetti di giustizia riparativa, dai programmi di giustizia di transizione e dalle pratiche di trasformazione nonviolenta dei conflittistanno cambiando profondamente le modalità di “fare giustizia” sia in tempo di pace che in contesti profondamente lacerati da conflitti armati, violazionidi massa di diritti umani, genocidi e crimini di Stato.
Nell’ambito dei peace studies sta crescendo l’interesse verso queste esperienze di giustizia con particolare riferimento ai cambiamenti culturali eistituzionali che innescano e alla ridefinizione semantica tanto del concetto di pace, intesa non più solo come cessazione di una violenza ma comeimpegno continuativo nella (ri)costruzione di forme di convivenza possibili, quanto di quello di giustizia, intesa come insieme di pratiche che, più che alpunire, è orientato alla non ripetizione e alla riparazione del danno e dei legami sociali attraverso il riconoscimento delle vittime, la responsabilizzazionedei rei e il coinvolgimento della comunità.
Il curriculum Giustizia riparativa, giustizia di transizione e trasformazione nonviolenta dei conflitti promuove percorsi formativi e di ricerca voltiall’acquisizione di competenze trasversali, sia di natura teorica che metodologica, utili ad approcciare un campo di studi e di pratiche in rapidaevoluzione, integrando gli apporti provenienti da diverse discipline (tra cui quelle criminologiche, giuridiche, sociologiche, politologiche, antropologiche,psicologiche, filosofiche, storiche e pedagogiche) con l’apprendimento sul campo attraverso la partecipazione diretta a programmi di giustizia riparativa.

Temi di ricerca e obiettivi formativi specifici
Il curriculum prevede l’approfondimento di argomenti caratterizzati da un’accentuata transdisciplinarità tra i quali, a titolo esemplificativo:
evoluzione storica e principi della giustizia di transizione;
paradigma riparativo di giustizia penale: fondamenti filosofici, evoluzione storica e manifestazioni giuridiche;
prospettive della giustizia di transizione nell’affrontare le crisi contemporanee;
luoghi della giustizia di transizione e della giustizia riparativa;
giustizia riparativa, misure riparative e sanzioni riparative;
verità e memoria nei processi di transizione;
centralità della vittima nei percorsi di giustizia dialogica;
giustizia di genere nei processi di pace;
mediazione penale e altre modalità di trasformazione nonviolenta dei conflitti;
riforme democratiche degli apparati di sicurezza e prevenzione dell’uso della forza;
violenza strutturale, giustizia sociale e politiche per la pace;
letture relazionali del crimine e delle violenze individuali e collettive;
prevenzione, non ripetizione e riduzione della recidiva;
parametri e modalità di valutazione dei programmi di giustizia riparativa e di giustizia di transizione.

Curriculum 10 – Dinamiche, processi e attori nelle relazioni internazionali

Docenti referenti
Roberta Ricucci, Dario Elia Tosi

Docenti proponenti
Roberta Ricucci (Università di Torino - SPS/08 Sociologia generale); Giovanni Battista Andornino (Università di Torino - SPS/04 Scienza politica); CarloBelli (Perugia Stranieri - SPS/04 Scienza politica); Roberta Bosisio (Università di Torino - SPS/12 Sociologia giuridica, della devianza e mutamentosociale); Marilena Dellavalle (Università di Torino - SPS/07 Sociologia generale); Rosita Di Peri (Università di Torino - SPS/04 Scienza politica), SaraLagi (SPS/02); Lorena Forni (Università di Milano Bicocca - IUS/20 Filosofia del diritto); Anna Miglietta (Università di Torino - M-PSI/05 Psicologiasociale); Lorena Milani (Università di Torino - M-PED/01 Pedagogia generale); Paola Minoia (Università di Torino - M-GGR/02 Geografia economico-politica); Isabella Pescarmona (Università di Torino M-PED/01 Pedagogia generale e sociale); Elisa Ruozzi (Università di Torino - IUS/13 Dirittointernazionale); Stefano Ruzza (Università di Torino - SPS/04 Scienza politica), Dario Elia Tosi (Università di Torino - IUS-21 Diritto pubblico comparato);Alessandro Vagnini (Sapienza Università di Roma - SPS/06 Storia delle relazioni internazionali).

Descrizione del curriculum
Muovendo dalla consapevolezza che il conflitto, anche violento, è un fenomeno sociale e politico di rilevanza cruciale e che i processi di peacebuildingsono oggi diffusi, ma spesso fragili e complessi, è necessario utilizzare strumenti analitici per affrontarne criticamente le varie dimensioni e i numerosiattori politici, sociali, economici, culturali che si muovono a livello locale, nazionale e sovranazionale. La relazione che intercorre tra pace, sicurezza,sviluppo, istituzioni, democrazia, diritti e disuguaglianze, differente e con attori specifici nelle diverse aree del mondo (dall’Asia all’Africa, dall’Americaall’Europa all’Oceania), non rimane confinata in uno specifico contesto geografico e/o socio-politico, ma si intreccia con processi storici, tradizionigiuridiche, dinamiche socio-economiche e culturali.
Il percorso integra quindi metodi e discipline riguardanti tanto l’analisi di fattori e condizioni che possono minare situazioni di coesione sociale (a livellolocale) e di sicurezza e pace (a livello nazionale e internazionale), prestando attenzione ad attori istituzionali, privati (dalle ong alle imprese), gruppi dicittadini. Si caratterizza, inoltre, per la forte connotazione multi e interdisciplinare, coinvolgendo saperi delle aree storica, sociologica, pedagogica,giuridica, psicologica, politologica ed è aperto a laureati provenienti dalle diverse discipline.

Temi di ricerca e obiettivi formativi specifici
Il curriculum propone attività di ricerca e obiettivi formativi volti allo sviluppo di temi come:
la ricerca di strumenti metodologici, inter e transdisciplinari, adeguati all’analisi della complessità e della dimensione sistemica dei conflitti;
i percorsi di peacebuilding;
gli strumenti e gli attori che contribuiscono a definire processi di coesione sociale;
le dinamiche griuridiche-politico-economiche che governano le relazioni internazionali.



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Le attività presentate in questa pagina sono finanziate totalmente, o in parte, dai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
L'elenco e le finalità delle attività intraprese dalla Sapienza sono descritte nella pagina dedicata Sapienza per il Pnrr.

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