La comunità accademica intende contribuire a questo sforzo attivando un percorso nazionale di conoscenza e ricerca per la pace di interconnessionetransdisciplinare, in quanto i “peace studies” non sono un semplice campo di studi simile ad altre discipline analitiche, ma un ambito che sfida tutte lescienze a impegnare i propri statuti metodologici, sostantivi e di ricerca verso la costruzione di questa “pace positiva”. L’obiettivo complessivo di questoprogetto consiste dunque nella promozione di percorsi di alta formazione e ricerca interdisciplinari e trasversali capaci di fornire prospettive innovative edi sviluppare un campo di studi che possa avere un impatto significativo e positivo per una società che deve fare i conti con un ambiente naturale eantropico in continua trasformazione. Per questo il dottorato è organizzato in 10 curricula formativi, che prevedono una didattica specifica per tematiche.Ogni curriculum include una grande varietà di Settori Scientifico Disciplinari, raccogliendo da ogni università personale docente e ricercatore esperto, neirispettivi ambiti, delle tematiche del dottorato.
Il DIN in Peace Studies, attraverso un percorso formativo di elevata qualificazione, intende formare professionalità nei diversi campi di studio e ricercaafferenti ai peace studies. I dottori di ricerca in Peace Studies dovranno essere capaci di analizzare, attraverso un approccio interdisciplinare, ledinamiche del conflitto e della pace, della riconciliazione e mediazione, dell’intersezione e interazione sociale e culturale e degli aspetti della geopolitica,delle relazioni internazionali, dell'economia e delle realtà istituzionali locali, nazionali e sovranazionali caratterizzate da conflittualità a diversi livelli infunzione della comprensione dei processi di trasformazione in senso pacifico delle dinamiche relazionali umane, sociali, politiche e dello sviluppotecnico-scientifico. L’obiettivo del dottorato è dunque quello di formare esperti che 1) possano rivolgersi al mondo accademico con specializzazionesettoriale ma con un ricco patrimonio di competenze, conoscenze e capacità che si riferiscano all’ambito degli studi sulla pace e per la pace, con unacapacità di visione globale che travalichi la propria specifica competenza; 2) possano interagire positivamente con organizzazioni, istituzioni, pubblicheamministrazioni e organismi intergovernativi e con strutture sociali, aziendali e di comunità a livello locale, nazionale e sovranazionale, per contribuireallo sviluppo di policy inclusive, pacifiche, sostenibili; 3) possano costituire un gruppo transdisciplinare di studiosi, ricercatori, operatori e tecnici con unaspecifica competenza sui temi della pace e del conflitto, capace di implementare progetti coordinati di formazione, ricerca e terza missione a livellonazionale e internazionale.
Il programma interdisciplinare del DIN in Peace Studies è pensato per rendere possibile da parte dei dottorandi e delle dottorande l’implementazione esviluppo di ricerche originali, che contribuiscano alla crescita dei diversi settori scientifico disciplinari in relazione alla comprensione e studio delledinamiche della pace e alla formazione e ricerca per la pace e sulla pace nelle sue molteplici declinazioni: ciò potrà avvenire sia dal punto di vistateorico, metodologico e dell’elaborazione concettuale, sia dal punto di vista storico e analitico, sia dal punto di vista tecnico e pratico in relazione alledinamiche della comprensione e analisi delle buone prassi, della ricerca-azione, e dello sviluppo di esiti applicativi. In una prospettiva diacronica di lungadurata e in un’ottica di interazione continua tra tradizione e innovazione, temi quali l’incontro, il riconoscimento, i conflitti, la sintonia, la coesistenza e ilrispetto tra diversità culturali, sociali e religiose costituiscono un asse centrale della formazione. Il corso mira a fornire ai dottorandi e alle dottorande lecompetenze di ricerca necessarie per costruire e sviluppare in autonomia, lavorando proficuamente con il collegio docenti e con i supervisori, in unaforte propensione alla interazione interdisciplinare tra pari, metodologie di ricerca efficaci per la raccolta, l’analisi e l’interpretazione delle fonti e delmateriale euristico, per l’applicazione di elaborazioni teoriche e di tecniche a contesti culturali specifici, sia pubblici che privati, per l’analisi e laprogettazione di buone pratiche in relazione a organismi sia pubblici che privati, su scala locale, nazionale, transnazionale e globale.
I dottori di ricerca in Peace Studies potranno operare sia nell’ambito della ricerca e della didattica universitaria, sia all’interno della pubblicaamministrazione e delle istituzioni pubbliche e private che prevedano o possano prevedere la presenza di consulenti, funzionari, mediatori culturali e altripromotori culturali della pace, per ideare e sviluppare attività di ricerca, processi intellettuali, culturali e istituzionali, nonché politiche, azioni pratiche esoluzioni tecnologiche in senso pacifico, inclusivo e sostenibile.
La formazione inter- e transdisciplinare comprende gli studi delle tradizionali aree umanistica (Studi storico-filosofici, artistico-letterari, giuridici,economici, politologici, sociologici, antropologici, geografici, comunicativi, ecc.), scientifica (Studi fisici e matematici, Scienze naturali, Informatica),medica (Studi psicologici, di Global Health, di diritto alla salute, ecc.), e tecnica (architettura, ingegneria e design, Studi conservativo-museografici,Heritage, ecc.), valorizzando le specifiche competenze analitiche, metodologiche e linguistiche e promuovendo l’interazione con i più innovativi studi digenere e intersezionali, con gli studi postcoloniali e con le Digital Humanities
Sbocchi occupazionali e professionali
I dottori di ricerca in Peace Studies potranno contribuire ai processi intellettuali, culturali, istituzionali e progettuali ad ogni livello nell’ambito delladiffusione di una cultura della pace sostenibile e di una ricerca-azione ad essa funzionale. Il DIN in Peace Studies risponde all'esigenza di formare figurealtamente specializzate nei diversi ambiti della ricerca accademica e della diplomazia culturale nelle pubbliche amministrazioni sovranazionali, nazionalie locali, nelle istituzioni e organizzazioni internazionali e transnazionali governative e non governative, nel settore privato. Per questa ragione, ilDottorato di Interesse Nazionale in Peace Studies prevede i seguenti sbocchi occupazionali:
1) Figure impegnate nella ricerca avanzata in grado di costruire e condurre in forma autonoma progetti di ricerca e ricerca-azione disciplinari,interdisciplinari e transdisciplinari nel campo dei Peace Studies e degli specifici settori scientifico-disciplinari a diverso titolo implicati nello studio dellapace e per la pace, nell'ambito delle Università italiane e internazionali, degli istituti e centri di ricerca sia pubblici che privati.
2) Figure di docenti di livello universitario in grado di sviluppare progetti innovativi di formazione a tutti i livelli nel campo dei Peace Studies e degli specifici settori scientifico-disciplinari a diverso titolo implicati nella didattica della pace e per la pace, nell'ambito delle Università italiane e internazionali,degli istituti di formazione e di produzione culturale e dei centri di ricerca pubblici e privati.
3) Profili professionali di alta qualificazione nelle scienze giuridiche, sociali, antropologiche, psicologiche e del progetto adatti a diversi contesti(scolastici, aziendali, professionali, familiari e pubbliche amministrazioni) nell'affrontare le questioni legate all’analisi e risoluzione del conflitto, all’analisi,progettazione e promozione di buone prassi, allo sviluppo di progettualità per una società pacifica e sostenibile.
4) Figure altamente qualificate nell'ambito interdisciplinare dei Peace Studies, che possano svolgere, in contesti occupazionali pubblici e privati,nazionali e internazionali, ruoli innovativi quali quelli di:
– funzionari o consulenti del settore pubblico o privato per il disegno, lo sviluppo e la realizzazione di programmi, progetti e politiche di convivenzapacifica e sostenibile
– operatori della cultura e della comunicazione, giornalisti, addetti stampa e pubbliche relazioni nel settore pubblico e privato per lo sviluppo di piani dicomunicazione basati sulla trasformazione del conflitto e l’interazione pacifica e sostenibile, anche con riferimento all’uso delle tecnologie e dei socialmedia
– docenti e operatori di istituti di formazione di ogni ordine e grado, pubblici e privati, anche con ruolo dirigenziale e con responsabilità progettualerispetto a programmi didattici innovativi riferiti alla formazione trasversale sulle tematiche della pace, dei diritti umani, del dialogo interculturale e dellatrasformazione del conflitto
– formatori rispetto a progetti di longlife learning, per coordinare e realizzare progetti formativi nell’ambito delle tematiche della pace e dellatrasformazione del conflitto anche in funzione di specifiche categorie sociali e professionali quali insegnanti, educatori museali ed esperti del culturalheritage, responsabili di spazi monumentali e memoriali, militari in missione di pace, operatori di ONG, giornalisti, ecc.
– funzionari di istituzioni locali, regionali, nazionali e internazionali altamente qualificati nella tutela dei diritti della persona e dei popoli e nello sviluppo diistituzioni democratiche.
– analisti di conflitto (Conflict Mapping, sviluppo di scenari), operatori di pace di terreno in contesti di conflitti.
– ingegneri, architetti, designer e altre figure tecniche esperte nella progettazione e nella gestione di interventi di protezione e messa in sicurezza dellapopolazione nelle aree di crisi e conflitto, nelle situazioni di emergenza (anche ambientali) e, in generale, in condizioni di scarsità di risorse;
– esperti di disaster risk management.
Curriculum 1 – Tecnologia, sostenibilità e pace
Docenti referenti
Viviana Molaschi, Walter Franco
Docenti proponenti
Maria Carmela Agodi (Università di Napoli Federico II - SPS/07 Sociologia generale); Marina Clerico (Politecnico di Torino - ING-IND/28 Ingegneria esicurezza degli scavi); Anna D’Ambrosio (Politecnico di Torino - SECS-P/06 Economia applicata); Antonio Di Campli (Politecnico di Torino - ICAR/21Urbanistica); Walter Franco (Politecnico di Torino - ING-IND/13 Meccanica applicata alle macchine); Caterina Mele (Politecnico di Torino - ICAR/10Architettura tecnica); Viviana Molaschi (Politecnico di Torino - IUS/10 Diritto amministrativo); Ilenia Picardi (Napoli Federico II - SPS/07 Sociologiagenerale).
Descrizione del curriculum
Il progresso scientifico e tecnologico si caratterizza per una complessa ambivalenza. Le tecnologie possono porsi al servizio sia della pace che dellaguerra, condizionando le dinamiche socio-economiche e il rapporto con l’ambiente e con le risorse.
Il percorso di dottorato si propone di promuovere ricerca e formazione finalizzate a formare figure in grado di comprendere e gestire l’ambivalenza delprogresso tecnico-scientifico e delle sue implicazioni, economiche, sociali, ambientali nonché etiche e politiche, e capaci di orientare le propriecompetenze verso obiettivi di sostenibilità, inclusione, giustizia sociale e pace.
Il curriculum muove dalla convinzione in base alla quale il rapporto tra tecnologia, sostenibilità e pace debba essere affrontato sia all’interno del mondoscientifico e tecnologico che nel sistema di principi, valori e regole che una società intende darsi e con cui scienza e tecnica si relazionano.
Il percorso integra quindi metodi e discipline riguardanti tanto la realizzazione quanto la gestione e la regolazione dell’innovazione tecnico-scientifica esociale ai fini della sua declinazione in termini di sostenibilità e pace. Si caratterizza per la forte connotazione multi e interdisciplinare, coinvolgendosaperi delle aree scientifica, tecnologica ed umanistica, ed è aperto a laureati provenienti dalle diverse aree.
Temi di ricerca e obiettivi formativi specifici
Il curriculum propone attività di ricerca e obiettivi formativi volti allo sviluppo di temi quali:
la ricerca di strumenti metodologici, inter e transdisciplinari, adeguati alla complessità e alla dimensione sistemica dei conflitti;
il ruolo non neutrale e il dual use di scienza e tecnica;
i principi ispiratori di un’innovazione tecnico-scientifica sostenibile, consapevole e responsabile;
il ruolo giocato dalla “democratizzazione” di scienza e tecnologia ai fini della sostenibilità e della creazione di processi decisionali partecipati e societàpiù inclusive e meno conflittuali;
l’incidenza della globalizzazione, considerata in termini economici e tecnologici, nonché geopolitici, sulla generazione di conflitti e guerre e sulla pace;
il rapporto tra tecnologie, economia di guerra ed economia di pace;
tecnologia e tecnica al servizio di società più eque e di popolazioni a rischio di conflitto ovvero vittima di conflitti in corso o conclusi (TecnologieAppropriate; interventi costruttivi, di riparazione o protettivi; gestione dell’emergenza, ecc.);
i rapporti tra sviluppo tecnologico, impatto sull’ambiente e pace;
i rapporti tra progetto, innovazione sociale e inclusione.
Curriculum 2 – Identità, Memorie, Religioni e Pace
Docenti referenti
Mariachiara Giorda, Carmelo Russo
Docenti proponenti
Enrico Acciai (Università di Roma Tor Vergata - M-STO/04, Storia contemporanea); Matteo Al Kalak (Università di Modena e Reggio Emilia - M-STO/02Storia moderna); Francesco Antonelli (Università di Roma Tre - SPS/07 Sociologia generale); Marinella Ceravolo (Sapienza Università di Roma - M-STO/06 Storia delle religioni); Pierluigi Consorti (Università di Pisa - IUS/11 Diritto e religione); Francesca Corrao (Luiss - L-OR/12 Lingua e letteraturaaraba); Massimo De Giuseppe (IULM - M-STO/04 Storia contemporanea); Laura Farroni (Università di Roma Tre - ICAR/17 Disegno); Francesco Ferrari(Goethe Universität Frankfurt - M/FIL-03 Filosofia Morale); Massimo Carlo Giannini (Università di Teramo - M-STO/02 Storia moderna); Maria ChiaraGiorda (Università di Roma Tre - M-STO/06 Storia delle religioni); Giuseppe Giordano (Univeristà di Roma Tor Vergata - L-ART/08 Etnomusicologia);Marco Impagliazzo (Università di Roma Tre - M-STO/04 Storia contemporanea); Noemi Lanna (Università di Napoli L’Orientale - L-OR/23 Storia dell’AsiaOrientale e Sud-Orientale); Gaetano Lettieri (Sapienza Università di Roma - M-STO/07 Storia del Cristianesimo e delle Chiese); Umberto Longo(Sapienza Università di Roma - M-STO/01 Storia Medievale); Manfredi Merluzzi (Università di Roma Tre - M-STO/02 Storia moderna); Orietta Ombrosi(Sapienza Università di Roma - M-FIL/03 Filosofia morale); Paola Pizzo (Università di Chieti-Pescara - M-STO/04 Storia contemporanea); DomenicoRizzo (Università di Napoli L’Orientale - M-STO/04 Storia contemporanea); Carmelo Russo (Sapienza Università di Roma - M-DEA/01 Disciplinedemoetnoantropologiche); Alessandro Saggioro (Sapienza Università di Roma - M-STO/06 Storia delle religioni); Renata Salvarani (Università Europea -M-STO/07 Storia del Cristianesimo e delle Chiese); Kristina Stoeckl (LUISS - SPS/07 Sociologia generale); Francesco Valerio Tommasi (Sapienza Università di Roma - M-FIL/06 Storia della filosofia); Annalisa Tota (Università di Roma Tre - SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi);Roberto Tottoli (Università di Napoli L’Orientale L-OR/10 Storia dei Paesi islamici).
Descrizione del curriculum
Nell’ambito delle scienze storiche, storico-religiose e demoetnoantropologiche è imprescindibile osservare la pace come oggetto storico, costantemente(ri)definito da interazioni sociali, politiche e religiose. Per queste ragioni, il curriculum Identità, Memorie, Religioni e Pace ha come obiettivo l’analisitrasversale e multidisciplinare della pace all’interno di contesti storici che potranno andare dal passato al presente e di perimetri geografici che andrannodalla dimensione locale a quelle transnazionale e globale, anche con l’ausilio degli strumenti degli studi areali. Le ricerche condotte saranno volte adelineare, tramite prospettive sincroniche e diacroniche, come le modalità di gestione dei conflitti influiscano sulle identità e le memorie delle comunità,plasmandone le istituzioni, i luoghi, le pratiche e le credenze. Le attività e gli obiettivi formativi del curriculum Identità, Memorie, Religioni e Pace mirano a favorire l’acquisizione di conoscenze teoriche e di strumentimetodologici utili all’esercizio delle attività di ricerca, di studio e di analisi di elevata qualificazione, integrando gli apporti di diverse discipline tra cuiquelle storiche, sociologiche, storico-religiose, storico-artistiche e demoetnoantropologiche, giuridiche.
Temi di ricerca e obiettivi formativi specifici
La pace e i conflitti verranno investigati in un’ottica prevalentemente storica e con taglio interdisciplinare nei loro aspetti narrativi, concettuali e retoricicosì come in quelli materiali, spaziali e simbolici, per mezzo di studi relativi a:
le narrazioni che costituiscono i discorsi sulla pace, sulla riconciliazione e la nonviolenza nell’ambito delle credenze religiose, delle istituzioni politiche edelle memorie collettive;
le pratiche della pace e della riconciliazione nei diversi contesti storici, culturali e religiosi (dal livello locale a quello globale) con attenzione alle questionidi genere;
la risemantizzazione da parte di comunità e gruppi di concetti, luoghi e simboli di pace appartenenti al passato;
la (ri)formulazione di narrazioni, pratiche e credenze sulla pace e i conflitti a seguito di processi di negoziazione e riconciliazione tra forze politiche ereligiose di uno o più gruppi umani, anche in relazione al patrimonio culturale;
il modo in cui i processi di peacebuilding e riconciliazione siano in grado di interagire con gli spazi, creando luoghi di memoria, coesione e identità,anche in relazione ai processi di cancel culture e di difficult heritage;
la produzione, lo scambio e i processi e le richieste inerenti alla repatriation di oggetti, monumenti e artefatti considerati veicolo di pace ed espressionemateriale della sua attuazione, anche in ottica postcoloniale;
il mantenimento o l’oblio della memoria attraverso la materialità di oggetti ed edifici;
la condivisione di memorie collettive attraverso pratiche di negoziazione, mediazione e riconciliazione;
la ricerca-analisi di prodotti culturali (sia beni materiali che immateriali) relativi al concetto di pace e i contesti rituali/cerimoniali di produzione e fruizione.
La diffusione di pratiche della pace nell’ambito dell’azione di enti e istituzioni transnazionali
Curriculum 3 – Costruzione della pace, diritti umani, diritti dei popoli
Docenti referenti
Marco Mascia, Costanza Nardocci
Docenti proponenti
Antonio Angelucci (Università dell’Insubria - IUS/11 Diritto e religione); Angela Bernardo (Sapienza Università di Roma - M-STO/06 Storia delle religioni);Raffaele Cadin (Sapienza Università di Roma - IUS/13 Diritto internazionale); Paola Degani (Università di Padova - SPS/04 Scienza politica); Pietro dePerini (Università di Padova - SPS/04 Scienza politica), Marco Mascia (Università di Padova - SPS/04 Scienza politica); Alessandra Mignolli (SapienzaUniversità di Roma - IUS/14 Diritto dell’Unione europea); Costanza Nardocci (Università Statale di Milano - IUS/08 Diritto Costituzionale); Raffaella Nigro(Università di Catanzaro - IUS/13 Diritto internazionale), Attilio Pisanò (Università del Salento - IUS/20 Filosofia del diritto); Davide Antonio Ragozzino(Sapienza Università di Roma - BIO/09 Fisiologia); Mirko Sossai (Università di Roma Tre - IUS/13 Diritto internazionale); Luca Scuccimarra (SapienzaUniversità di Roma - SPS/02 Storia delle dottrine politiche); Francescomaria Tedesco (Università di Camerino - SPS/01 Filosofia politica); BenedettoZaccaria (Università di Padova - SPS/06 Storia delle relazioni internazionali).
Descrizione del curriculum
Il curriculum “Diritti umani, diritti dei popoli, costruzione della pace” concentra la sua attenzione sulla pace intesa quale diritto fondamentale dellapersona e dei popoli, fondato sul principio della dignità umana.
Le relazioni fra pace, sicurezza e sviluppo saranno studiate nelle loro interconnessioni, in base al presupposto che un organico e sostenibile sviluppoeconomico, sociale, culturale e politico possa eliminare le minacce della guerra, promuovendo il disarmo e rafforzando il ruolo delle Nazioni Unite nellaprevenzione delle violazioni e nella protezione dei diritti umani, in termini giuridici e istituzionali, a vantaggio di modelli di convivenza democratica enonviolenta.
Temi di ricerca e obiettivi formativi specifici
Gli obiettivi formativi del curriculum “Diritti umani, diritti dei popoli, costruzione della pace” si svilupperanno attraverso l’analisi trasversale emultidisciplinare della pace nel sistema di governance multilivello c.d. “dalla città all’ONU”, valorizzando il principio di sussidiarietà quale strumento piùidoneo per evitare concentrazioni di potere e sostenere il ruolo del diritto internazionale dei diritti umani.
Un ulteriore obiettivo è quello di fornire le competenze necessarie per comprendere e analizzare gli attuali processi strutturali di mutamento sociale e illoro impatto sui sistemi di governance, favorendo l’acquisizione di conoscenze teoriche e di strumenti metodologici propri di diverse discipline socialicontigue, con particolare riferimento alle scienze politologiche, giuridiche, storiche, pedagogiche, psicologiche.
I temi di ricerca saranno perciò affrontati in un’ottica transdisciplinare con studi relativi:
ai principali modelli di Peace Studies, con particolare riferimento alla protezione della sicurezza umana, allo sviluppo umano, al disarmo, all’educazioneai diritti umani e alla pace, alla trasformazione nonviolenta dei conflitti, alla democrazia internazionale;
allo sviluppo del diritto internazionale della persona e dei popoli e dei correlati sistemi di garanzia, allo studio della giustizia penale internazionale e deldiritto dei beni comuni globali;
all’applicazione dello “human rights based approach” alle politiche pubbliche a livello locale, nazionale e internazionale nel quadro degli obiettivi disviluppo sostenibile enunciati nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite;
ai campi di operatività delle organizzazioni internazionali, governative e nongovernative, nell’ambito della protezione trasversale dei diritti umani, dellaloro interdipendenza e indivisibilità, dello stato di diritto e dei principi democratici;
alle pratiche di governance multilivello per l'attuazione dei diritti umani e della pace, con particolare attenzione al ruolo, al contributo e all'interazione deidiversi attori coinvolti in questi processi, con taglio critico verso le sfide contemporanee al multilateralismo;
allo sviluppo dei Corpi civili di pace alla luce della sperimentazione in atto in Italia e con riferimento alla sua partecipazione alle missioni internazionali inconformità alla legge 145/2016.
Curriculum 4 – Educazione alla pace e migrazioni
Docenti referenti
Claudio Baraldi, Silvia Nanni
Docenti proponenti
Claudio Baraldi (Università di Modena e Reggio Emilia - SPS/08, Sociologia dei processi culturali e comunicativi); Francesco Cherubini (LUISS - IUS-14Diritto dell’Unione Europea, LUISS); Federico Farini (University of Northampton - SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi); MassimilianoFiorucci (Università di Roma Tre - M-PED/01 Pedagogia generale e sociale); Maria Grazia Galantino (Università di Roma La Sapienza - SPS/07Sociologia generale); Barbara Gross (University of Chemnitz - M-PED/01 Pedagogia Generale e Sociale); Silvia Nanni (Università dell’Aquila - M-PED/01 Pedagogia generale e sociale); Alessandro Vaccarelli (Università dell’Aquila - M-PED/01 Pedagogia generale e sociale).
Descrizione del curriculum
In una prospettiva interdisciplinare che tiene insieme diversi approcci ai temi dell’educazione alla pace e del collegamento tra pace e fenomeni migratori,il curriculum fornisce strumenti concettuali specifici per affrontare queste due aree di analisi. Per quanto riguarda l’educazione alla pace, siapprofondiscono le dinamiche di genere e l’uso di strumenti digitali come modi di creare le condizioni per la produzione di storie, esperienze e ideerelative alla pace. Questi temi sono sviluppati attraverso la sperimentazione di laboratori. Educare alla pace costituisce uno degli obiettivi dell’Agenda2030 e in particolare è uno degli elementi fondamentali per garantire un'istruzione di qualità inclusiva ed equa. Sarà previsto un focus su conoscenze ecompetenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, anche tramite un’educazione volta ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione diuna cultura pacifica e nonviolenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali. Il tema dell’educazione alla pace troveràcollocazione all’interno di un necessario approfondimento teorico-pratico-metodologico inerente al contesto scolastico nel e del quale approfondire edeclinare progetti e attività che coinvolgano da un lato bambine e bambini, ragazzi e ragazze e dall’altro il mondo delle/degli insegnanti.
Il curriculum, inoltre, esplora la costruzione della pace nella relazione tra migrazioni e logica “neo-coloniale”, esaminando il principio di cittadinanza perquanto riguarda le cosiddette “seconde generazioni” di migranti e i “minori stranieri non accompagnati”, in una dimensione politico-giuridica voltaall’elaborazione di soluzioni normative alle questioni poste dalla mobilità internazionale. Vengono inoltre proposti i temi della giustizia riparativa e dellagiustizia transizionale per la tutela dei diritti, come metodologie di gestione dei conflitti e di contrasto alla violenza, con particolare riferimento allavulnerabilità. Viene infine proposta una storicizzazione delle migrazioni in relazione alle loro cause e alle pratiche di ricostruzione dei loro percorsi.
Temi di ricerca e obiettivi formativi specifici
I percorsi specifici sono i seguenti:
Fondamenti dell’educazione alla pace: analisi e sperimentazione laboratoriale del collegamento tra costruzione della pace, forme dialogiche e agency.
Interazione tra migrazioni e “pace positiva”: seconde generazioni e “minori stranieri non accompagnati” come osservatorio di politiche di cittadinanza eprocessi di de-colonizzazione.
Risultati dell’Agenda “Donne, Pace e Sicurezza” e Piani d’Azione Nazionali: riconoscimento delle donne come agenti attive nella risoluzione dei conflitti enella promozione della pace.
Agenda 2030 e pari opportunità.
Analisi critica della natura del fenomeno dell’hate speech e delle sue manifestazioni (discriminazioni, stereotipi, pregiudizi, violenza) nei confronti delleminoranze e delle persone con vulnerabilità.
Soft Skill e educazione sostenibile.
Dimensioni dei conflitti e uso del conflict-peace profile (CPP): 'analisi delle comunicazioni e delle narrazioni (audiovisive e transmediali) e dei videogiochinei sistemi conflittuali e pacifici.
Migrazioni e costruzione della pace nell’assetto geo-politico mondiale: “nation-building”, prospettiva teorico-giuridica del multiculturalismo e promozionedella “pace positiva”.
Fondamenti della giustizia riparativa e della giustizia transizionale: metodologie di gestione dei conflitti e pratiche di guarigione della sofferenza generatadall’ingiustizia.
Confine tra migrazioni volontarie e migrazioni forzate: confronto tra narrazioni mediatiche e geostorie orali dei soggetti migranti e intrecci pacifici nellecomunità trans-locali.
Curriculum 5 – Architetture e paesaggi di pace
Docenti refernti
Maria Argenti, Olivia Longo, Carlo Alberto Romano
Docenti proponenti:
Ali Abu Ghanimeh (The University of Jordan – ICAR/17 Disegno); Maria Argenti (Sapienza Università di Roma – ICAR/14 Composizione architettonica eurbana); Claudia Battaino (Università di Trento – ICAR/14 Composizione architettonica e urbana); João Ferreira Nunes (Università della Svizzera italiana– ICAR/15 Architettura del Paesaggio); Olivia Longo (Università degli Studi di Brescia – ICAR/14 Composizione architettonica e urbana); GiovannaMarconi (Università IUAV di VENEZIA - ICAR/21 Urbanistica); Anna Bruna Menghini (Sapienza Università di Roma – ICAR/14 Composizionearchitettonica e urbana); Carlo Alberto Romano (Università degli Studi di Brescia, MED/43 Medicina legale).
Descrizione del curriculum
Il curriculum Architetture e paesaggi per la pace si pone l’obiettivo di formare una cultura progettuale attenta all’impatto sociale dell’architettura nelbreve, medio e lungo periodo.
Gli ambiti di ricerca volti a indagare e stimolare la trasformazione urbana e rurale vengono affrontati in un’ottica interdisciplinare di pace, sostenibilità,innovazione, riuso, partecipazione attiva e community building.
Il percorso curricolare ha diversi fuochi (teorico, storico, metodologico, tecnologico, estetico) tenuti insieme da una visione olistica delle architetture perla pace, che ha anch’essa bisogno di essere progettata, come un edificio.
Il curriculum intende innanzitutto stimolare nei dottorandi la consapevolezza che anche la costruzione dello spazio che viviamo, delle città che abitiamo edei territori che attraversiamo può contribuire alla costruzione di un clima di pace e di convivenza civile, restituendo all’architettura il ruolo di dare unadimensione fisica alle comunità, una dimensione etica alla bellezza ed una dimensione sociale ai luoghi.
L’obiettivo è quindi quello di indirizzare e guidare studi, ricerche e sperimentazioni sul campo, in modo da alimentare la crescita di una concreta capacitàcritica e progettuale nel peacebuilding architettonico.
Temi di ricerca e obiettivi formativi specifici
Il curriculum tratterà alcune delle seguenti tematiche:
Gestione dei conflitti interculturali nei processi di peacebuilding;
architettura per l’emergenza (conflitti bellici, migrazioni, crisi umanitarie, mutamenti ambientali);
architettura della ricostruzione;
architettura e disarmo: riuso e della riconversione di aree militari e edifici dismessi;
architettura per il dialogo interreligioso e interculturale;
architettura della memoria condivisa (memoriali e musei dedicati, per es. musei dei diritti umani);
architettura inclusiva: condivisione e solidarietà vs separazione e discriminazione (per es. slum upgrading);
architettura dei confini;
architettura per la cooperazione (per es. con il Global South);