Titolo della tesi: ESTETICA DELLA CENSURA - nel cinema post rivoluzione (1979)
Questo progetto di ricerca intende analizzare le soluzioni narrative e le scelte formali applicate nei film iraniani dopo la rivoluzione islamica allo scopo di evitare la censura governativa e l’impatto di questo cinema “censurato” sul pubblico. Nonostante i limiti politici, religiosi e culturali che impediscono ai registi di lavorare in piena libertà il cinema iraniano è recentemente sempre più presente nella scena internazionale. Tuttavia, i festival occidentali si sono spesso soffermati sull’aspetto politico, sociale ed enunciativo dei film iraniani trascurando il formalismo poetico e simbolico con cui i cineasti sfidano le autorità censorie. La ricerca si propone di analizzare gli aspetti narrativi, estetici e formali con cui il nuovo cinema iraniano è potuto sfuggire alla morsa della censura. Il progetto studierà le scelte artistiche dei registi nel campo dell’estetica concentrandosi soprattutto sulle opere più recenti ma anche quelle di alcuni cineasti famosi a livello internazionale come Abbas Kiarostami, Majid Majidi, Rakhshan Bani-Etemad e il recente premio oscar Asghar Farhadi. Il lavoro vuole porsi come una prima ricognizione semiotica ed antropologica sulla nuova estetica del cinema iraniano sotto la censura e sull’immagine internazionale della cinematografia iraniana. Partendo da queste considerazioni cercheremo di mettere in luce tre nuclei tematici che ci sembrano decisivi per la definizione di tale estetica e delle sue funzioni; le radici culturali e politiche della censura e dell’autocensura nella società iraniana; le strutture narrative, semantiche e poetiche e il sistema dei segni e dei codici visivi che affrontano i limiti imposti sui film; l’analisi dell’effetto di tale “immagine censurata” sul pubblico nella fase di ricezione. Si tratta di tre elementi che necessitano di un modello di lettura capace di integrare analisi culturale e semiotica.