Ricerca: Storia del Consiglio d'Europa post-1989. Le relazioni con i paesi della ex-Jugoslavia
In seguito all'apertura del blocco comunista e alla caduta del Muro, matura l'idea del Consiglio d'Europa come di un luogo in cui giace la "coscienza europea", come sede di esercizio democratico, come forum pan-europeo. Nella logica di un'Europa a cerchi concentrici, il Consiglio avrebbe rappresentato dunque la 'Grande Europe'. L'obiettivo della ricerca consiste nell'approfondire la storia del Consiglio d'Europa dopo il 1989, e in particolar modo i rapporti che questa organizzazione ha intrattenuto con i paesi della ex-Jugoslavia, analizzando il suo ruolo nella delicata fase della transizione democratica e dell'avvicinamento alla 'Petite Europe'.
Per questo, sarà necessario analizzare i lavori della Commissione di Venezia, del Congresso delle autorità locali e regionali, le relazioni parlamentari e intergovernative; iniziative come la firma dell'Accordo di Associazione con il Fonds de ré-etablissement, l'adesione alla Convenzione culturale europea. Inoltre, è cruciale ripercorrere le tappe del processo di adesione, partendo dall'ottenimento dello statuto di "invitato speciale" e giungendo all'attuazione di programmi d'aiuto finalizzati alla transizione democratica, quali "Démosthène", "Démosthène-bis" e "Local Democracy". Infine, potranno essere studiati gli altri programmi e strumenti di politica pan-europea, primi fra tutti il Monitoring e le cooperazioni pilota.
Il metodo utilizzato per condurre questo studio è quello pertinente della ricerca storica, e le fonti sono in parte consultabili online, in parte presso gli Archivi del Consiglio d'Europa, ubicati a Strasburgo.