Titolo della tesi: Pittori, artisti e dilettanti in scena: itinerari teatrali nella Roma del primo Seicento. Il Cavalier d’Arpino, Matteo Pagani e l’Accademia degli Uniti. Sperimentazioni e contaminazioni tra teatro e pittura attraverso fonti e documenti.
Abstract
La tesi propone la ricostruzione del repertorio e delle pratiche dell’Accademia degli Uniti, fondata nel 1608 da Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d’Arpino, presso il palazzo romano del pittore, in via del Corso. Un corredo di testi editi e manoscritti inediti di recentissima acquisizione, tutti riferiti al teatro del Cavaliere, ha permesso di risalire all’organico della compagnia, ai ruoli interpretati, ai caratteri e alle modalità degli allestimenti. Il repertorio di cui si propone l’analisi è contraddistinto da una forte tessitura improvvisa, buffa e ridicola, e da un insieme di testi consuntivi (commedie, tragicommedie, favole boscherecce e un’operina sacra) formatisi nel corso del processo teatrale attraverso le improvvisazioni degli attori dilettanti. La contiguità dell’esperienza dell’Accademia degli Uniti con quella dell’Accademia degli Umoristi indica che Giuseppe Cesari, assieme ai suoi più stretti collaboratori, tra cui il drammaturgo Matteo Pagani, assunse un ruolo di spicco nelle sperimentazioni della Roma del primo Seicento; ai suoi allestimenti, nati dalla fusione di più arti e linguaggi, possiamo attribuire una funzione pionieristica, che arriva per contagio a coinvolgere, passando per Gian Lorenzo Bernini e Salvator Rosa, quasi tutti gli artisti dell’epoca. Com’è noto, questi artisti di fama accompagnarono costantemente la pratica dell’arte alla pratica delle scene, recitando, suonando, curando allestimenti, progettando macchine, scrivendo o facendosi scrivere testi, aprendo al pubblico teatri privati, in casa propria o nel proprio atelier. Da questi pittori e dalle Accademie da loro fondate si sviluppa e prende consistenza la vena sperimentale che disegna il Barocco. L’ingente patrimonio rappresentato da questo particolarissimo tipo di drammaturgia “del riso” è uno dei tratti identitari di maggior spicco della cultura romana del Seicento.