Presentazione

Nella Società di oggi è indispensabile diffondere la cultura sullo sviluppo sostenibile e responsabile come dichiarato nei 17 obiettivi (SDGs) dell’Agenda ONU 2030 e dalle recenti Strategie EU tra cui quella per la Biodiversità al 2030: “Riportare la natura nella nostra vita”. Occorre infatti porre fine alla perdita di biodiversità, preservare e valorizzare i processi che caratterizzano il funzionamento degli ecosistemi e l’insieme dei Beni e Servizi da questi forniti per la salute e il benessere dell’Uomo. Inoltre, uno sviluppo orientato alla sostenibilità può offrire nuove e concrete opportunità di lavoro, attraverso l’innovazione dei processi e dei prodotti e la creazione di nuove competenze, valorizzando il Capitale Umano e dando così impulso ad un’economia circolare.
Lo Sviluppo Sostenibile non è frutto di una semplice elaborazione concettuale scaturita dalla Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo (WCED) Commissione Brundtland (conosciuto anche come Our Common Future) del 1987, ma è la sintesi di una serie di riflessioni dalle quali emergono due concetti fondamentali: la limitatezza delle risorse del nostro Pianeta e quindi una equa distribuzione delle stesse e la responsabilità nei confronti delle generazioni future. La prosperità e il benessere del genere umano dipendono da uno sfruttamento sostenibile del Capitale Naturale (CN) concetto mutuato dal settore economico per indicare il valore in termini fisici, monetari e di benessere offerto al genere umano dalla biodiversità e dagli “stock” di risorse naturali. Uno stato buono di conservazione del CN può garantire la generazione continua di Servizi Ecosistemici (SE), che sono vitali per il benessere della società (cibo, fibre, acqua potabile, aria pura, impollinazione, regolazione climatica, e molti altri).
Dietro alla frase “Un pianeta pulito per tutti” si cela un piano d’azione dell’UE dove lo Sviluppo Sostenibile non è frutto di una semplice elaborazione concettuale scaturita dalle Conferenze delle Parti, ma è la sintesi di una serie di riflessioni dalle quali emergono due concetti fondamentali: la limitatezza delle risorse del nostro Pianeta e una equa distribuzione delle stesse e la responsabilità nei confronti delle generazioni future.
Un’economia a emissioni zero di gas serra deve prevedere principalmente sette elementi strategici, tra cui: i benefici dell’efficienza energetica; l'impiego delle energie rinnovabili; l'uso dell'elettricità per decarbonizzare completamente l'approvvigionamento energetico dell'Europa; una mobilità pulita, sicura; il ruolo dell'economia circolare come fattore chiave per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra; il massimo dei benefici della bioeconomia; la creazione di pozzi di assorbimento del carbonio necessari. In un tale scenario, l’ultima COP26 a Glasgow ha ribadito l’importanza dell’elemento culturale in tutte le fasi dell’insegnamento quale collante dei tre pilastri: quello ambientale, quello economico e quello sociale.
Questo Corso di Dottorato interdisciplinare si inquadra nell’odierna prospettiva che vede l’ambiente e le sue risorse come un settore importante di sviluppo economico connesso ai temi della transizione ecologica, energetica e digitale, alla crescita culturale della società, alla riqualificazione del territorio, alla qualità della vita ed alle nuove condizioni socio-economiche che caratterizzano la transizione post-industriale.
Questa transizione è stata profondamente segnata dalla globalizzazione e dal sorgere della società dell’informazione, potenziata dal nuovo sistema digitale dei flussi di comunicazione. Inoltre, l’avanzamento delle conoscenze della biologia ha determinato notevoli ricadute nel settore agro-alimentare, biomedico e in quello dei beni culturali e paesaggistici, legati ad un uso più ampio delle risorse e ad una necessità di gestire un immenso Capitale Naturale, patrimonio di biodiversità costruitosi nel corso dell’evoluzione, in sinergia con il Capitale Umano.
La visione della Commissione europea risponde all'invito dell'accordo di Parigi nel proseguire gli sforzi per mantenere il riscaldamento a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali ed è inoltre pienamente in linea con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Un’economia a emissioni zero di gas serra deve prevedere principalmente sette elementi strategici (Going Climate-Neutral by 2019), tra cui: i benefici dell’efficienza energetica; l'impiego delle energie rinnovabili e l'uso dell'elettricità per decarbonizzare completamente l'approvvigionamento energetico dell'Europa; avere una mobilità pulita, sicura e riconoscere l'economia circolare come fattore chiave per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra; sfruttare al massimo tutti i benefici della bioeconomia e creare i pozzi di assorbimento del carbonio necessari.
La transizione verso un’economia a emissioni zero di gas serra non riguarda solo la tecnologia e l’occupazione, ma anche le persone e il loro stile di vita, il modo in cui usano i trasporti, vivono e lavorano insieme. Lo stile di vita delle persone potrà facilitare la transizione verso la neutralità climatica, migliorando al tempo stesso la qualità della vita. In tale contesto, i Servizi Ecosistemici sono il contributo relativo al benessere umano del Capitale Naturale, termine, questo, mutuato dal settore economico che indica gli stock di risorse naturali (piante, animali, aria, acqua, suolo, minerali, ecc.) generate dai flussi di materia ed energia negli ecosistemi. Emerge chiaramente che le conoscenze sui Servizi Ecosistemici richiedono analisi condotte mediante un approccio sperimentale di tipo interdisciplinare. Nel 2014, Costanza ha stimato in circa 125 trilioni di dollari/anno il valore del Capitale Naturale globale e dei Servizi Ecosistemici, pari a più del doppio del PIL globale del pianeta. Alla luce di quanto premesso, per migliorare o mantenere lo stato di benessere dell’Uomo è necessario integrare i sistemi economici e i sistemi ecologici nel “sistema socio-ecologico”, con l’obiettivo di conseguire un reale sviluppo di tipo sostenibile e responsabile.

Sapienza ha deciso di sfruttare il suo grande potenziale di conoscenze trans-disciplinari per formare i futuri cittadini della sostenibilità. Nel contesto descritto, questo Corso di Dottorato caratterizzato dalla sua trans-disciplinarità si inquadra nell’odierna prospettiva che vede l’ambiente e le sue risorse come un settore importante di sviluppo economico connesso ai temi della transizione ecologica, energetica e digitale, alla crescita culturale della società, alla riqualificazione del territorio, alla qualità della vita ed alle nuove condizioni socio-economiche che caratterizzano la transizione post-industriale.
Gli obiettivi che si vogliono perseguire portano a fornire le competenze per uno sviluppo sostenibile, attraverso un insegnamento sociale, collaborativo e disruptive ed una partecipazione condivisa ed integrata alla educazione ambientale, economica e sociale.
Più in particolare, il Corso di dottorato di Ricerca in “Governance For Sustainable Development” intende formare per ognuno dei curriculum un tipo di figura di dottore di ricerca transdisciplinare, cioè in grado di sfruttare la molteplicità e l’interconnessione tra i vari ambiti disciplinari, ampliando il più possibile sia la visione del problema da affrontare che l’oggetto da indagare (attraverso il coinvolgimento e l’inclusione tanto di accademici e specialisti settoriali interdisciplinari, che di stakeholder esterni al mondo accademico, profondamente legati e interessati al tema della sostenibilità appartenenti al mondo imprenditoriale e manageriale). Il Corso di Dottorato ha lo scopo di formare figure professionali orientate al mondo della ricerca, delle imprese e delle istituzioni governative nazionali ed internazionali, esperte nell’analisi e gestione dei sistemi complessi con particolare riferimento ai sistemi socioeconomici, naturali, energetici ed industriali. La diversa provenienza scientifica e culturale dei membri del Collegio dei Docenti rappresenta un punto di forza di un dottorato che si connota, appunto, come transdisciplinare.

I dottorandi saranno coinvolti direttamente nelle attività del Comitato tecnico-scientifico per la sostenibilità (sia su progetti di ricerca nazionali che internazionali), occupandosi anche della relativa organizzazione e management. L’obiettivo del Corso è anche quello di sostenere i dottorandi nella transizione verso le future carriere professionali, dentro e fuori l’Università, rafforzando la loro employability, accrescendo la consapevolezza del ruolo e delle prospettive del dottorato nella società della conoscenza. Altri punti di forza sono la contaminazione disciplinare che potrà favorire il dialogo tra i dottorandi contribuendo a promuovere l’innovazione e il creative thinking.

Tali obiettivi vengono raggiunti attraverso tre indirizzi culturali in cui si articola il corso di dottorato (partecipato da 20 SSD e con il supporto di aziende del settore economico ed energetico): il primo in " Natura e Salute (CV in Capitale Naturale, Agro-alimentare e Sanitario)", il secondo in " Socio-Economico (CV in Capitale Umano, Sociale e Culturale)", il terzo in " Energia e Tecnologie innovative (CV in Capitale Infrastrutturale ed Energia)".
I tre indirizzi, pur differenziandosi nell’entità dell’approfondimento su diversi contenuti specifici, hanno una comune base conoscitiva e, soprattutto, metodologica, tale da garantire una forte correlazione tra i differenti settori culturali di riferimento. Il Dottorato di Ricerca in “Governance For Sustainable Development”, che ha una durata di tre anni, è organizzato in modo tale che sia possibile fruire di tutte le competenze presenti all’interno dei quattro indirizzi culturali e dei rispettivi contenuti scientifico-disciplinari. In particolare, poiché le tematiche legate alle scienze e tecnologie energetiche ed ambientali costituiscono un patrimonio comune a tutti i dottorandi, la struttura formativa del dottorato si articola in una prima fase didattica dedicata all'approfondimento di argomenti di formazione propedeutica e di base per la ricerca ed in due fasi successive, finalizzate, rispettivamente, all’approfondimento degli aspetti di interesse più specifico dei diversi indirizzi culturali ed e allo sviluppo della tesi.

I temi di ricerca al centro dell’indirizzo "Natura e Salute " pongono al centro il Capitale Naturale e il Capitale Sanitario. Il primo rappresenta l’insieme di risorse naturali e include organismi viventi, aria, acqua, suolo e risorse geologiche. Il Capitale Naturale include, quindi, la biodiversità, la diversità dei viventi a tutti i livelli, incluso quello genetico, degli organismi e degli ecosistemi, ed è alla base della fornitura di servizi ecosistemici, come la depurazione delle acque, dell’aria, l’assimilazione e lo stoccaggio del carbonio, il rifornimento di materie prime, la protezione dal dissesto idrogeologico, la variazione delle qualità e della quantità delle risorse idriche a seguito dei cambiamenti climatici, la regolazione del clima e moltissimi altri. Il nostro benessere e la nostra economia sono strettamente dipendenti dal Capitale Naturale, come ad esempio, per il settore agroalimentare che riveste un’importanza essenziale in Italia e costituisce un settore chiave per l’economia e il commercio, per la salute e la sicurezza dei consumatori e per la sostenibilità delle produzioni. La perdita di biodiversità rappresenta, insieme al cambiamento climatico, una delle due crisi ambientali globali del nostro tempo. Il suo contrasto è oggetto a scala globale degli accordi definiti dalla Convenzione sulla Diversità Biologica, e a scala europea dalla Strategia 2030 per la Biodiversità. È anche uno dei temi al centro delle strategie Green New Deal e Farm to Fork, che puntano ad individuare un nuovo e migliore equilibrio tra natura, società, sistemi alimentari e biodiversità. Il Capitale Sanitario, inteso come il livello di fiducia, cooperazione, legami associativi e attività presenti in una comunità, costituisce un pillar fondamentale per lo sviluppo sostenibile della società umana. La nostra attenzione è qui concentrata sui problemi di eguaglianza e diseguaglianza nella formazione del capitale sanitario e sul ruolo che le politiche sanitarie pubbliche possono determinare sul capitale umano.

I temi di ricerca al centro dell’indirizzo "Socio-Economico" poggiano su quelli che sono i pilastri fondamentali di una società, ossia il capitale sociale, il capitale umano e il capitale culturale. L’innovazione tecnologica è in grado di migliorarli promuovendo un nuovo modello di produzione e di consumo che si possa tradurre in un’economia davvero circolare. In base a questi concetti, per realizzare uno sviluppo sostenibile occorre definire indici di sviluppo direttamente correlati alle aspirazioni e alle esigenze della società e alle potenzialità dell'ambiente, e in un secondo tempo progettare gli strumenti politici ed economici per intervenire oculatamente.

I temi di ricerca al centro dell’indirizzo "Energia e Tecnologie innovative " tengono conto che lambiente e i processi ecosistemici andranno sempre più tutelati, indirizzando i processi produttivi verso un drastico contenimento delle materie prime, sia organiche che inorganiche, implementando un utilizzo virtuoso delle materie prime-seconde che, derivanti da processi di riciclo, possono poi essere immesse di nuovo nel sistema economico come nuove materie prime. L’obiettivo della decarbonizzazione del pianeta spingerà sempre più verso investimenti in fonti rinnovabili e alla necessità di un uso virtuoso e sostenibile del suolo e del Capitale Naturale come ad esempio le risorse idriche, sempre più scarse e vulnerabili. Le rinnovabili, con le loro rapidissime evoluzioni tecnologiche, vista la loro natura, daranno ulteriore impulso a investimenti in smart grid, in stoccaggio di energia e alla smart mobility, alla mobilità elettrica in genere (in una prima fase, come tappa della transizione digitale; successivamente, della transizione produttiva).


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