Titolo della tesi: Lo sviluppo del lessico e della sensibilità sublessicale negli apprendenti di cinese LS: uno studio basato sui descrittori del Sillabo della lingua cinese
Questa ricerca di dottorato ha preso l’avvio dal Sillabo della lingua cinese, documento corale nato dalla collaborazione di docenti universitari e professori impiegati nelle scuole secondarie. In una prospettiva di più largo respiro, l’introduzione del cinese come materia curriculare nelle scuole secondarie italiane, sia dal punto di vista del target di riferimento che da quello della definizione degli standard di competenza, ha rappresentato un’importante occasione per condurre degli studi più approfonditi in un contesto ancora poco battuto, di cui il presente lavoro vuole rappresentare un esempio. Con questo studio si è quindi deciso di andare a indagare come i descrittori presenti nel Sillabo e mutuati dai can-do statements del Quadro Comune Europeo di Riferimento (QCER) si configurino rispetto alle competenze reali degli apprendenti e al processo generale di acquisizione linguistica, con l’obiettivo di poter meglio contribuire alla progressiva standardizzazione dell’insegnamento della lingua cinese nelle scuole italiane. Prendendo le mosse dal Sillabo si è deciso di esaminare un aspetto specifico dell’apprendimento della lingua per gli studenti italofoni di cinese LS: lo sviluppo del lessico e della sensibilità subelssicale. L’obiettivo è quindi di andare a indagare come, nel processo di sviluppo delle abilità di lettura, gli apprendenti di cinese LS riescano a sfruttare le informazioni espresse dagli elementi sublessicali afferenti ai livelli strutturale, submorfemico e morfemico, e come riescano a usarle in maniera efficace per la costruzione del significato. Poiché l’apprendimento del lessico è considerato come uno dei più forti predittori del successo nell’acquisizione delle abilità di lettura (Laufer, 1992), la ricerca si è concentrata sull’analisi dei sub-word-level lexemes del cinese scritto.
Nel primo capitolo sono stati presi in esame i layer sublessicali del cinese scritto, tentando di mettere in risalto gli aspetti che, per un apprendente la cui L1 è l’italiano, potevano risultare maggiormente significativi. Sono state presentate altresì le componenti di base (bùjiàn 部件), le componenti laterali (pianpang 偏旁) i radicali (bushou 部首) e la categoria dei caratteri pittofonetici (xingshengzi 形声字), di cui si sono messi in luce gli aspetti strutturali e tassonomici.
Nel secondo capitolo si sono presi in esame gli aspetti e le implicazioni legate agli standard didattici nell’insegnamento del cinese considerato sia come LS che come L2; si è inoltre tentato un confronto su come questi standard siano stati espressi nei diversi sillabi e curricola in vari contesti internazionali. Si sono quindi messi in relazione i descrittori del Sillabo con le esperienze relative all’European Benchmarking Chinese Language (EBCL), l’Australian Curriculum of Languages (ACL) e l’International Curriculum of Chinese Language Education (ICCLE). Si è condotto questo confronto andando a identificare quali descrittori si riferissero nello specifico all’acquisizione lessicale e agli elementi sublessicali, per tutti i sillabi e i curricula presi in esame per il confronto.
Nel terzo capitolo sono presentati i quattro test che sono stati poi sottoposti agli studenti. In questo capitolo vengono descritte le scelte che hanno portato alla loro strutturazione e modifica. Sono state anche descritte le fasi di piloting degli strumenti, nelle quali i test sono stati sottoposti ad apprendenti adulti che studiano la lingua cinese all’università. In ultimo, a seguito della raccolta e della successiva analisi dei dati, sono state raggiunte le seguenti conclusioni: (i) Per la competenza strutturale è emersa una differenza significativa tra il riconoscimento dei caratteri con struttura top-down rispetto a quelli left-right. La capacità di riconoscere i non-characters e di percepire la correttezza strutturale dei caratteri inizia ad emergere già dal primo anno di studio della lingua cinese. (ii) Per le componenti submorfemiche è emersa, in linea con la letteratura, una differenza significativa tra la capacità di riconoscere i marcatori semantici e quelli fonetici, con una preminenza rilevante verso il riconoscimento dei marcatori semantici su quelli fonetici. (iii) Sono risultate essere più trasparenti le parole composte che presentavano una struttura affissuale rispetto a quelle costruite con dei suffissi. (iv) È emerso un rapporto di correlazione positivo e debole tra la sensibilità submorfemica e quella morfemica.
Sulla base di questi risultati si è infine deciso di proporre delle integrazioni ai descrittori del Sillabo relativi allo sviluppo del lessico e della trasparenza sublessicale.