Dottorato in BIOLOGIA AMBIENTALE ED EVOLUZIONISTICA

Titolo della tesi: Green Infrastructure and Multifunctionality: Enhancing Ecological Connectivity and Complexity in Mediterranean Agricultural landscapes

La Strategia Europea per la Biodiversità al 2030 sta stimolando investimenti significativi nelle Infrastrutture Verdi (GI) per migliorare la connettività ecologica, in particolare tra i siti della rete Natura 2000 (N2K) dell’UE, spesso isolati in paesaggi altamente antropizzati. In linea con questo obiettivo strategico, le politiche ambientali europee promuovono il ripristino di elementi naturali e seminaturali come componenti essenziali delle GI nelle matrici agricoli dominanti. Tali interventi di ripristino possono rafforzare il ruolo degli agroecosistemi nel sostenere la rete N2K, ma si conosce ancora poco sulle reali esigenze di implementazione delle GI in diverse regioni e sistemi agricoli con condizioni differenti. I paesaggi agricoli tradizionali ed estensivi, caratterizzati da una diffusa naturalità, sono intrinsecamente multifunzionali e in grado di supportare la biodiversità, la resilienza ecosistemica e il benessere umano. Tuttavia, in particolare nell’Europa sud-occidentale, si osserva una tendenza crescente verso l’omogeneizzazione e l’intensificazione dell’agricoltura, con una conseguente perdita di elementi paesaggistici ad elevata biodiversità, come gli elementi lineari naturali e seminaturali (LE). Gli LE rientrano tra le caratteristiche del paesaggio da incrementare nei territori agricoli, poiché possono favorire la biodiversità e la connettività, agendo in modo complementare e sinergico con i siti protetti della rete N2K. All’interno di agroecosistemi complessi, gli LE possono inoltre essere considerati veri e propri sottotipi ecosistemici, con proprie caratteristiche strutturali e funzionali, che variano in base alle condizioni locali. Tuttavia, manca ancora una metodologia strutturata per valutare la loro capacità di supportare la biodiversità e, d’altra parte, vi sono poche evidenze su come integrare la valutazione dello stato degli LE nei piani e nelle azioni di GI mirate al miglioramento della coerenza della rete N2K (ovvero il grado di connettività strutturale). Questo studio ha affrontato tali lacune conoscitive attraverso: (i) l’identificazione delle esigenze di implementazione delle GI connesse alla rete N2K a livello biogeografico, analizzando la proporzione di aree protette e la densità di elementi legnosi residuali nei terreni coltivati di diverse Unità Territoriali (NUTS3); (ii) la definizione di un metodo per la valutazione delle condizioni degli LE, con particolare attenzione alla capacità di supportare specie vegetali tipiche della Vegetazione Potenziale Naturale (PNV) locale e gli impollinatori; (iii) lo sviluppo e la sperimentazione di un modello di GI su scala locale per migliorare la coerenza della rete N2K, con interventi di conservazione e ripristino mirati agli LE. Grazie a un approccio basato sull’ecologia del paesaggio, rafforzato da rilievi vegetazionali in campo e tramite immagini aeree, la ricerca ha permesso di affrontare in modo efficace le sfide della sostenibilità agricola da una prospettiva multilivello. I primi risultati hanno evidenziato quattro principali necessità di implementazione delle GI nell’Europa mediterranea occidentale, con una prevalenza della necessità di ripristino delle connessioni, seguita dalla necessità di consolidamento della conservazione dei nodi e delle connessioni, dalla necessità di creazione di nuove aree protette e dalla necessità di ampliamento dei siti N2K esistenti. In secondo luogo, è stata proposta e validata una metodologia di valutazione delle condizioni di 80 LE siti in Italia e Spagna, evidenziando come le condizioni migliori si associano a LE contigui a patch N2K e caratterizzate da una maggiore copertura-abbondanza di specie tipiche della PNV locale. Infine, nel settore periurbano della Città Metropolitana di Roma, è stato sviluppato un disegno di GI a scala locale per migliorare la coerenza tra i siti N2K. In questo caso, le azioni di GI proposte per gli LE hanno interessato appena lo 0,0100% della superficie agricola totale, con interventi di ripristino che hanno riguardato solo lo 0,0073%. Nonostante la limitata estensione delle aree da ripristinare, la GI ha dimostrato di poter quasi raddoppiare la coerenza della rete ecologica esistente. Questo approccio, in linea con una gestione del territorio orientata alla coesistenza tra agricoltura e biodiversità, facilita la realizzazione degli interventi di ripristino nei paesaggi agricoli.