Titolo della tesi: Supportare la motivazione degli studenti a scuola. Uno studio longitudinale basato sulla Self-Determination Theory
La tesi, come si evince dal titolo stesso, affronta l’importante tema del supporto alla motivazione degli studenti a scuola, attraverso l’approccio della Self-Determination Theory, o Teoria dell’Autodeterminazione (SDT; Ryan & Deci, 2017). Negli ultimi trent’anni, la ricerca educativa ha sempre più adottato il quadro concettuale della SDT per spiegare il ruolo fondamentale del contesto sociale nello sviluppo della motivazione ad apprendere degli studenti. La SDT sostiene che la regolazione per la motivazione ad apprendere può essere collocata lungo un continuum di autodeterminazione, che inizia dall’assenza di regolazione, passa per diverse forme di regolazione esterna ed infine arriva alla regolazione intrinseca. Promuovere il processo di autoregolazione è, quindi, considerato uno degli obiettivi più sfidanti nell’insegnamento, poiché non tutte le attività o compiti sono intrinsecamente motivanti, eppure possono essere importanti per gli studenti. Il grado in cui gli studenti sperimentano i diversi tipi di motivazione varia in base a fattori situazionali e contestuali e, secondo la SDT, il contesto non influisce direttamente sull’autoregolazione della motivazione, ma può favorire la soddisfazione dei bisogni psicologici di base (autonomia, competenza e relazione) degli studenti. In questa prospettiva, tra gli elementi chiave all’interno del contesto educativo, il supporto all’autonomia degli studenti, fornito dagli insegnanti in classe, è di particolare importanza. Questo supporto è cruciale nel plasmare la motivazione autonoma degli studenti e nel guidare il loro processo di autoregolazione dei valori e delle regole, che può avere un impatto diretto sull’apprendimento, sulle performance scolastiche e sul benessere generale degli studenti, in modo particolare durante l’adolescenza. Le relazioni tra insegnanti e studenti, soprattutto durante questa importante fase di crescita degli studenti, possono rappresentare una sfida, poiché gli adolescenti tendono a sviluppare una maggiore indipendenza e a cercare di affermare la propria identità. Nonostante ciò, è essenziale riconoscere l’importanza di queste relazioni per il coinvolgimento degli studenti nel processo di apprendimento. Gli insegnanti che dimostrano un interesse genuino per gli studenti, che li ascoltano e li comprendono, possono contribuire a creare un ambiente accogliente e di supporto all’autonomia. Ciò che gli insegnanti “fanno” e “dicono” durante le interazioni con gli studenti definisce il loro stile di insegnamento (Reeve & Jang, 2009), il quale può avere un impatto positivo o negativo sui bisogni degli adolescenti, sottolineando l’importanza di saper riconoscere e valutare attentamente il profilo dell’insegnante che promuove l’autonomia degli studenti a scuola.
Nonostante le ricerche sulla SDT siano state condotte per oltre 30 anni, permangono ancora notevoli ambiguità concettuali intorno al tema del supporto all’autonomia. La tesi ha l’obiettivo generale di affrontare l’ampio e complesso concetto di supporto all’autonomia degli studenti, nel tentativo di fare chiarezza su quali siano i comportamenti che un insegnante deve adottare, nelle sue pratiche di insegnamento quotidiane, per essere definito un insegnante che supporta la motivazione degli studenti. In quest’ottica, l’intera ricerca è stata svolta con il fine ultimo di contribuire a una migliore comprensione delle dinamiche educative e alla formulazione di orientamenti pedagogici per migliorare l’agire quotidiano degli insegnanti.
Nella prima parte della tesi, si è cercato di fare chiarezza, prima di tutto, sul concetto di “supporto all’autonomia”, tracciando una panoramica dei vari “domini” (Assor & Kaplan, 2001) che questo costrutto assume nel contesto dell’insegnamento. Questo percorso è iniziato attraverso la definizione generale di supporto all’autonomia (Black & Deci, 2000), evidenziando come tale concetto abbia guadagnato rilevanza all’interno della SDT applicata al contesto educativo (Reeve, 2002; Niemiec & Ryan, 2009; Ryan & Deci, 2017; Guay, 2022; Ryan et al., 2023). Successivamente, si è proceduto a delineare ulteriormente il concetto di supporto all’autonomia nel contesto scolastico, fino ad arrivare al recente Sistema di Classificazione dei comportamenti motivazionali degli insegnanti (Ahmadi et al., 2023), fornendo così una struttura più chiara per comprendere come e quali comportamenti degli insegnanti possano favorire il supporto ai bisogni degli studenti. Il percorso tracciato ha offerto una prospettiva sulle diverse sfaccettature coinvolte nella concezione più ampia di supporto all’autonomia. Da un lato, è emersa la complessità nel definire chiaramente questo costrutto; dall’altro lato, si è chiarito come queste diverse sfaccettature siano strettamente correlate alla motivazione, al benessere e all’esperienza di apprendimento degli studenti, grazie ad alcuni dei contributi teorici ed empirici degli autori più influenti della SDT applicata al contesto educativo.
Dopo aver esaminato in dettaglio i vari aspetti legati al supporto all’autonomia e ai comportamenti motivazionali degli insegnanti, ci si è trovati di fronte a una sfida pratica: «come fa un insegnante a sapere se è supportivo all’autonomia?» (Reeve et al., 2022, p. 38). Inoltre, come può essere operazionalizzato concretamente il concetto di supporto all’autonomia in modo da guidare l’azione degli insegnanti? L’operazionalizzazione di questo concetto richiede l’equilibrio tra teoria e pratica, tra consapevolezza e azione, e rappresenta un passo fondamentale verso un ambiente educativo più motivante e centrato sullo studente. Gli insegnanti dovrebbero essere supportati nel riflettere sulle proprie interazioni con gli studenti, valutando se i comportamenti adottati promuovano effettivamente l’autonomia, la motivazione intrinseca e l’esperienza di apprendimento (Reeve & Cheon, 2016; Reeve et al., 2022; Ryan et al., 2023). Per rispondere a questa sfida «è necessario avere un modo per misurare lo stile motivante» (Reeve et al., 2022, p. 38), attraverso l’elaborazione e l’adozione di strumenti di valutazione che possano misurare in modo affidabile il grado di supporto all’autonomia presente nell’approccio didattico di un insegnante.
A tale proposito, si è voluto approfondire, attraverso una revisione sistematica, il “problema” della valutazione del supporto all’autonomia. Nello specifico, la revisione sistematica ha avuto come obiettivo principale l’analisi delle varie concezioni e modalità operative legate al più ampio concetto di supporto all’autonomia all’interno degli studi empirici focalizzati sulla creazione, adattamento e validazione di strumenti volti a valutare i comportamenti degli insegnanti. La revisione si è concentrata in particolare sugli strumenti self-report, utilizzati sia per raccogliere la percezione degli studenti riguardo ai comportamenti dei propri insegnanti, sia per misurare direttamente tali comportamenti da parte degli insegnanti stessi. La revisione, condotta con metodi rigorosi, ha permesso di selezionare 22 studi da analizzare. Gli obiettivi specifici hanno mirato ad indagare le diverse dimensioni coinvolte nel concetto di “supporto all’autonomia”, valutando le proprietà psicometriche degli strumenti, al fine di determinare la congruenza tra le concettualizzazioni teoriche e la loro operazionalizzazione. I risultati ottenuti hanno delineato una varietà di approcci, portando alla luce la presenza di 25 diverse dimensioni con cui il concetto è stato operazionalizzato, suggerendo una ricchezza di prospettive nell’affrontare il supporto all’autonomia nel contesto scolastico. Da una parte, la presenza di costrutti simili e interconnessi ha indicato un consenso su alcune dimensioni centrali del supporto all’autonomia. D’altra parte, le sfumature nelle definizioni e nella misurazione di questo costrutto hanno sottolineato l’importanza di considerare le peculiarità del contesto e le caratteristiche degli studenti quando si tratta di fornire un ambiente di apprendimento favorevole ai bisogni psicologici degli studenti. Inoltre, l’analisi sulla validità di contenuto degli strumenti ha permesso di avere un’idea chiara su quali singole azioni degli insegnanti siano valutate in misura maggiore e su quali, invece, ci sia la necessità di ulteriori approfondimenti.
Nella parte empirica della ricerca, presentata nella tesi, si è voluto approfondire, attraverso uno studio longitudinale, parte di questi aspetti critici emersi sia dalla concettualizzazione del supporto all’autonomia sia dalla sua operazionalizzazione. La seconda parte della tesi è quindi dedicata allo studio longitudinale, condotto in tre scuole secondarie di primo grado e in una scuola secondaria di secondo grado, durante gli anni scolastici 2021-22 e 2022-23, che ha visto la partecipazione di circa 2000 studenti, in quattro fasi di raccolta dati. La necessità di avviare uno studio longitudinale nasce per colmare una lacuna nella ricerca nazionale, specificatamente la mancanza di studi longitudinali che applicano l’approccio della SDT alla scuola secondaria di primo grado. L’obiettivo generale della ricerca è quello di valutare come gli studenti percepiscono il supporto all’autonomia da parte degli insegnanti, con un focus particolare sulla scuola secondaria di primo grado. Nello specifico vengono presentati due studi.
Il primo studio, si è concentrato sulle prime due raccolte dati dell’indagine longitudinale e aveva due obiettivi principali. In primo luogo, mirava a esaminare le relazioni nel tempo tra il supporto all’autonomia e i bisogni psicologici degli studenti, con particolare attenzione sia alla soddisfazione che alla frustrazione dei bisogni. In secondo luogo, mirava ad analizzare il ruolo del bisogno di relazione sia con i compagni di classe che con gli insegnanti. Per questo secondo obiettivo, si è scelto di adattare e validare la scala sui bisogni psicologici degli studenti a scuola (Buzzai et al., 2021), per misurare in due dimensioni distinte il bisogno di relazione con compagni di classe e con insegnanti; è essenziale evidenziare come il modello di misura sia stato in grado di distinguere chiaramente le diverse dimensioni del bisogno di relazione, mantenendo al contempo un solido grado di adattamento e coerenza interna. I risultati emersi hanno evidenziato l’importanza dei diversi aspetti del bisogno di relazione degli studenti e il loro impatto sulla motivazione e sul benessere. In particolare, la relazione con gli insegnanti è emersa come un fattore chiave nel promuovere una maggiore motivazione autonoma e maggiori emozioni positive tra gli studenti. Questi risultati enfatizzano il ruolo cruciale degli insegnanti nell’esperienza educativa degli studenti e sottolineano la necessità di coltivare relazioni positive tra insegnanti e studenti. Inoltre, lo sviluppo di uno strumento che cattura le diverse sfumature del bisogno di relazione degli studenti si è dimostrato di grande valore, poiché può aiutare ricercatori, insegnanti e formatori a comprendere meglio i bisogni degli studenti e a implementare strategie mirate per migliorare il loro benessere e la loro motivazione.
Il secondo studio aveva, invece, come obiettivo generale quello di analizzare i comportamenti motivazionali degli insegnanti, in relazione alla motivazione autonoma degli studenti. È stato descritto, prima di tutto, il processo di creazione di una di nuova scala di misura, la Teachers’ Motivational Behavior Scale (TMBS), per valutare la percezione degli studenti riguardo ai comportamenti motivazionali degli insegnanti. La scala, basata sul Sistema di Classificazione dei comportamenti motivazionali di Ahmadi e colleghi (2023), era inizialmente finalizzata a valutare il supporto e l’ostacolo per ognuno dei bisogni psicologici degli studenti. Tuttavia, le analisi hanno suggerito che questi comportamenti motivazionali degli insegnanti potevano essere rappresentati in modo più generale attraverso le dimensioni di supporto e ostacolo, senza la necessità di specifiche distinzioni tra i bisogni psicologici. Questi risultati hanno ulteriormente messo in luce la complessità nel cogliere con precisione le diverse sfumature dei comportamenti degli insegnanti, che rendono sicuramente necessarie ulteriori ricerche sulla struttura e l’efficacia della TMBS. Sfumature da cui nasce anche il secondo obiettivo dello studio, ovvero considerare, in un’ottica esplorativa, i comportamenti come singole azioni, senza presupporre l’esistenza di dimensioni latenti che spieghino i comportamenti come parte di uno stile di insegnamento. In questo modo, l’effetto di ciascun comportamento degli insegnanti sulla motivazione degli studenti è stato valutato singolarmente, senza applicare analisi alla scala nel suo insieme o alle dimensioni originariamente ipotizzate. In generale, molti interventi formativi e molti studi si concentrano esclusivamente sui comportamenti di supporto; tenere in considerazione i diversi comportamenti, compresi quelli ostacolanti, può aiutare i ricercatori e gli stessi insegnanti, non solo a identificare quali comportamenti promuovere, ma anche quali comportamenti prevenire (Ahmadi et al., 2023). Per realizzare interventi formativi mirati a migliorare lo stile motivante adottato dagli insegnanti è, infatti, necessario sviluppare contemporaneamente due competenze: (1) la capacità di comprendere e di mettere in atto comportamenti di supporto e (2) la capacità di riconoscere e gestire i comportamenti ostacolanti, sostituendoli con azioni più supportive (Reeve & Cheon, 2021).
Complessivamente, la ricerca, tenendo in considerazione diverse limitazioni, fornisce un punto di partenza per futuri approfondimenti e sviluppi, mirati a migliorare la comprensione del ruolo delle singole azioni degli insegnanti nello sviluppo motivazionale e nell’apprendimento degli studenti, nell’ottica della Self-Determination Theory.