ROBERTA ESPOSITO

Dottoressa di ricerca

ciclo: XXXIII



Titolo della tesi: L'ordine della griglia. Dalla forma visibile alla forma urbana.

L’oggetto di questa ricerca è costituito dal principio – che diviene anche strumento – geometrico-compositivo della griglia, capace di ordinare l’architettura della città tramite analisi e misurazione dell’“eternamente esistente” – per dirla con Platone – che, oltre a possedere una valenza fattuale, riducibile alla sfera delle necessità contingenti, apre anche, configurandosi come riflesso di un più generale ordine universale, al “mondo delle essenze”. La ricerca intende dimostrare come la griglia, sotto certe condizioni non omologanti, possa rappresentare un efficace principio e strumento d’ordine per la interpretazione di molte realtà urbane e il progetto della città e delle sue architetture. Pertanto, lo studio, per raggiungere tale obiettivo e nel tentativo di produrre un avanzamento della conoscenza nel relativo campo d’indagine, fornisce una interpretazione del principio e strumento della griglia che tende a introdurre, rispetto allo stato dell’arte, alcuni elementi di originalità capaci proprio di sottolinearne la forte “vocazione progettuale”. Non si ha, quindi, la presunzione di apportare esaustività al dibattito, ma si vuole rilanciarlo orientando la riflessione. Tramite l’indagine della procedura di misurazione e composizione dello spazio, si intende proporre un punto di vista orientato rispetto allo stato dell’arte e della letteratura esistente. L’approccio della ricerca non è né puramente interessato agli aspetti astratto-geometrici, né tantomeno legato ai paradigmi regolativi della disciplina urbanistica del secolo scorso, ma vuole essere eminentemente compositivo nella diacrisi fertile tra “identità e differenza”, “regola e variazione”. Gli studi sul tema spesso si sono limitati ad affrontare la griglia dal punto di vista prevalentemente matematico o, d’altro canto, legislativo e urbanistico – piuttosto che urbano –, cioè riferito all’insieme delle misure tecniche, amministrative ed economiche finalizzate al controllo e all’organizzazione dell’ambiente urbano. Tale approccio si ritiene abbia trascurato lo studio della forma e dello spazio della città, la cui struttura non può essere ridotta al mero schema dei tracciati viari. Ci si propone, per poter aggiungere un tassello di conoscenza allo stato dell’arte, di costruire un orizzonte teorico capace di circoscrivere il campo d’indagine assunto. Nel caso specifico, la teoria a cui ci si vuole riferire per affrontare il tema della griglia urbana, si distingue dalla tradizione urbanistica di scuola organica sostenuta da autori quali Geddes, Bardet, Mumford, Gruen. Pertanto, ci si pone in maniera fortemente critica rispetto ai recenti esiti della urbanizzazione spontanea e informale «[…] che muove di bisogno in bisogno, di occasione in occasione, attraverso una serie di adattamenti che diventano man mano sempre più coerenti e voluti, tanto da produrre alla fine una pianta complessa e poco meno unitaria di uno schema geometrico prestabilito» (Mumford 1961), come afferma Lewis Mumford all’inizio degli anni Sessanta ne La città nella storia. Piuttosto, come sostenuto da Aldo Rossi, «L’impegno a modificare la realtà partendo dalla realtà tiene invece conto degli elementi strutturali di un territorio, urbano od aperto che sia, perché tende a produrre elementi strutturali e cioè nuove costanti di natura fisica e quindi formali e spaziali» (Rossi 1965). La ricerca intende, sostanzialmente, partire dalle questioni della forma, senza pretendere «[…] di risolvere i problemi che via via si pongono senza un ordine logico» (Rossi 1975). Il processo diveniente e costatativo, che favorisce una forma organica, non conduce alla forma razionale che si intende perseguire e che non viene fuori dalla casualità delle cose, ma, al contrario, da una logica esplicita e regolativa e dall’assunzione di un evidente principio ordinatore. «[…] È facile constatare che il divenire non ha mai un ritmo o un andamento lineare, non risponde ad alcuno schema o pattern a priori: non è certo la logica della storia, ma il disordine degli eventi che si rispecchia nella realtà urbana ereditata dal passato» (Argan 1980). La griglia viene indagata in questo studio, dal punto di vista metodologico, anzitutto nella sua forma astratta e puramente concettuale e poi nella sua forma concreta architettonico-urbana, per poi approdare, nella parte conclusiva, alla determinazione di un metodo possibile per l’ordinamento e la realizzazione di impianti urbani. Ogni passaggio dell’indagine si avvale degli strumenti analitici e descrittivi più adeguati per la messa in luce dei risultati della esplorazione, quali: la tassonomia grafica, il ridisegno critico-interpretativo e, infine, un esercizio di analogia e di misura con una esplicita intenzionalità progettuale. In altri termini, la prima parte della ricerca si sofferma sull’“immagine” della griglia, e tenta, a partire dalla etimologia del lemma, di definire l’oggetto in astratto attraverso la predisposizione di una tassonomia fondata sul metodo gestaltico figura-sfondo che sarà verificata nelle successive fasi dell’indagine relativamente ai casi studio urbani. A valle di questa prima fase, lo studio, trasponendo l’oggetto della griglia dal mondo astratto al campo concreto e immanente della disciplina architettonica e urbana, propone la successione di altre tre fasi che si riferiscono e si riconnettono alle categorie proposte da Carlos Martí Arís ne La cèntina e l’arco, ascrivibili alle azioni di «Analizzare, criticare e proporre [che] sono, dunque, parti correlate di un unico processo di conoscenza» (Martí Arís 2005). È la fase centrale di critica, concentrata sullo studio e la scomposizione delle opere, e che ha la pretesa di riprodurre il processo mentale che ha seguito l’artista per realizzare la sua opera, a determinare la relazione tra la fase teorica e quella operativa; «Si può intendere la critica come un tentativo di non isolare la teoria dalla pratica, in modo da garantire che tra le due si produca un rapporto reciproco» (Martí Arís 2005). Le tre fasi della ricerca successive alla prima, dunque, si compongono di una Analisi in cui vengono indagati “campioni” di griglia relativi a determinati momenti della storia urbana nei quali sono stati utilizzati strumenti d’ordine riconducibili alla griglia; di una Critica che tenta, estraendo i casi urbani dal tempo in cui sono collocati per indagarli a livello puramente formale, di mettere a confronto le risultanze delle analisi; e di una Proposta che prevede l’“accostamento” dei casi paradigmatici sulla base di un ordine fondato esclusivamente sulle affinità formali, tramite un esperimento di ricomposizione analogica che vuole sondare il possibile “disegno del nuovo”. Per quel che concerne l’impianto metodologico, la seconda parte della ricerca (l’Analisi), nel fissare l’avvio della trasformazione dell’oggetto della griglia da “forma astratta visibile” a “forma concreta architettonico-urbana”, indaga le griglie delle città di alcune selezionate epoche prescelte intenzionalmente perché ritenute significative per la definizione del tema – la griglia greca, la griglia romana, la griglia americana e la griglia moderna – attraverso appropriati ri-disegni interpretativi che propongono, per ogni insediamento urbano: la rappresentazione del sostrato naturale; l’astrazione dell’impianto della griglia che ad esso soggiace; le eventuali murazioni; gli edifici primari e le centralità urbane che costituiscono eccezioni o iati del reticolo. In particolare, la modalità di rappresentazione proposta, oltre ad essere utilizzata per capire la forma della città e del territorio, intende rendere evidente la possibilità di stabilire nessi e analogie con le griglie astratte della tassonomia messa a punto nella prima fase della ricerca. La terza parte del lavoro (la Critica) mette a confronto le città analizzate nella fase precedente, indagandone la relazione con la forma del suolo, l’orientazione della griglia, l’eventuale “telaio” inteso come limite fisico del disegno, gli assi e le celle dell’impianto, gli elementi primari e le centralità urbane, e prevede la costruzione, in conclusione, di una tavola sinottica che, utilizzando la stessa scala di rappresentazione, metta a confronto gli exempla urbani prescelti. La quarta e ultima parte della ricerca (la Proposta), in cui dall’analisi si passa all’azione operativa e di verifica degli assetti teorici delle parti precedenti, prevede per il progetto della città contemporanea o di parti di essa un esercizio misurativo e analogico che si propone quale strumento in grado di stabilire ordine laddove lo sviluppo incontrollato delle città e la formazione di periferie abbiano reso intellegibile, perchè assente, ogni struttura definibile urbana. La ricerca, nello specifico della sua seconda, terza e quarta parte, si avvale di un’analisi e di una operazione di assemblaggio di tipo sincronico e formale. Tale modalità intende esplicitamente riferirsi al progetto Mnemosyne di Aby Warburg. Allo stesso modo, si intende far convivere e dialogare “immagini” tra loro lontane, non organizzandole secondo un ordine alfabetico o cronologico, bensì in base a una esclusiva affinità formale, tematica e concettuale. Gli esempi selezionati che si è ritenuto essere necessari ai fini dell’indagine, in altri termini, sono messi tra loro in relazione tentando di superare la tradizionale postura nei confronti degli avvenimenti del passato, con la convinzione che la forma sia l’elemento qualificante, determinante e ineludibile dell’architettura, ancorché carico di senso anche nella sua proiezione morfologico-urbana. Per arrivare a questo risultato, la struttura della ricerca è stata costruita sistemando le “immagini” tramite una griglia sottesa che realizza un ordine razionale soggiacente, una regola di costruzione della composizione capace di dominare una eventuale costellazione caotica e dis-ordinata.

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