Titolo della tesi: L’edizione Piatti dei "Canti" – Stile, strutture, fonti, analisi testuali
Prima parte: "Struttura dell’opera".
Nella prima parte si individua, nell’edizione Piatti dei "Canti", una struttura ben articolata che segue un vero e proprio sviluppo narrativo dell’io lirico. Tale struttura è suddivisibile in tre blocchi parzialmente autonomi: 1°) canti I-IX, da "All’Italia" all’"Ultimo canto di Saffo"; 2°) canti X-XVI, dal "Primo amore" alla "Vita solitaria"; 3°) canti XVIII-XXIII, dal "Risorgimento" al "Sabato del villaggio". I primi due blocchi si rivelano sincronici (dal ’18 al ’23) – fondati sull’alternanza tra pubblico e privato, tra esterno e interno, tra austero e sentimentale –, il terzo risulta posteriore (dal ‘28 al ’30) – maturo ripensamento dei temi giovanili, scaturito dal "Risorgimento" poetico dopo l’addio transitorio alla poesia di "Al Conte Carlo Pepoli" (1826), epistola in versi che si può considerare una sorta di spartiacque non solo tra il secondo e il terzo blocco, ma anche tra l’io lirico giovanile e l’io lirico adulto
Seconda parte: "Tripartizione stilistica e lessicale. Riferimenti costanti ed esclusivi".
Nella seconda parte si esamina l’indipendenza stilistica e lessicale dei tre blocchi. Lo stile, nel primo blocco, si rivela sostenuto; nel secondo, più umile ma mai basso; nel terzo, medio, oscillante tra la paratassi e l’ipotassi. Il lessico, nel primo blocco, appare collegarsi o al patrimonio aulico della lirica italiana o direttamente al latino; nel secondo poggia su un registro più colloquiale, ma di provenienza letteraria; nel terzo ricorre a vocaboli raffinati ma non solenni, i quali seguono un intento di selezione di stampo arcadico del linguaggio poetico tradizionale per raggiungere una comprensione immediata. Si osserva, infine, che, nonostante le differenze stilistiche e lessicali, persistono, in tutt’e tre i blocchi, i riferimenti montiani, tassiani e classicheggianti, e i sintagmi radicati nella tradizione poetica da Dante fino a Foscolo.
Terza parte: "Peculiarità, autonomie e dipendenze di sette canti nelle loro identità e nella loro collocazione. Alcune riflessioni sparse".
In una sorta di lunga appendice, nella terza parte si analizzano le prime due canzoni ("All’Italia" e "Sopra il monumento di Dante") e le ultime due ("La quiete dopo la tempesta" e "Il Sabato del villaggio") non solo per coglierne le peculiarità e il senso del loro inserimento in una raccolta poetica che risulta essere altresì la narrazione di una mutazione ideologica ed esistenziale, ma anche per coglierne le specificità stilistiche, metriche, prosodiche, lessicali e culturali, senza perdere di vista sia l’aspetto diacronico sia la sostanziale volontà di accettazione o di attualizzazione o di ribaltamento dei generi tradizionali.
Tali analisi sono accompagnate da altre sul canto conclusivo del primo blocco ("L’ultimo canto di Saffo") – testo scelto anche per comprendere la maggiore complessità nell’elaborazione formale e concettuale rispetto ai due canti iniziali e le differenze stilistico-ideologiche rispetto ai due finali –; sul primo canto del secondo blocco ("Il primo amore"), in virtù del rilevante valore reperibile nella sua collocazione tra le canzoni e gli idilli e in virtù dell’apparente semplicità compositiva; e su un idillio ("Alla Luna"), l’idillio centrale tra quelli inseriti nel liber, che possiede delle caratteristiche comuni, dal punto di vista lessicale, strutturale, prosodico e di sperimentazione metrica, con gli altri quattro ("L’infinito", "La sera del giorno festivo", "Il sogno"," La vita solitaria").