Titolo della tesi: Contrastare la Povertà educativa: i territori educanti come motore di resilienza. Una ricerca qualitativa multi-metodo
Il lavoro di tesi trae origine dalla costruzione del quadro teorico che ha chiamato in causa il concetto di povertà educativa inteso nella sua natura multidimensionale. Lo studio di questo tema necessita di accogliere e approfondire dimensioni di tipo economico e/o di sfondo socio-ambientale – che ricoprono un ruolo determinante – come anche di ordine valoriale e relativo alle prospettive di sviluppo delle potenzialità individuali e dei gruppi sociali. Una lettura critica e approfondita del fenomeno nella sua multidimensionalità richiede un approccio interdisciplinare, considerando la forte relazione tra scienze pedagogiche nelle loro articolazioni interne (in particolare pedagogia sociale e pedagogia sperimentale) e scienze economiche, sociali, psicologiche. Sono state esplorate le principali linee interpretative della povertà educativa attraverso una panoramica delle teorie economiche e sociologiche che si fondano alla base del concetto, con un approfondimento sulle questioni di natura pedagogica connesse alla necessità di tenere insieme le questioni sociali, l’educazione e l’emancipazione della persona attraverso l’autodeterminazione e la partecipazione consapevole e attiva alla vita sociale. La lettura di questo fenomeno ha assunto una prospettiva sistemica che ha condotto a porre particolare attenzione all’esperienza educativa globale degli individui, analizzando il ruolo del contesto come mediatore educativo e i processi che sottendono la resilienza eco-sistemica come forma di contrasto alla povertà educativa promossa dai territori educanti. Il lavoro di tesi presenta, inoltre, un focus sulle modalità attraverso cui la povertà educativa si declina nei contesti di emergenza, estendendo lo sguardo, dalle conseguenze del Coronavirus, ad altri contesti emergenziali anche più territorialmente specifici come gli eventi sismici che hanno colpito il territorio italiano negli ultimi anni.
Alla luce del quadro teorico costruito, l’obiettivo generale della ricerca è stato quello di comprendere quali siano le dimensioni che compongono il fenomeno della povertà educativa, come queste si declinino nei contesti territoriali e quali siano le risposte resilienti messe in atto per contrastarlo.
Il disegno della ricerca ha previsto un progetto multi-metodo all’interno del quale si sono condotti sequenzialmente tre studi afferenti alla stessa direzione teorica globale. In una prima fase si è svolta una sintesi narrativa della letteratura pedagogica prodotta attraverso una ricerca sistematica, con l’obiettivo di esaminare i fattori di povertà educativa e circoscrivere gli aspetti che la compongono - o che vi sono in stretta relazione - individuati dalla produzione scientifica sul tema.
In una seconda fase, si è svolto uno studio di caso a carattere descrittivo, nello specifico il disegno risponde alle caratteristiche del caso singolo incorporato (embedded single-case design), nell’ambito del quale si sono considerate due unità di analisi che sono state oggetto di due studi nell’ambito dei progetti finanziati dal bando Nuove generazioni promosso dall’impresa sociale “Con i Bambini”. La finalità è stata quella di offrire una descrizione il più possibile completa del fenomeno della povertà educativa attraverso l’analisi di due fonti di dati: i testi dei progetti finanziati dal bando precedentemente citato e i testi delle interviste semi-strutturate somministrate agli operatori che hanno lavorato in uno di questi progetti (Solo Posti in Piedi. Educare oltre i banchi, svolto a L’Aquila).
L’impianto metodologico è di tipo qualitativo fenomenologico con un approccio ermeneutico interpretativo. Per i tre studi è stata utilizzata la Computer Assisted Qualitative Data Analysis e nello specifico il software MAXQDA.
Lo stesso disegno di ricerca si è costruito seguendo la logica sistemica per cui procede dal livello macro (costituito dall’analisi sistematica della letteratura) a quello meso (interessato dall’analisi dei testi dei progetti) a quello micro (che ha riguardato l’esame di uno specifico contesto).
I risultati della ricerca mettono in luce e sistematizzano le dimensioni di povertà educativa e le risposte resilienti territoriali considerate dalla letteratura pedagogica e dalle comunità educanti.
Gli esiti degli studi presentati possono essere riassunti in un concetto che si colloca come filo conduttore tra le tre rilevazioni effettuate, ovvero la rete intesa come paradigma di riferimento per operare come driver di resilienza. Il modello sistemico di intervento, messo in luce dai risultati di ricerca, potrebbe rappresentare un ancoraggio nel sistematizzare le esperienze all’interno di uno schema che valorizzi tutti i passaggi ai quali la progettazione educativa da input dando rilievo anche agli impatti meno visibili e misurabili che questa genera per trasformare le “buone volontà” in progetti politici e territoriali.