Marina Clerico

Professore associato


email: marina.clerico@polito.it




Fin dall’inizio della carriera universitaria la sottoscritta si è occupata degli impatti derivanti dalle diverse attività antropiche sull’ambiente circostante, prima di tutto sull’ambiente lavorativo e successivamente sull’ambiente esterno, di vita e naturale.
Le ricadute sui ricettori antropici delle attività, anch’esse di origine antropica, manifestate e propagate sui territori abitati e sulle sfere naturali, vengono analizzati in modo da poterli descrivere, identificando i fattori di pericolo e modellizzandoli con studi parametrici.
Le attività di cantiere ovvero la costruzione delle opere pianificate e la gestione e manutenzione delle reti di servizio, risultano essere fra le sorgenti di pericolo con maggior difficoltà di gestione a causa della loro diversificazione sul campo. Lo studio di tali dinamiche ha permesso un maggior approfondimento dei protocolli semplificati di sicurezza anche nell’industria manifatturiera.
La valutazione delle emissioni in ambiente di lavoro ed ambiente esterno è oggetto di studio da molti anni, risultando fondamentale poter completare l’analisi dei rischi con una corretta valutazione dei singoli fattori di pericolo.
La caratterizzazione dello stato di qualità dell’aria (oltre che dell’acqua e dei suoli) e la possibilità di misurare quantitativi sempre più contenuti di inquinante, ha permesso negli ultimi anni lo sviluppo di studi mirati ad approfondire l’interazione INDOOR-OUTDOOR, ovvero la difficile correlazione che nelle aree antropizzate e metropolitane si sta rilevando fra sorgente esterna e ricettore indoor.
Lo studio della sicurezza occupazionale ed ambientale e delle conseguenti ricadute sociali è stato al centro dell’attività di ricerca, didattica e contrattuale, come testimoniato dalle pubblicazioni, dai corsi e dalle tesi, nonché dai contratti di ricerca.
Dallo studio degli effetti ed impatti sui territori delle diverse azioni antropiche che si vanno a svolgere, la sottoscritta ha visualizzato, analizzato ed approfondito anche le tematiche di alterazione della qualità di vita della popolazione che molte volte si manifestano ed il conseguente disagio e danno sociale con generazione o aggravamento dei conflitti economico-sociali. Le competenze tecniche ingegneristiche risultano necessarie sia per l’individuazione preventiva dei rischi e delle ricadute negative, sia per una lettura critica competente delle condizioni esistenti e delle necessarie azioni migliorative, alla base della mitigazione dei conflitti e della costruzione delle condizioni di pace.

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