Titolo della tesi: Alture e frontiere dell'Etruria settentrionale nel I millennio a.C. Casi di studio nel Chianti, Montagnola senese e in Val d'Elsa
Sin dai primi tentativi di definizione dei territori di Chiusi e Volterra per i periodi arcaico ed ellenistico, i dintorni di Siena sono considerati un’area caratterizzata da un popolamento sparso. Il dibattito attorno al rapporto tra centro e territorio, rinvigorito per l’Etruria settentrionale dal Convegno di Colle Valdelsa nel 1998 ed arricchito da ricerche su scala territoriale e sistematizzazioni dei dati dell’edito, converge sul carattere periferico del territorio, mentre la determinazione dei confini si declina nel loro controllo, compiuto dai centri maggiori di età ellenistica mediante ii centri d’altura fortificati. Luogo di scontro ed incontro dall’Orientalizzante Antico tra modelli culturali di Volterra e Chiusi, lo studio condotto su una selezione del materiale proveniente da contesti di altura collocati nel Chianti – Poggio la Croce, Cetamura Berardenga e Salivolpi – ed in Valdelsa – Poggio di Caio, Poggio alla Città e La Ripa – e la revisione dei dati editi offrono un complesso intreccio di contatti e influenze. Da un lato sembra emergere il carattere localistico dei centri orientalizzanti della valle dell’Ombrone, le cui élites aristocratiche si richiamano a modelli chiusini, da cui rielaborano forme e decorazioni, ed insieme sembrano partecipi dei commerci che interessano fortemente la via del fiume Ombrone, connessa alle Colline Metallifere. Con l’età tardo-arcaica parte del territorio sembra riorientarsi invece verso modelli volterrani, mentre tra Chianti e l’alta Valdelsa si evidenzia una proiezione fiesolana.
Il riconoscimento di più fasi di occupazione per le alture tra fine VIII e VI sec. a.C., in cui il complesso di materiali non mostra divergenze con il repertorio degli insediamenti di fondovalle, integra il popolamento del territorio, fondato e dipendente da percorsi di lunga durata, lungo i quali i centri di altura e fondovalle compongono una rete di sfruttamento dei territori di pertinenza dei centri maggiori, che contemporaneamente mostrano forme forse rituali di definizione dello spazio. In età tardo-arcaica infine è forse possibile individuare alcune brevi fasce di territorio, tra Valdelsa e Chianti, in cui si fronteggiano contesti caratterizzati da forme culturali distinte, indice forse di situazioni di tensione che si cristallizzeranno o riproporranno in età tardo-ellenistica, quando la presenza di frontiere è testimoniata dalla documentazione epigrafica.