Thesis title: Tyrants in Late Antiquity: A Rhetorical and Historical Analysis of Claudian and Sidonius
La presente tesi è un'indagine storica e retorica della tirannide nella Tarda Antichità latina e, in particolare, in Claudiano e Sidonio. Partendo da basi storiche, essa si propone di definire le differenze tra usurpatori e 'tyranni' nella produzione di panegirici latini in esametri tra il regno di Onorio e quello di Antemio. La delineazione della figura del 'tyrannus' nella retorica di Claudiano non corrisponde a nessuno degli usurpatori ribellatisi durante il regno di Onorio bensì a quei nemici politici di Stilicone che il poeta caratterizza come opposti di ogni valore romano e, soprattutto, come forze che spesso eccedono la sfera umana per collocarsi tra i demoni che minacciano l'ordine cosmico. Quest'ultimo, nell'orizzonte Claudianeo, altro non è che la 'concordia fratrum' tra Onorio ed Arcadio, a capo delle due corti d'Occidente e d'Oriente all'indomani della morte di Teodosio I. La cornice in cui il poeta inserisce i suoi ‘tyranni’ - ovvero i ministri di Arcadio (Rufino e l'eunuco Eutropio) e il 'comes Africae' Gildone - è universale, come universali si ritenevano i valori della ‘Romanitas’ che dovevano accomunare entrambe le 'partes imperii'. Con Sidonio, l'ostilità tra le due corti emerge molto meno che in Claudiano. Al di là della filiazione retorica di Sidonio al suo predecessore, il poeta gallico al servizio di Avito, Maioriano ed Antemio recupera il calco del 'tyrannus' e lo adatta alla figura del Vandalo Genserico. Quest'ultimo viene demonizzato in termini molto simili a quelli Claudianei usati contro Gildone, sebbene la sostanza delle due minacce differisse grandemente. Con rinnovato slancio, Sidonio incoraggia una fiacca 'Romanitas' a combattere unitamente (soprattutto con gli sforzi congiunti di Antemio e Leone I) contro il comune nemico barbarico. In questo modo il 'tyrannus' diviene il barbaro che, piuttosto che mirare a generare fratture nell'unità dell'impero, ambisce a rovesciarlo e conquistarlo.