Titolo della tesi: LA TUTELA DELLA CLIENTELA IN AMBITO FINANZIARIO: MODELLI ARCHITETTURALI DI VIGILANZA.
Nell’ambito di economie capitalistiche l’intervento delle autorità di vigilanza nel settore finanziario svolge un ruolo fondamentale, soprattutto in considerazione del fatto che gli intermediari finanziari costituiscono lo strumento per dirigere il risparmio del pubblico verso utilizzi produttivi dello stesso, favorendo quindi la crescita del capitale.
Il controllo dell’autorità di vigilanza si articola tradizionalmente in due forme di intervento, complementari tra loro: le verifiche di tipo prudenziale per garantire la sana e corretta gestione degli enti vigilati e il controllo sulla correttezza e trasparenza dei comportamenti degli operatori nei confronti della propria clientela.
La richiamata suddivisione deve poi essere coordinata con la ripartizione merceologica tradizionale che vede l’attività degli intermediari impegnata nella prestazione di servizi bancari, assicurativi o d’investimento e che, in alcuni ordinamenti, circoscrive anche le competenze dell’autorità di vigilanza stessa.
Su impulso del dibattito sorto a livello internazionale sono stati elaborati e adottati una pluralità variegata di modelli architetturali di supervisione finanziaria, nei quali il riparto tra le due anime della vigilanza e i settori merceologici di riferimento risultano variamente combinati.
Obiettivo dell'elaborato è costituito dall’analisi, in chiave comparatistica, dei diversi assetti istituzionali di vigilanza finanziaria al fine di individuare aspetti positivi e criticità che possano impattare sull’effettività della tutela del cliente in ambito finanziario.
Dopo aver sinteticamente analizzato, nel primo capitolo, le finalità e gli strumenti della tutela della clientela in ambito finanziario, nonché una possibile suddivisione dei modelli architetturali di vigilanza, l’elaborato si sofferma, nel secondo capitolo, sull’analisi di alcuni ordinamenti nei quali la vigilanza prudenziale e quella di tutela sono separate in due distinte autorità; nel terzo capitolo vengono invece descritti modelli istituzionali ove le due funzioni sono affidate alla medesima autorità, distinguendo i casi in cui vi sia la presenza di un unico regolatore da quelli caratterizzati dall’operatività di una pluralità di supervisori suddivisi per settore. Con il quarto capitolo si procede a un’analisi dei principali aspetti di vantaggio e di criticità per ciascuno dei modelli individuati, dalla quale è possibile trarre alcune prime riflessioni in ottica prospettica anche per l’ordinamento italiano, avuto presenti le conclusioni cui è giunta la Commissione Parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario istituita nel corso della precedente Legislatura.
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Le riflessioni condotte nella parte conclusiva dell'elaborato sono da ultimo risultate di spiccata attualità: la riflessione circa l'opportunità di creare, all'interno della Banca d'Italia, una struttura dedicata alla vigilanza di trasparenza e correttezza che si affianchi, in posizione organizzativa equiordinata, a quella deputata alla supervisione prudenziale ha infatti trovato riscontro nei primi mesi del 2020 quando è stato annunciato, da parte del Governatore della Banca d'Italia, la creazione del nuovo Dipartimento Tutela della clientela ed educazione finanziaria a fianco del Dipartimento che tradizionalmente si occupa della vigilanza prudenziale.