LUISA ROCCHI

Dottoressa di ricerca

ciclo: XXXIV


relatore: Prof. Stefano Bellomo

Titolo della tesi: CRISI D’IMPRESA E TRASFERIMENTO DI AZIENDA TRA DISCIPLINE GENERALI E SPECIALITÀ DEROGATORIA

Il presente elaborato si prefigge lo scopo di analizzare la disciplina del trasferimento di azienda alla luce del Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza di cui al d.lgs. n. 14/2019. Il Codice, infatti, oltre a riformare le procedure concorsuali, riscrive in parte l’art. 47 della legge n. 428/1990, che riserva una specifica regolamentazione derogatoria qualora l’impresa versi in uno stato di crisi o di insolvenza, rispetto alle tutele previste nel caso di trasferimento di azienda in bonis di cui all’art. 2112 c.c. L’indagine prende le mosse dalle dinamiche di adeguamento della disciplina italiana rispetto alla direttiva n. 23/2001/CE la quale consente la deroga al principio di mantenimento dei rapporti soltanto qualora la vicenda circolatoria si inserisca nell’ambito di una procedura fallimentare o di insolvenza analoga volta alla liquidazione dei beni del cedente, ai sensi dell’art. 5 par. 1. Tuttavia, la distinzione tra procedure aventi finalità liquidatoria e procedure aventi finalità conservativa, non risulta sempre appagante soprattutto se rapportata alla legislazione interna. In effetti, alcune procedure concorsuali possono manifestarsi sia nell’uno che nell’altro verso. Si pensi al concordato preventivo che può essere finalizzato sia alla continuità (indiretta) ma anche alla liquidazione del patrimonio. Stesso dicasi per l’amministrazione straordinaria delle grandi imprese insolventi che sebbene dichiaratamente volta alla conservazione dell’impresa (art. 1 d.lgs. n. 270/1999) contiene al suo interno numerosi elementi di ambiguità. Tra l’altro, le considerazioni che precedono posso essere spese anche con riferimento ad alcune vicende strettamente legate a procedure che per “antonomasia” sono state definite liquidatorie (il pensiero va al fallimento). Pertanto, dopo aver svolto una preliminare indagine circa l’individuazione di “criteri discretivi” che permettano di comprendere quando sussista la finalità liquidatoria oppure conservativa della procedura alla luce della giurisprudenza euro-unitaria, si passa ad affrontare i profili di maggiore criticità e innovatività della nuova disciplina introdotta dal Codice della crisi che entrerà in vigore a partire dal 16 maggio 2022. In primo luogo, viene messo in evidenza come il legislatore nazionale abbia recepito tale distinzione, tramite la previsione di tre blocchi – i nuovi commi 4-bis, 5 e 5-ter dell’art. 47 – nei quali la derogabilità alle tutele apprestate dall’art. 2112 c.c. è modulata non solo a seconda della tipologia concorsuale, ma anche con riferimento ad un ulteriore elemento ovvero la continuazione o meno dell’attività d’impresa. Infatti, sia per quanto riguarda le procedure volte alla continuazione dell’attività di cui al nuovo comma 4-bis, sia con riferimento alle procedure per le quali la continuazione dell'attività non sia disposta o sia cessata (nuovo comma 5), è stato previsto il mantenimento dei rapporti di lavoro alle dipendenze del cessionario. Soltanto tramite l’accordo collettivo le parti potranno procedere in tali ultimi casi alla disapplicazione dell’art. 2112 c.c. Se infatti nelle ipotesi di cui al comma 4-bis le parti potranno soltanto modificare le “condizioni di lavoro” ovvero ai trattamenti collettivi applicati ai lavoratori, nel comma 5 la possibilità di deroga è certamente più ampia. In tale quadro, l’accordo collettivo si eleva sempre e comunque a elemento fondamentale nella dinamica procedimentale. Tuttavia, su tale aspetto si annidano ancora alcune criticità, tra le quali l’individuazione dei soggetti che sono abilitati a stipulare l’accordo. A tal fine il legislatore effettua un espresso richiamo all’art. 51 del d.lgs. n. 81/2015, ma tale disposizione, atteso il nuovo quadro di relazioni sindacali, non appare soddisfacente poiché il riferimento al sindacato comparativamente più rappresentativo, in assenza di criteri che permettano di effettuare tale valutazione rischia di diventare vano. Le ricadute applicative di tale lacuna si riflettono sui noti problemi di efficacia soggettiva degli accordi, attesa l’assenza di una disposizione che ne estenda l’efficacia sul modello di quanto previsto – in via eccezionale - dall’art. 8 del d.l. 138/2011. Questi problemi potrebbero essere superati tramite l’espresso rinvio della legge all’accordo collettivo, nonché tramite l’elevazione dell’accordo a elemento fondamentale della fattispecie complessa procedimentale volta all’attuazione dell’operazione economica di cessione. Infine, particolare attenzione viene dedicata all’analisi delle vicende circolatorie nell’ambito dell’amministrazione straordinaria e nella sua diversa declinazione per i servizi pubblici essenziali. La procedura, infatti, sebbene dichiaratamente conservativa, contiene al suo interno disposizioni controverse che potrebbero minarne la natura, ma che alla luce della entrata in vigore del nuovo art. 47, comma 4-bis e comma 5-ter devono essere superate. English Abstract The paper aims at analysing company transfers through the Legislative Decree n. 14/2019, the so called “Corporate Crisis and Insolvency Code”. In addition to bankruptcy procedures reforming, The Code partially rewrites art. 47 law n. 428/1990, with its specific derogatory regulation for companies in a state of crisis or insolvency with respect to the protections provided in the case of transfer of a performing company pursuant to art. 2112 of the Civil Code. The survey starts from the dynamic complying of the italian legislation with the european Directive no. 23/2001 / EC which allows to derogate from the principle of maintaining working relationships only in the context of a bankruptcy or similar insolvency procedure aimed at the liquidation of the transferor's assets, pursuant to art. 5 par. 1. However, the distinction between procedures for liquidation purposes and procedures for conservation purposes is not always satisfying, especially in comparison to internal legislation. In fact, some insolvency procedures can occur in both direction. For example the arrangement with creditors can be aimed both at (indirect) continuity but also at the liquidation of assets. The same applies to the extraordinary administration of large insolvent companies which, although explicitly aimed at the preservation of the company (Article 1 of Legislative Decree no. 270/1999), contains elements of ambiguity. Among other things, the above arguments can also be spent with reference to some events strictly related to procedures that by "antonomasia" have been defined as liquidation (like for example bankruptcy). Therefore, after a preliminary investigation about the identification of "discrete criteria" between the liquidation or conservative purpose of the procedure in the light of the Euro-unitary case-law, the study move on to address the most critical and innovative aspects of the new discipline introduced by the Crisis Code which will come into force starting from 16 May 2022. First of all, it is highlighted how the national legislator has implemented this distinction, through the provision of three blocks - the new paragraphs 4-bis, 5 and 5-ter of art. 47 - in which the derogation from the protections established by art. 2112 of the Civil Code, is modulated not only according to the type of bankruptcy proceedings, but also with reference to a further element: the continuation or not continuation of the business activity. Infact, both with regard to the procedures aimed at the continuation of the activity (new paragraph 4-bis), and with the procedures that not imply the continuation of the activity or in wich has ceased (new paragraph 5), the continuation of employment relationships is envisagedby the transferee. Only through the collective agreement the parties will be able to proceed in the latter cases with the non-application of art. 2112 of the Civil Code. If in the cases referred to paragraph 4-bis the parties can only modify the "working conditions" or the collective treatment, in paragraph 5 the possibility of derogation is certainly wider. In this context, the collective agreement is a fundamental element of the procedural dynamics. However, some critical issues still lurk on this aspect, including the identification of the subjects who are authorized to enter into the agreement. The legislator makes an express reference to art. 51 of Legislative Decree no. 81/2015, but this provision, due to the new framework of trade union relations, does not appear satisfactory since the reference to the comparatively more representative trade union, in the absence of criteria that allow this assessment to be carried out, risks becoming vain. The effects of this gap reflect to the known problems of subjective effectiveness of the agreements, due to the absence of a provision that extends their effectiveness in the same way of the provisions - exceptionally - by art. 8 of the d.l. 138/2011. These problems could be overcome by expressly referring the law to the collective agreement, as well as by elevating the agreement to a fundamental element of the complex procedural case aimed at implementing the economic transfer operation. Finally, particular attention is paid to the analysis of circulatory events in the context of extraordinary administration and in its various forms in the context of essential public services. The procedure, in fact, although admittedly conservative, contains controversial provisions that could undermine its nature, but which in light of the entry into force of the new art. 47, paragraph 4-bis and paragraph 5-ter must be overcome.

Produzione scientifica

Connessione ad iris non disponibile

© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma