Phd in ANGIO-CARDIO-THORACIC PATHOPHYSIOLOGY AND IMAGING

Thesis title: COVID-19: Follow-up multidisciplinare a breve e lungo termine in pazienti ospedalizzati vaccinati e non vaccinati

Introduzione. La pandemia da SARS-Cov-2 ha causato milioni di decessi in tutto il mondo da Marzo 2020. Nonostante il sistema respiratorio sia maggiormente colpito, è ormai noto un frequente coinvolgimento del sistema cardiovascolare nel contesto della malattia COVID-19. Nella fase post-acuta è registrata una miscellanea di sintomi che hanno portato ad ipotizzare una condizione denominata “Long COVID Sindrome”. Sebbene la vaccinazione anti-COVID-19 abbia ridotto drasticamente i tassi di ospedalizzazione, di ricoveri in terapia intensiva e di decessi in tutto il mondo, l’impatto della vaccinazione sulle sequele cardiopolmonari e sulla “Long COVID Sindrome” rimane non chiaro. Questo studio ha valutato, attraverso un approccio multidisciplinare, la prevalenza di sequele cardiopolmonari nel follow-up a breve e lungo termine in pazienti ospedalizzati per COVID-19 e l’impatto della vaccinazione anti-COVID-19 su tali sequele. Materiali e Metodi. Dopo 2 mesi dalla dimissione, pazienti vaccinati e non sono stati sottoposti ad una visita di follow-up presso un dedicato "ambulatorio multidisciplinare post-COVID-19” presso il Policlinico Umberto I. Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad una valutazione cardiologica di base comprendente elettrocardiogramma, dosaggio di troponina ad alta sensibilità ed ecocardiogramma transtoracico; esami strumentali di secondo livello sono stati richiesti quando clinicamente indicato. Sono inoltre stati eseguiti esami ematici, emogasanalisi, TC torace ad alta risoluzione (HRCT), test del cammino di sei minuti (6MWT), spirometria e raccolti dati riguardanti anamnesi, sintomi e decorso intraospedaliero. È stato inoltre eseguito un follow-up telefonico ad un anno. Risultati. N=458 pazienti consecutivi vaccinati e non vaccinati dimessi dal Policlinico Umberto I con diagnosi di COVID-19 ed aderenti al programma di follow-up hanno eseguito la visita di follow-up. Nonostante i pazienti vaccinati fossero più anziani, avessero più fattori di rischio cardiovascolari e comorbidità, è stato tra essi registrato un minor numero di ricoveri in terapia intensiva durante il ricovero per COVID-19 (9.8% vs 1.7%, p= <0.001) con minore necessità di intubazione orotracheale (7.1% vs 1.3%, p= 0.002) o ventilazione meccanica non invasiva rispetto a quanto registrato tra i pazienti non vaccinati. Tra tutti i pazienti, 31 (6,7%) hanno mostrato esordio tardivo di un evento cardiovascolare durante la visita di follow-up a 2 mesi. In particolare, i pazienti non vaccinati hanno mostrato più frequentemente miocarditi (4.8% vs 0.9%, p=0.013) ed embolia polmonare (1.8% vs 0%, p=0.042) rispetto ai pazienti vaccinati. La HRCT eseguita al follow-up ha mostrato persistenza di alterazioni in 157 (34,2%) pazienti con maggiore persistenza di “ground glass” (52.8% vs 2.6%, p= <0.001) o consolidazione (8.3% vs 0.9%, p= <0.001) nel gruppo di pazienti non vaccinati. Al follow-up ad un anno, il 61% (n= 278) dei pazienti ha riportato persistenza di sintomi, tra i quali l’astenia (18.8%) e la dispnea (15.3%) erano i più frequenti. In particolare, è stata riscontrata tra i pazienti non vaccinati una maggiore prevalenza di sintomi quali dispnea (20.5% vs 10%, p=0.002) e sintomi di natura psicologica (10% vs 3.5%, p=0.005) rispetto ai pazienti vaccinati. Conclusioni. La vaccinazione anti-COVID-19 previene non solo le manifestazioni polmonari e cardiache severe della malattia durante il decorso intraospedaliero, ma anche nel follow-up a breve termine, portando ad una minore persistenza di sintomi nel follow-up ad un anno.