Titolo della tesi: L’impatto della tecnologia sulle categorie classiche del diritto civile
La sostituzione della tecnica all’uomo è un dato pacifico che ha iniziato a consolidarsi ben prima del terzo millennio . Il dato nuovo è che stiamo attraversando uno stato della rivoluzione tecnologica in cui il software – che con approssimazione potremmo definire la testa – sostituisce l’hardware – che potremmo definire il braccio.
Con la centralizzazione del software, i concetti comuni assumono nuove sfumature e gli strumenti dell’autonomia privata vengono stravolti .
Quanto ai concetti comuni, subentrano nuovi luoghi, come il domicilio digitale, le piattaforme telematiche (sede, per esempio, di notificazioni e appalti) e si parla di limiti territoriali dei poteri dei giudici (c.d. geoblocking). Assume un diverso significato il tempo, che nella contemporaneità corre più velocemente e richiede quindi anche l’adozione di rimedi più celeri. Il transumanesimo pone nuovi interrogativi concernenti i diritti della persona. Si evolvono anche concetti come linguaggio, soggettività, volontà, riservatezza, responsabilità, sicurezza (cybersecurity) e così via .
Quanto invece agli strumenti dell’autonomia privata, si assiste a una stagione negoziale fatta di potenziali nuovi tipi di contratti , di una nuova collocazione spaziotemporale dei mezzi dell’autonomia (la blockchain) e di un nuovo modo di negoziare, concludere ed eseguire il contratto (smart e algorithmic contract).
In questo contesto, il giurista è chiamato a svolgere un ruolo artigianale con gli utensili che l’ordinamento gli procura : le categorie giuridiche . In particolare, ed è questo il leitmotiv della tesi, la casistica dimostra come, in fin dei conti, tutti i fenomeni della contemporaneità possano essere letti alla luce delle categorie tradizionali del diritto. Ciò, nella misura in cui le categorie siano interpretate e applicate con un approccio dinamico che (i) consideri e bilanci i diritti e i principi in gioco; (ii) rammenti che il diritto esiste per soddisfare gli interessi umani, che sono l’unico a priori del diritto ; e (iii) prenda atto che l’intelligenza umana e quella artificiale non sono commutabili: la prima, fatta di emozioni, sensazioni e immaginazione, ha il monopolio del ragionamento abduttivo; la seconda si muove tutt’al più sul piano dei calcoli, della deduzione e dell’induzione, consentendo all’uomo di ottimizzare i tempi necessari all’elaborazione delle informazioni.