Titolo della tesi: Stato, Mercato, Geopolitica. Le privatizzazioni in Italia (1992-2002) in un'ottica di interesse nazionale
Il presente lavoro si concentra sull’analisi delle privatizzazioni italiane degli anni Novanta (1992-2002), osservandone la traiettoria in un’ottica di «interesse nazionale».
La domanda di partenza infatti è: nel momento in cui lo Stato andava perdendo il diretto controllo su settori anche strategici della propria industria, la classe dirigente allora al potere si pose il problema – di natura geopolitica, o «geoeconomica» – di una eventuale e conseguente minaccia per l’interesse nazionale? Da tale quesito, poi, ne sorgono inevitabilmente altri, correlati. Se così fu, quali adattamenti furono individuati per rimediare ai rischi potenziali derivanti da tale complessa dinamica? Esisteva allora un disegno complessivo di politica industriale che si intendeva perseguire a livello istituzionale, in maniera organica? Nella scelta definitiva di privatizzare largamente la grande industria pubblica italiana incisero in maniera determinante fattori di natura ideologica?
All'indomani della caduta dell'URSS e della fine della Guerra Fredda, in una fase di radicale ridefinizione dei rapporti internazionali, il confronto geopolitico in atto si spostava in maniera decisiva dalla sfera militare anche e soprattutto a quella economico-produttiva. Analizzando fonti primarie (Carte Prodi, Carte Delors, Carte Padoa-Schioppa, dall’Historical Archive of the European Union di Firenze) e secondarie (rapporti ministeriali, dibattiti parlamentari, sedute di commissione, giornali e riviste d’archivio), si scoprirà come il tema emerse in maniera estremamente significativa presso determinati ambienti politici e intellettuali italiani e condusse a scelte e adattamenti importanti (talvolta sorprendenti) per quanto sino ad oggi generalmente poco considerati in ambito storiografico.