LIVIA PICCONI

Dottoressa di ricerca

ciclo: XXXIII


relatore: Prof. Giuliana Scognamiglio

Titolo della tesi: Modelli di aggregazione delle banche di credito cooperativo

Le banche di credito cooperativo hanno svolto un ruolo di sostegno dell’economia italiana a partire dalla loro nascita nella seconda metà del XIX secolo, delineando un modello di banca caratterizzato dallo scopo mutualistico, dalla prevalente coincidenza tra soci e clienti, oltre che dai principi della porta aperta, del voto capitario e del limite al possesso del capitale. Proprio le caratteristiche citate hanno fatto sì che le banche di credito cooperativo subissero maggiori impatti derivanti dalla crisi economica rispetto alle banche con scopo di lucro: la forte dipendenza dall’economia dei territori di insediamento ha determinato un significativo aumento dei crediti deteriorati, che hanno inciso sulla già ridotta redditività di questi istituti; la regola del voto capitario e del limite al possesso azionario hanno poi ostacolato l’adozione di misure di rafforzamento patrimoniale. Altri elementi determinanti nella crisi del settore vanno rintracciati nella stretta regolatoria decisa in sede europea a seguito della crisi e nelle sfide imposte dal sempre crescente progresso tecnologico, penalizzanti per banche che offrono i propri servizi facendo un ampio ricorso alla rete fisica. Per far fronte alle minacce di instabilità del sistema, la riforma varata nel 2016 ha imposto alle BCC l’adesione a un gruppo bancario cooperativo, fondato sul contratto di coesione e su un accordo di garanzia incrociata volto a sostenere finanziariamente le banche aderenti in difficoltà. Sono stati costituiti due gruppi cooperativi a carattere nazionale, mentre per le BCC insediate nelle Province Autonome di Trento e Bolzano è stata successivamente stabilita la possibilità di istituire, in alternativa al gruppo, un sistema di tutela istituzionale ai sensi dell’art. 113 (7) del Regolamento UE n. 575/2013. Obiettivo del presente elaborato è analizzare i diversi modelli di aggregazione delle banche di credito cooperativo. Muovendo dall’analisi della disciplina dei gruppi societari verticistici, ivi incluso il gruppo bancario, e del gruppo cooperativo paritetico di cui all’art. 2545-septies c.c., si passa ad esaminare il contenuto del contratto di coesione, per indagare su quale sia la natura del gruppo bancario cooperativo. Si tenterà quindi di stabilire se l’istituto introdotto con la riforma del 2016 sia riconducibile ai modelli di aggregazione societaria già noti nel nostro ordinamento, oppure se si tratti di un nuovo istituto. Infine, nell’ultimo capitolo viene analizzato il sistema di tutela istituzionale quale modello alternativo di aggregazione delle banche di credito cooperativo. Nelle conclusioni vengono posti a confronto i due modelli nel tentativo di comprendere quale sia, in chiave prospettica, quello maggiormente rispondente alla duplice necessità di salvaguardare la stabilità patrimoniale e l’autonomia delle banche di credito cooperativo.

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