Thesis title: Giardini spontanei in città. Un ossimoro e alcune applicazioni
La crisi climatica e i problemi ambientali hanno aumentato l'interesse per gli spazi naturali nelle città, dove il "desiderio di natura" ha spinto a rigenerare aree abbandonate, migliorare l’impronta ecologica e ridurre i costi di gestione. Con l'85% della popolazione prevista in aree urbane entro il 2050, è chiaro che la biodiversità e il cambiamento climatico devono essere affrontati nelle città. L'EU Biodiversity Strategy for 2030 sostiene la necessità di aumentare la biodiversità urbana e gli spazi naturali. In questo contesto, il progetto di paesaggio ha un ruolo chiave, nell'incentivare habitat e paesaggi informali, come il “giardino spontaneo”. Questo modello prevede piante a bassa manutenzione e vegetazione spontanea, che offrono benefici ambientali, economici e sociali oltre che estetici. L’uso della vegetazione spontanea in giardini e spazi pubblici può infatti contribuire alla biodiversità urbana, al miglioramento del clima locale, all'assorbimento dell'acqua, alla riduzione dell'inquinamento, aprendo nuovi orizzonti alla progettazione del paesaggio. Dalla fine del XX secolo, questo tipo di vegetazione ha interessato ecologisti e paesaggisti, soprattutto in Europa centrale, dove la riduzione dei costi ha portato a una migliore gestione degli spazi verdi.
La ricerca esplora come il giardino spontaneo possa rappresentare una risorsa per le città contemporanee, indagando le sue origini, i diversi approcci alla spontaneità e casi di studio internazionali. La tesi esplora inoltre la possibile applicazione di questi modelli al contesto italiano, una pratica ancora poco diffusa ma ricca di potenzialità per affrontare le sfide ambientali e urbane dei prossimi anni.