Thesis title: La corporeità dello spazio. Pathos e forma per una fisiognomica dell’architettura
Il corpo è il grado zero, si fa paesaggio o stanza, spazio o emozione, perché non solo «ha», ma nel suo essere-espressivo «è» misura del mondo. Qui inteso non in senso anatomico, come oggetto separato dal sé, il corpo è il luogo primo dell’esperienza e dell’espressione dinamica di emozioni e di tratti caratteriali. Posture, gesti ed espressioni sono correlati fisici di emozioni, aspetti della soggettività, non più letta come un interiore dualisticamente contrapposto all’esteriore, bensì come punto di accesso alla consapevolezza ingenua della realtà situazionale e fenomenica del mondo. La domanda che ci si pone è se è possibile individuare una corporeità dello spazio, dove atteggiamenti posturali, gestuali ed espressivi dell’architettura svelino qualità espressive, strutture caratteriali, pari a quelle di un volto. La fisiognomica è la metodologia di riferimento, distante da delle definizioni statiche, riporta anch’essa ad un paradigma anti-dualistico di polarità dinamica tra dentro e fuori, interno ed esterno, qui proposto attraverso l’accostamento di dinamiche espressive del corpo con rispettive qualità di luce, forma e materia dello spazio. Evitando una strutturazione tipologica, classificatoria e quantitativa, la proposta procede con una forma aperta del sapere, un atlante illustrato e commentato di frammenti di forme e di spazi, tra figurazione pittorica, scultorea o architettonica, che avanzi l’individuazione di Pathosformel spaziali: dei tratti patici di relazione del corpo con lo spazio, della dinamica espressiva con l’emozione. L’Atlante procede così per istanza comparativa di prossimità morfologica, su una casistica episodica, diacronica di alto e basso valore scalare, dalla sottile dimensione del dettaglio, fino agli spessori dello spazio urbano.