Titolo della tesi: I volti del nemo tenetur se detegere. Oneri di collaborazione a carico dell’imputato.
La ricerca si incentra sul principio del nemo tenetur se detegere, che nega l’imposizione di oneri collaborativi a carico dell’imputato e la valorizzazione del contegno non collaborativo dello stesso. Vengono esaminate le diverse declinazioni della garanzia, partendo dal suo atteggiarsi nell’ordinamento italiano. Riscontrato un solido quadro di fondamenti costituzionali ed europei che lo sorreggono, ma anche alcune disposizioni del codice di rito e prassi applicative giurisprudenziali devianti, si propone l’inserimento di una disposizione che espliciti il contenuto della prerogativa, sul modello di quanto avviene nello Statuto della Corte penale internazionale. Si passa così ad esaminare il Quinto Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, la prima disposizione costituzionale al mondo che abbia consacrare il principio. Si analizza la giurisprudenza ha applicato l’Emendamento ben oltre l’ambito testimoniale cui lo stesso parrebbe ristretto, vi ha incluso i documenti e ha permesso di invocarle in contesti procedimentali diversi da quelli penali tradizionali, pur continuando a precluderla agli enti. Il nemo tenetur viene, infine, considerato in procedimenti non propriamente penali: quelli 231 a carico degli enti, costellati da oneri collaborativi sia dichiarativi che documentali allo stato inconciliabili con la garanzia; e quelli amministrativi sanzionatori Consob e Banca d’Italia, protagonisti di una lunga vicenda giurisprudenziale culminata con l’affermazione dell’operatività del silenzio nelle audizioni che si tengono davanti a quelle autorità, lasciano però aperti molti interrogativi.
This research focuses on the nemo tenetur se detegere principle, which prevents the accused from being compelled to cooperate with the investigative authorities and bans any use against the defendant of his refusal to cooperate.This thesis analyzes the various facets of the guarantee, starting from how it is recognised and applied in the Italian legal system. While the principle rests on solid constitutional and international legal foundations, some provisions of the Code of Criminal Procedure and deviant jurisprudential application practices. The proposal is therefore advanced to adopt of a provision that would make explicit the content of the prerogative, following the example of the Statute of the International Criminal Court. The second part of the study examines the Fifth Amendment of the United States Constitution, the first constitutional provision in the world to enshrine the principle. US case law has applied the Amendment far beyond testimony, to which it would appear to be restricted. It has included documents, has allowed it to be invoked in procedural contexts other than traditional criminal ones, but has always denied entities the procedural protection. Finally, the nemo tenetur principle is considered in proceedings that are not strictly criminal: the “231 proceedings” against entities, rich in collaborative burdens which are at present irreconcilable with the guarantee; and the administrative punitive proceedings celebrated Consob and Banca d’Italia. The latter proceedings have been protagonists of a long legal discussion that ended with the Italian Constitutional Court affirming that silence can be invoked in hearings held before those authorities. However, many questions are still left open.