Thesis title: Città e Spazio Pubblico. Nuovi strumenti operativi per la lettura e la trasformazione della città del XXI° Secolo.
La ricerca analizza il tema dello spazio pubblico a partire dal suo rapporto con l’ambiente costruito. Il procedimento attraverso cui s’intende decostruirne i cardini, definendo le sue componenti intrinseche, esprime il dualismo che lo contraddistingue in quanto luogo sia fisico, con i suoi limiti e le sue estensioni, che relazionale, ossia luogo d’incontro e di scambio condiviso, aperto e fruibile ai più (Gian Paolo Torricelli, 2009). Tale contrapposizione rivela l’importanza di saper leggere tale spazio, attraverso un’analisi sia delle caratteristiche fisiche che ne determinano forma e funzione che dello spazio immateriale, luogo delle interazioni umane, determinato dalla natura delle stesse. Dalla lettura dei fenomeni urbani e sociali dello spazio pubblico è perciò possibile tracciare degli orizzonti entro cui sintetizzare, regolare e guidare i processi di trasformazione della città contemporanea.
L’esplicitazione dell’ambiente costruito, nella sua connotazione odierna, avviene invece attraverso la manifestazione di una serie di dicotomie che lo definiscono sottintendendo dinamiche e processi di trasformazione. La città è così consolidata, ma anche spontanea ed informale, è densa ed iper-urbanizzata, ma anche diffusa e periferica. Attraverso la definizione di queste antinomie è possibile esprimerne i principali aspetti connotativi con l’obiettivo d’individuare le azioni di cambiamento all’interno della stessa. La città storica è dunque resiliente e si contrappone alla città contemporanea nella sua staticità, ma è anche liquida, ovvero fluida nella capacità di mutare i suoi assetti secondo le esigenze, le cui regole sfuggono al rigido controllo posto sulla città moderna, proprio come un fluido si sparge ovunque possa essere contenuto (Bauman, 2000). Emerge dunque che la maggior parte delle azioni di cambiamento e trasformazione operate nella città contemporanea hanno inizio nello spazio pubblico e da esso si estendono verso i confini della città. Sia che si tratti di interventi massicci, sia che si tratti di semplici trasformazioni temporanee, lo spazio pubblico è uno dei palcoscenici del cambiamento e da esso si deve necessariamente ripartire per operare trasformazioni adeguate e funzionali della città. La definizione di spazio pubblico quale spazio della collettività, in cui essa si identifica, prevede un preambolo nel quale si affronta la spinosa questione della sua attestazione identitaria, simbolo del Genius Loci, non solo dunque come vuoto rispetto al pieno-simbolo del progetto architettonico, ma come parte costituente del patrimonio culturale della città. Ripartendo da questo è possibile tessere le fila di una vera rivoluzione del pensiero architettonico, la cui attenzione ha validato l’interesse verso l’intero contesto urbano. È ragionevole perciò pensare che, come lo spazio pubblico è regolato dalla composizione architettonica, anche l’uomo, con il suo “condizionamento psicologico” ne modera ed influenza l’uso; per tale ragione è necessario guardare alla trasformazione dello spazio pubblico non solo attraverso la sua architettura, ma anche attraverso l’uso sociale che ne viene fatto. La ricerca affronta quindi l’analisi di alcuni importanti casi studio di lettura e trasformazione degli spazi pubblici quali altrettanti momenti fondamentali di lettura e trasformazione della città, assumendoli come punti di partenza attraverso cui, da un lato, decostruire i cardini teorici che li hanno sostenuti, dall’altro, ricostruirne gli elementi comuni quali nuovi possibili strumenti per il progetto contemporaneo. Ne emerge, ancora una volta, la capacità della componente umana d’influenzare la natura del progetto, ponendosi nella lista degli aspetti fondamentali di cui tener conto. L’interesse verso la figura umana richiede perciò di descriverne non solo il comportamento sociale all’interno dello spazio pubblico, ma anche il metodo con il quale si muove e vive lo spazio urbano. Si manifesta quindi un particolare interesse per lo studio dei flussi quotidiani di spostamento pedonale all’interno della città, a partire dalla definizione della loro intensità e densità nel tempo, fino alla registrazione della direzione di movimento nello spazio pubblico, circoscrivendo una nuova possibile frontiera per la lettura, la trasformazione e la progettazione del tessuto urbano.
I flussi di spostamento dei cittadini-utenti, infatti, all’interno di uno specifico ambito fisico, ci informano del come quell’ambito viene utilizzato. Ci informano del “valore” che i diversi cittadini-utenti danno a quell’ambito, il senso che esso assume all’interno della vita quotidiana ed il ruolo che gioca all’interno del proprio contesto (urbano, economico, sociale). Sapendo leggere e combinare i dati che derivano dall’analisi dei flussi è possibile ottenere un amplissimo bagaglio d’informazioni capaci di guidare le possibilità/necessità di trasformazione di un dato spazio al fine di meglio corrispondere alle esigenze dei propri utenti. Per questo la mappatura dei flussi quotidiani di spostamento pedonale all’interno della città può diventare un nuovo strumento-guida per la lettura, la comprensione e l’indirizzo di tutte le strategie urbane, da quelle propriamente architettonico-rigenerative, a quelle socioculturali, fino a quelle economico-finanziarie.
Obiettivo della ricerca è quindi quello di dimostrare che, attraverso la lettura dei flussi urbani, un nuovo modello strategico è possibile, con cui leggere e trasformare la città contemporanea a partire dai suoi spazi pubblici, compresi nei loro aspetti sia immateriali che materiali. Tale relazione, a conclusione della ricerca, viene così tradotta nello sviluppo di un caso studio concreto di mappatura dei flussi pedonali di spostamento, attraverso un’analisi microscopica dei flussi urbani presenti nella città storica di Venezia.
Estrapolando le informazioni che giungono dalla lettura dei flussi urbani, è quindi possibile passare dalla conoscenza di un dato quantitativo (Mappa dei Flussi Pedonali – PFM) all’elaborazione di una vera e propria Mappa Morfologica Dinamica (DMM). Inoltre, per caratteristiche e complessità morfologico-funzionale, Venezia si dimostra un’opportunità e un campo di sperimentazione ottimale, in cui la lettura dei flussi pedonali si traduce, a partire dalla definizione delle sue caratteristiche fisico-morfologiche del tessuto edilizio (Mappa Morfologica Empirica – EMM) fino all’individuazione delle componenti sociali ed economiche che la vivono e la rendono una realtà dinamica e vitale (dati qualitativi), in un importante strumento di lettura per la comprensione ed il progetto della città contemporanea.