Titolo della tesi: Nomopoiesi, legislatore, giudice. Studio sulla funzione della giurisprudenza nell’ordinamento multilivello.
La tesi ha per oggetto il rapporto fra il giudice e la legge, che si è analizzato, in una Parte I, su di un piano strettamente teorico, a partire da una ricognizione delle principali concezioni del diritto che inevitabilmente fanno da sfondo alle diverse concezioni della giurisdizione. Nella Parte II, a partire da un approccio al diritto di tipo positivista, si è invece tentato di ricostruire il modello di giurisdizione disegnato dalla Costituzione e dalla legge; a fronte del quadro normativo emergente da tale ricognizione, che si potrebbe definire 'statico', si è cercato poi di indagare la 'dinamica' della vita della giurisdizione negli anni dell'Italia repubblicana e il modo in cui la Costituzione del 1948 ha inciso sui processi che l'hanno coinvolta. Nell'ultimo capitolo, si è tenuto conto dei sempre più ampi e complessi processi di apertura dell'ordinamento repubblicano a sistemi di diritto esterni, nei quali appare centrale il ruolo delle Corti. Si è tentato, così, anche attraverso un'analisi della giurisprudenza più recente, di individuare le criticità del c.d. dialogo tra le Corti; criticità che non hanno a che fare semplicemente con la salvaguardia della democrazia intesa come autogoverno, ma anche con la stessa tutela dei diritti, non sempre garantiti allo stesso modo nei circuiti di legalità coinvolti. Si è rilevata, in conclusione, la necessità di ristrutturare un ordine tra gli ordinamenti che funzioni attraverso i tradizionali princìpi di gerarchia e di competenza, e che veda alla propria base la Costituzione repubblicana, presidiata da un garante che sia attento a non sostituire i suoi contenuti essenziali con quelli propri di altri ordinamenti.