GABRIELLA GALLUCCIO

Dottoressa di ricerca

ciclo: XXXVI



Titolo della tesi: Valutazione multidimensionale in pazienti con gravi disturbi prolungati di coscienza nel contesto del reparto di Subintensiva Neurologica: studio pilota sulla terapia con levodopa

I disturbi di coscienza prolungati (PDOC) sono condizioni che si instaurano a seguito di gravi lesioni cerebrali di diversa eziologia. I pazienti presentano un’alterazione del livello di coscienza ed il grado di recupero è variabile. I meccanismi fisiopatologici alla base di questi disturbi non sono ancora del tutto chiariti, così come non è ancora chiaro se esistano approcci terapeutici in grado di influenzare positivamente l’esito funzionale. Obiettivi dello studio: L’obiettivo di questo studio pilota è quello di valutare gli effetti e studiare l’efficacia della terapia con Levodopa nel migliorare il livello di arousal ed awareness nei pazienti con disturbi di coscienza prolungati ricoverati nel reparto di Subintensiva Neurologica. Materiali e metodi: Abbiamo analizzato retrospettivamente i dati di pazienti con disturbo di coscienza prolungato ricoverati presso il reparto di Subintensiva Neurologica nell’arco di circa due anni e mezzo, ai quali è stata somministrata terapia con Levodopa, oltre ai trattamenti standard. I dati sono stati estrapolati dalle cartelle cliniche dei pazienti dal loro arrivo al Dipartimento di Emergenza ed Accettazione fino alla loro dimissione dal nostro reparto. Risultati: Sono stati inclusi 17 pazienti con PDOC (10/7 M/F, età media 67.2 ±18.0 anni). La dose media di Levodopa somministrata è stata pari a 244 ± 178 mg/die. La media di giorni di trattamento dopo i quali è stata osservata una variazione clinica è stato pari a 21.3 ± 11.3. Abbiamo osservato un aumento significativo della vigilanza, inteso come aumento del punteggio alla Glasgow Coma Scale, a seguito del trattamento con Levodopa (valore medio 7.94 ± 1.82 vs 10.29 ± 2.36, rispettivamente pre e post-trattamento, p<0.001). Inoltre, è risultato che i pazienti che presentavano un recupero dell’arousal erano stati trattati con dosi maggiori di Levodopa rispetto ai pazienti con arousal alterato dopo trattamento (L-DOPA valore medio 264.3±191.6 vs 150.0±0.0, p=0.044). Per quanto concerne l’awareness, in una percentuale maggiore di pazienti che non presentava recupero dell’awareness, sono state riscontrate lesioni a livello dei gangli della base rispetto ai pazienti che presentavano recupero dell’awareness (83.3% vs 27.3%, p=0.043). Conclusioni: Questo studio pilota suggerisce come la Levodopa potrebbe influire positivamente sul recupero della coscienza nei pazienti con disturbi di coscienza prolungati. Tale risultato deve essere confermato in un campione più ampio di pazienti raccolti prospetticamente al fine di poter confermare questi dati preliminari ed aiutare ad individuare le caratteristiche dei pazienti in cui la Levodopa ha maggiori possibilità di indurre un miglioramento funzionale. La possibilità di valutare questi parametri e di ottimizzare il trattamento di questi pazienti rappresenta uno dei vantaggi della gestione dei pazienti con disturbi di coscienza prolungati in reparti di terapia subintensiva neurologica.

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