FRANCESCO ROSITANO

Dottorando

ciclo: XXXVI
email: rositano.865582@studenti.uniroma1.it




supervisore: Flaminia Saccà

CULTURE POLITICHE IN TRASFORMAZIONE

LA PERSONALIZZAZIONE DELLA LEADERSHIP ALLA LUCE DEL MUTAMENTO DEI PROCESSI COMUNICATIVI NELL’ERA DEI SOCIAL NETWORK. IL CASO ITALIANO

 

 

Con il mutare delle strutture sociali, economiche e produttive, sono cambiati anche i partiti e il loro ruolo nella società. Da un lato si sono spostati i luoghi delle decisioni e dell’esercizio del potere (passando dal contesto nazionale a sovranazionale), dall’altro le grandi organizzazioni di massa, nate all’epoca dell’industrializzazione, delle grandi fabbriche e della società di massa, si sono rivelate inadeguate alla liquidità dei tempi e ai processi di globalizzazione. (Saccà, 2013). 

I partiti hanno progressivamente perso centralità a scapito del “capo”: la leadership ha assunto dunque un ruolo chiave in un processo nuovo sempre più segnato dalla personalizzazione e mediatizzazione della politica (Mazzoleni e Schultz, 1999). Una dinamica che si è enfatizzata con l’uso dei social network. Si è aperta una stagione all’insegna dell’individualismo: i partiti che affollano la scena democratica sono spesso così legati al “capo” da non sopravvivere alla sua fine (Calise, 2019). 

In questo scenario, la comunicazione, lo storytelling, il marketing politico sono diventati cruciali. Si assiste a nuovi meccanismi di autorappresentazione, sempre più plasmati dalle nuove tecnologie, all’interno di un ecosistema digitale, dominato dagli algoritmi, in cui l’opinione è sempre più privatizzata e personalizzata. Terminata l’era delle grandi narrazioni, il pubblico di massa è stato sostituito da una miriade di “pubblici”, sulla spinta di meccanismi di frammentazione che hanno aumentato il rischio dell’isolamento sociale e della segregazione ideologica, con la chiusura in bolle autoreferenziali (Pariser, 2011) o in camere dell’eco (Sunstein, 2017).

Il presente progetto di ricerca punta a studiare come la personalizzazione della politica cambia e si enfatizza con l’uso dei social network, che entrano in maniera preponderante nei processi dei fenomeni politici. In particolare, ci si concentrerà sul rapporto tra comunicazione politica e le trasformazioni della leadership e dei partiti e si osserveranno due forme diverse di populismo: quelle rappresentate da Lega e Movimento Cinque Stelle, nella declinazione personale e personalizzata che ne hanno fatto i due leader, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il perimetro d’analisi riguarderà la legislatura avviata con le elezioni del 4 marzo del 2018, che ha visto Salvini e Di Maio prima alleati di governo (nell’esecutivo cosiddetto giallo-verde) e poi avversari, con il passaggio della Lega all’opposizione e la formazione di un governo composto da Liberi e Uguali, Partito democratico e Movimento Cinque Stelle. Il lavoro proposto analizzerà la comunicazione social dei due opposti leader populisti a partire dalla prima esperienza gialloverde, estendendo lo studio anche al proseguo, per capire se e come si dovesse differenziare la comunicazione dopo la fine dell’alleanza tra le due formazioni politiche. L’ipotesi alla base di questo lavoro, oggetto di verifica nel corso della ricerca,  è che entrambi i due opposti leader, Di Maio e Salvini, impostino una comunicazione social che punta alla mobilitazione di “cerchie”, “bolle”, fazioni caratterizzate da omofilia. Dinamiche che potrebbero irrobustire ancora di più processi di personalizzazione della politica, con potenziamento dei tratti ideologici, stilistici e strategici del populismo.

 

Keywords: populismo, democrazia, leadership

 


© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma