Ricerca: L’utopia nell’era digitale
Francesco Romano Fraioli (Roma, 1993) ha conseguito sia la Laurea triennale che quella magistrale in Filosofia, presso l’Università ‘La Sapienza’ di Roma, entrambe con il massimo dei voti e la lode. A partire dal 2020 è membro del Comitato di redazione della Rivista di Politica. I suoi interessi di ricerca si incentrano sulla tradizione utopistica del pensiero politico contemporaneo e su quella liberal-democratica.
Ricerca: L’utopia nell’era digitale
Parole chiave: utopia, tecnologia, democrazia, liberalismo
Il filone utopistico, nato nell’alveo della modernità e da allora restato saldamente nel suo lessico, rappresenta una sorta di fiume carsico, che riemerge a tratti, prendendo forme e rilievi diversi. Una di queste riemersioni – certamente la più recente – è rappresentata dalle tecno-utopie o cyber-utopie, fiorite in questi ultimi decenni in concomitanza con la rivoluzione digitale.
Scopo del presente progetto di ricerca è mettere questo nuovo e importante filone utopistico sotto la lente dell’analisi storica e concettuale, per definirne le caratteristiche strutturali e saggiarne la consistenza teorica; e, in secondo luogo, per valutare il rapporto tra queste costruzioni ideali e i presupposti, le forme e le istituzioni delle democrazie liberali. A tal fine, mancando a tutt’oggi una letteratura scientifica sistematica sull’argomento, saranno attentamente esaminati una serie di testi e interventi di intellettuali e studiosi di varia estrazione (tra i quali Chris Anderson, Henry Jenkins, Kevin Kelly, Ray Kurzweil, Pierre Levy, Nicholas Negroponte, Tim O’Reilly, Howard Rheingold), nonché di imprenditori-visionari come Bill Gates, Steve Jobs, Elon Musk, Larry Page, Peter Thiel o Mark Zuckerberg.
L’obiettivo è quello di rintracciare, per la prima volta, le caratteristiche strutturali delle visioni elaborate da questi autori, individuandone le origini, seguendone gli sviluppi e prospettandone i possibili esiti. Rifacendosi all’archetipo baconiano, la mia ipotesi è che i tecno-utopisti del nuovo millennio si basino sull’idea che sia sufficiente una riorganizzazione della ricerca scientifica e un robusto sviluppo della tecnologia per provvedere a tutte le necessità sociali e individuali. Pertanto, fra le domande fondamentali della mia ricerca, vanno sicuramente incluse quali e quante differenze corrano fra politica e tecno-politica, o fra scienza e tecno-scienza, al fine di distinguere meglio, anche da una prospettiva socio-economica, che genere di opportunità e di distorsioni sta producendo la tecno-utopia. Essa, nell’ipotesi che guida questo progetto, è imperniata su tre concetti fondamentali: sviluppo esponenziale, abbondanza e singolarità.
La ricerca si articolerà in quattro ambiti. Il primo sarà dedicato ad una ricostruzione genealogica del concetto di utopia. Il secondo riguarderà il contesto in cui le tecno-utopie sono fiorite, ossia quell’insieme di processi che vanno sotto il nome di rivoluzione digitale, con particolare attenzione allo sviluppo di Internet, delle ICT (Information Communication Technologies) e del Web. Il terzo ambito consisterà nell’analisi dei testi, cercando di specificare i tratti salienti del pensiero degli autori in questione. Il quarto ambito si focalizzerà sullo stato dell’arte degli studi in materia, presentando sia le ragioni di coloro che hanno esaltato e incoraggiato il fenomeno, sia di coloro che lo hanno criticato e/o avversato.