Titolo della tesi: Architettura conventuale in Roma moderna. Interpretazione dell'archetipo claustrale nei progetti dello Studio Passarelli, Paniconi e Pediconi, Rebecchini e Lafuente
Tra gli anni Cinquanta e Settanta del Novecento fu intrapresa a Roma una sperimentazione architettonica libera da vincoli, e nuova, sia nell’edilizia residenziale che in quella pubblica. Liberatosi dal fascismo, il Paese viveva una rinascita culturale che incoraggiava la ricerca verso nuove forme espressive. Queste spinsero l’indagine poetica in architettura su temi vari ed eterogenei, alcuni indirizzati all’edilizia ecclesiastica e sacra.
Il quadrante occidentale di Roma iniziava a popolarsi di opere gestite e facenti capo ad ordini religiosi, al Vicariato o direttamente al Vaticano: curie, collegi, conventi e case di cura.
Il cospicuo numero di opere sorte in un lasso temporale limitato e in una specifica porzione di territorio induce a una riflessione sulle ragioni e i caratteri di un fenomeno significativo e poco studiato della storia urbana e architettonica di Roma.
In particolar modo il territorio che lambisce la via Aurelia rappresenta non solo un bacino di esempi di architettura, ma un momento dell’urbanistica romana, quello in cui si pianifica e si realizza la Capitale moderna, nel quale fervono il dibattito culturale e lo scontro politico.
Tale realtà ha scaturito delle suggestioni che hanno condotto verso una indagine sull’architettura conventuale in Roma moderna che affronta sia la condizione storico-urbana romana del secondo dopoguerra che l’interpretazione moderna romana quale campo di sperimentazione della metà del Novecento derivata dalla conoscenza e studio degli impianti monastici e conventuali storici di origine medievale. In questo scenario emergono le opere di tre studi di architettura che hanno contribuito in modo originale alla progettazione di diversi impianti collegiali o curiali. I progetti dello Studio Passarelli, di Paniconi e Pediconi e di Rebecchini e Lafuente rappresentano i migliori exempla di tale fenomeno architettonico. Oltre alla declinazione tipologica tali esempi di architettura conventuale hanno costituito un interessante campo di sperimentazione linguistica. La ricerca si concentra oltre che sugli aspetti storico-urbani sulla analisi critica delle opere e sul loro reciproco confronto.