Titolo della tesi: Le eccezioni preliminari nel processo davanti alla Corte internazionale di giustizia
Il lavoro ha ad oggetto le eccezioni preliminari nel processo davanti alla Corte internazionale di giustizia.
Nell’Introduzione, dopo aver delimitato l’oggetto della ricerca, si è provveduto ad illustrare i più importanti problemi giuridici che si pongono nel concreto funzionamento dell’istituto.
Il Capitolo I consta di tre sezioni, le quali concernono, rispettivamente, le nozioni fondamentali (i.e. «eccezione preliminare, «questione preliminare», «merito della causa»); la genesi e l’evoluzione storica delle norme che hanno disciplinato l’istituto; il regime normativo di cui al Regolamento di procedura della Corte vigente.
Il Capitolo II esamina la prassi, cioè gli atti di eccezione preliminare presentati dagli Stati e le ordinanze e sentenze rese dalla Corte a chiusura del procedimento incidentale preliminare. L’analisi si è concentrata, in particolare, sui casi più significativi, che sono stati considerati in ordine cronologico. Uno spazio maggiore si è voluto dedicare alla trattazione dei casi più recenti.
L’esame della prassi, in particolare, è ruotato attorno al profilo dei contenuti concreti dell’oggetto delle questioni sollevate dalle eccezioni preliminari. La scelta di studiare l’oggetto delle questioni concretamente sollevate si è ritenuta funzionale all’esigenza di definire i contenuti possibili e i limiti necessari della controversa nozione di questione preliminare, cioè dell’oggetto possibile del procedimento incidentale preliminare. Tale nozione non appare chiarita, in maniera coerente ed univoca, né dalle norme che disciplinano l’istituto (o che lo hanno disciplinato in passato), né dal pensiero dottrinale. È perciò dallo studio della prassi che si è dovuto procedere al fine di indurre, per astrazione, la nozione stessa.
La nozione che si è ricavata, sulla base della prassi, corrisponde alla categoria dei «presupposti processuali», scomponibile nelle due species delle questioni relative alla competenza del giudice e delle questioni relative alla ricevibilità della domanda. La definizione in questo senso del contenuto possibile e necessario della questione preliminare consente (a differenza di quanto avverrebbe laddove si adottasse una nozione più ampia) di preservare i tratti caratterizzanti dell’istituto e la sua ragion d’essere nel processo internazionale, ed agevola inoltre la discussione e la risoluzione di molti dei problemi che si pongono nel concreto funzionamento delle eccezioni preliminari.
Quanto al problema più grave, quello della separabilità dell’oggetto della questione preliminare dall’oggetto del merito della causa, si rileva che, per la sua risoluzione, la definizione della nozione di preliminarità materiale (cioè del concetto di «questione preliminare») costituisce un elemento necessario, ma non sufficiente. Come è dimostrato esaminando la prassi, infatti, il problema può essere risolto, probabilmente, solo in maniera empirica e casuistica, tenendo conto delle circostanze e delle dinamiche di ogni affare, nonché delle conseguenze «pratiche» dell’adozione dell’una o dell’altra particolare soluzione interpretativa.