Titolo della tesi: Il contratto alla prova della Costituzione
La presente ricerca ha lo scopo di indagare le differenti modalità con cui le norme costituzionali possono essere assunte come limite all’esercizio dell’autonomia contrattuale. Ricostruita la forte eterogeneità dei processi di costituzionalizzazione del diritto privato, da tempo in corso e che hanno subito negli anni più recenti una decisa accelerazione, si è individuato nelle clausole generali il medium più adeguato per studiare la nuova rilevanza attribuita alla Costituzione in materia contrattuale.
Nel primo capitolo è stata sviluppata una ridefinizione del concetto di clausole generali quali frammenti di norme che rinviano a standard valutativi giuridici o extragiuridici tra cui l’interprete è chiamato a scegliere, ritenuta la definizione più idonea a dar conto dei diversi usi delle norme costituzionali nei processi di costituzionalizzazione del diritto dei contratti. In questo modo si è riconosciuta la possibilità di attribuire alla Costituzione un peculiare ruolo nella concretizzazione di tali clausole.
Nel secondo capitolo tale proposta definitoria è stata vagliata alla luce degli sviluppi del dibattito dottrinale in materia contrattuale. A tal fine, si è approfondito come alcune clausole codicistiche (meritevolezza, ordine pubblico e buona fede) siano state rilette a seguito dell’entrata in vigore della Costituzione e quali funzioni siano state attribuite alle norme costituzionali nell’ambito di questo processo.
Nel terzo capitolo si è, infine, analizzato l’uso della Costituzione nei giudizi sui contratti da parte della Corte di Cassazione, sempre più frequente a partire agli anni Novanta, allo scopo di verificare se in tali orientamenti giurisprudenziali emerga una nuova forma di sindacato di legittimità costituzionale sui contratti svolto attraverso il richiamo alle norme costituzionali da parte del giudice comune nell’interpretazione e applicazione di norme di diritto privato contenenti clausole generali.