Ricerca: Velare i condizionamenti della sessualità. Le applicazioni della dottrina del paternalismo libertario alla pornografia, alla prostituzione e all’aborto.
Dottoranda in Studi politici e dottoranda SSAS, la candidata ha conseguito con lode la laurea triennale in scienze politiche e relazioni internazionali (Università di Macerata) e la laurea magistrale in Global Politics and International Relations (Università di Macerata). Parallelamente, è stata allieva della Scuola di Studi Superiori G. Leopardi, dalla quale ha ottenuto la licenza con lode nel 2021.
Durante gli studi universitari, ha svolto un Erasmus traineeship presso la Varna University of Managment (Bulgaria) e un tirocinio presso la Rappresentanza Permanente d’Italia all’ONU di Ginevra (Svizzera), essendo assegnata al settore salute e potendo seguire i lavori dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Inoltre, è stata visiting student presso la Kent Law School, portando avanti anche attività di ricerca per la sua tesi magistrale.
In quanto socia della RIASISSU (l’associazione degli studenti delle scuole di studi superiori universitarie italiane), la candidata ha avuto l’opportunità di pubblicare articoli divulgativi per Il Chiasmo (Treccani) e di rivestire l’incarico di rappresentante degli allievi della Scuola Leopardi per la RIASISSU.
ABSTRACT
Il progetto si concentra sul nudge o paternalismo libertario al fine di studiare se quest’ultimo sia applicabile a tre tematiche riguardanti la sessualità femminile: pornografia, prostituzione e aborto.
Gli stati trovano delle difficoltà nell’implementare politiche paternalistiche che tendono a difendere l’individuo da azioni che avrebbero delle conseguenze, a giudizio dello stato, negative per il soggetto stesso. In questo contesto, gli studiosi sono divisi circa la possibilità, per lo stato, di regolamentare la pornografia, la prostituzione e l’aborto. Da un lato il femminismo radicale sostiene che pornografia e prostituzione celebrino il potere maschile e la subordinazione femminile, dall’altro le femministe pro-sex le considerano strumenti di impoteramento che decostruiscono lo stereotipo sessista dell’assenza di pulsioni sessuali nelle donne. Inoltre, il liberalismo sostiene che la pornografia debba essere protetta in virtù della libertà di parola e che lo stato non possa intervenire sulla prostituzione in nome del diritto all’autonomia individuale. Per quanto riguarda l’aborto, i liberali lo giustificano poiché facente capo al dominio della privatezza, il femminismo (soprattutto nella sua versione più radicale) critica questa impostazione in quanto neutrale dal punto di vista del genere. Alcuni studiosi ritengono, invece, che le donne dovrebbero bilanciare il loro diritto ad abortire con le responsabilità sociali che scaturiscono dall’essere parte di una comunità.
Constatata l’impossibilità di intervenire sulle tre tematiche tramite un modello paternalistico puro, il progetto mira a comprendere se l’organismo statale possa applicare ad esse il paternalismo libertario o nudge (teoria dell’economia comportamentale e della filosofia politica con l’obiettivo di indurre gli individui a compiere le scelte che lo stato ritiene per il loro bene senza vietare nessuna delle alternative possibili e senza esercitare coercizione). La ricerca vuole indagare se tali politiche di paternalismo libertario possano essere positive oppure dannose per le donne. Infatti, si vuole comprendere se la progettazione e l’implementazione di politiche di nudge riguardanti la pornografia, la prostituzione e l’aborto riescano a decostruire gli stereotipi sessisti relativi al corpo delle donne, o se finiscano per alimentarli.