Titolo della tesi: Sulla retroattività della condizione
La clausola condizionale, attraverso la quale i contraenti subordinano l'efficacia o l'inefficacia della pattuizione ad un evento futuro ed incerto, è uno strumento assolutamente duttile al servizio dell'autonomia privata.
Essa, pur rimasta inalterata nel suo impianto legislativo dal 1942 ad oggi, ha subito un profondo ripensamento grazie all'opera della migliore dottrina che, valorizzando il dato positivo, ha via via sconfessato i dogmi privi di univoci riscontri normativi che circondavano l'istituto, ingabbiandone le potenzialità esplicative: è noto che, attualmente, alla condizione si riconosce l'attitudine di porsi come alternativa all'ordinario rimedio risolutorio, nella sua declinazione di condizione risolutiva di inadempimento, la cui utilità si apprezza proprio alla luce del meccanismo della retroattività assoluta (derivante dalla lettura combinata degli artt. 1357 e 1360 c.c.), che consente di beneficiare di una tutela reale e di recuperare il bene in forma specifica anche nei confronti dei terzi.
Nella trattazione si è tentato di mettere in rilievo questi profili, cercando di dimostrare, in base ad un approccio tutto positivistico, che nella ricostruzione dei tratti essenziali di un istituto occorre in ogni caso prendere le mosse dal dato normativo. Per quanto di nostro interesse, esso è inequivocabile nel sancire il carattere retroattivo dell'avveramento della condizione.
Un'autorevole dottrina, ormai piuttosto risalente, ha negato che nel nostro ordinamento potesse trovare cittadinanza la regola di retroattività della condizione, trascurando il dato letterale della legge, chiaro sul punto: si tratterebbe di una sterile petizione di principio, un dogma privo di reale costrutto e significato pratico. Tale affermazione, che sarà sottoposta ad analisi critica nel corso dell'elaborato, si scontra fatalmente col dato normativo, ineccepibile sul punto; né può dirsi che le deroghe che la legge apporta all'operatività del precetto retrospettivo siano tali da obliterare il valore della regola.
Lo scritto si struttura in tre capitoli: nel primo verranno ripercorse le principali coordinate evolutive dell'istituto. Si noterà, in particolare, che la più gran parte dei predicati che la dottrina tradizionale attribuiva alla condizione sono stati progressivamente superati, perché sprovvisti di base positiva, a differenza della sua natura retroattiva; nel secondo capitolo sarà vagliato il significato da attribuire alla retroattività della condizione e ne saranno analizzate le deroghe, di cui si tenterà di ridimensionare la portata; nel terzo, ed ultimo, verranno messi a fuoco i rapporti tra retroattività condizionale e terzi, anche attraverso l'analisi di figure assolutamente peculiari.