Titolo della tesi: Scuola e quartiere nel tessuto storico a Roma. La morfologia urbana per il progetto delle centralità locali
La ricerca ha l’obiettivo di operare una lettura dei processi di formazione e trasformazione degli edifici scolastici che vengono letti quali organismi complessi e indagati con gli strumenti della morfologia urbana. Il tema è molto visitato dalla letteratura in architettura che lo ha indagato soprattutto con gli strumenti di valutazione e percezione e che ha rivelato, in molti casi, l’inadeguatezza di strutture obsolete e inadeguate, immagine esemplare di una città in cambiamento e incapace di accogliere nuove esigenze.
I testi che si sono occupati del disegno architettonico, d’altra parte, sembrano per lo più confinati nell’ambito della manualistica pragmatica e tassonomica. Esistono dunque spazi d’indagine per una lettura originale che si serve degli strumenti metodologici dell’approccio tipologico-processuale. Più specificatamente ci si riferirà alla scuola romana di morfologia urbana sul pensiero di Saverio Muratori i cui strumenti sono indirizzati allo studio della forma urbana e alla tipologia. Con l’adozione di questa prospettiva metodologica, l’indagine interpretativa del processo formativo e trasformativo, basata sulla lettura della realtà costruita e delle sue documentazioni, è, al contempo, atto di conoscenza e di progetto.
Nel processo morfo-tipologico, il progetto ha un ruolo centrale, quale fase ultima del processo che riguarda l’organismo urbano/aggregativo/edilizio.
L’indagine proposta è proiettata al progetto e alla trasformazione di un patrimonio edilizio esistente che si presenta con molte criticità e che necessita di adeguamenti per dare risposta a mutate esigenze.
Oggetto specifico della ricerca sono gli edifici scolastici comunali del Municipio I di Roma dei quali, per mezzo della collaborazione del medesimo ufficio, si dispone delle principali planimetrie e documenti. Di questi edifici che evidenziano profonde diversificazioni di ordine storico, architettonico e pedagogico,
si propone una lettura interpretativa come organismi complessi a specializzazione educativa.
L'indagine sulla struttura e sulle processualità formativa di tali ambienti specializzati, appare particolarmente utile in un momento, come quello attuale, di riflessione sulla effettiva corrispondenza di questi edifici alle esigenze odierne. Nello specifico le nuove alla scuola è richiesta la qualità architettonica; la necessità di svolgere la didattica in ambienti diversificati (in aula, laboratorio, all'aperto); la polifunzionalità dell’organismo architettonico ossia la corretta razionalizzazione funzionale e la massima flessibilità delle strutture.
Ad oggi, infatti, ci si interroga sulla prospettiva di ripensare e rigenerare la città anche lì dove il tessuto consolidato risulti ostile a far spazio a nuove funzioni e poco duttile a molteplici usi. Questa condizione pone l’urgente conoscenza dell'esistente per la sua trasformazione e per il progetto del nuovo.
Riflettere sull’architettura scolastica è un’occasione per esplorare le possibilità di aprire tali risorse pubbliche ad una fruizione diversificata e più ampia. La ricerca si inserisce nel ricco dibattito contemporaneo che, operativamente, riflette sulla condizione attuale, problematica e critica, quanto fertile a nuovi sviluppi.
La ricerca si pone, quindi, in un ambito dedicato alla lettura dell'organismo urbano nella sua complessità e contraddittorietà e dell’organismo architettonico nella sua peculiarità.
I tessuti della città storica e le sue componenti come gli edifici scolastici, inseriti strategicamente e spesso capaci di sintetizzare la relazione organica tra parti, vengono studiati secondo una lettura più generale che alle diverse scale cerca di ridefinire gli elementi costitutivi e i ruoli all’interno della processualità formativa dell’organismo urbano.
Alla fine del diciannovesimo e agli inizi del ventesimo secolo, la realizzazione delle scuole come riuso di edifici esistenti, nonostante la difficile rispondenza a norme e requisiti, ha permesso alla scuola di radicarsi nel tessuto e di ricoprire una funzione simbolica e rappresentativa. Tali edifici pertanto possono essere intesi come organismi in divenire processuale trasformati dalla mano dell’uomo che, nella cui struttura, ha individuata la potenzialità ad evolversi e modificarsi. Questo lavoro intende quindi proporre una lettura della città a degli edifici per l’educazione che sono il costrutto univoco dei principi e delle dinamiche che determinano la forma: la percorrenza finalizzata alla connessione e la gerarchizzazione dei luoghi determinanti le polarità.
Nello svolgersi delle indagini, ossia procedendo alla ricostruzione del processo formativo degli edifici scolastici e all’analisi dei suoi esiti formali diversificati e vari, si osserva come essi conservino o reinterpretino i caratteri del patrimonio edilizio. È evidente come, nonostante l’evolversi di tecniche e tecnologie e nonostante la continua sperimentazione di nuovi modelli, l’architettura tradizionale continui a rispondere a necessità e questioni contemporanee. Indagare la formazione e la trasformazione di questi organismi urbani permette di individuare quelle azioni che diacronicamente e diatopicamente hanno un’espressione tipica (avente cioè caratteri ricorrenti e riconoscibili).
L’indagine è basata sulla convinzione che questi cambiamenti, che storicamente hanno costituito la sostanza del progetto, abbiano portato, negli edifici contemporanei, a prospettive e caratteri, entro certi limiti, comuni.
L’obiettivo della ricerca è quello di osservare e leggere il fenomeno dello spazio antropico contemporaneo e delle sue dinamiche nel quadro dei cicli di trasformazione della realtà costruita.
In tale organico e più vasto quadro, è possibile ricondurre le dinamiche formative e trasformative a quelle tipiche condivise da altri fenomeni antropici rintracciandone precedenti e analogie. L’individuazione e il rimpiego di tali interventi, per alcuni fondamentali aspetti generalizzabili, permette di inserire il progetto nel processo.