Titolo della tesi: Il fantastico tra leggende, fantasmi e visioni: analisi narratologica della novellistica di Matilde Serao e Grazia Deledda.
La ricerca ha riguardato lo studio della prima novellistica di Matilde Serao e Grazia Deledda per evidenziare, con l’applicazione dell’analisi narratologica, elementi attinenti la produzione letteraria del fantastico. L’attenzione costante, accurata e metodica al testo ha sostenuto anche la ricerca di eventuali particolarità legate alla comune prospettiva di scrittrici, in rapporto alla complessa evoluzione culturale e letteraria tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.
Lo studio ha permesso di ricondurre alcune opere delle due autrici al fantastico scaturito e alimentato da antiche leggende, fantasmi e visioni.
Il loro fantastico, pur nella particolarità di ogni scrittrice, è alimentato sia dall’irruzione di figurazioni esteriori che sconvolgono l’ordinario, sia dalla percezione inquietante di un’angoscia che origina negli spazi reconditi della psiche, evidenziando entrambe le prerogative che la critica attribuisce generalmente alle narrazioni fantastiche di fine Ottocento. Nel fantastico di Serao e Deledda, il recupero della tradizione mitica e leggendaria avviene, in una narrazione prevalentemente realistica, con la riattualizzazione ed evolutiva interiorizzazione di un rimosso collettivo che, umanizzato, destabilizza il quotidiano alimentando così, anche come racconto o sogno in metadiegesi, un fantastico che problematizza a livello dei sentimenti e delle emozioni universalmente riconoscibili. L’amore in Serao e la colpa in Deledda rappresentano due temi fondamentali del loro fantastico, il quale relativizza il coevo contesto socio-culturale partendo dalla loro esperienza e profondità personale. Particolari scelte strutturali e linguistiche attestano, inoltre, la presenza di un fantastico proiettato verso soluzioni più moderne.