Thesis title: CRONACHE DA NESSUN LUOGO. Le aree interne e i centri minori, possibili scenari futuri per aree in via di abbandono. Metodi per la conoscenza e la consapevole valorizzazione..
ABSTRACT
Il titolo “Cronache da nessun luogo” è un richiamo e un omaggio al romanzo utopico di William Morris Notizie da nessun luogo (News from Nowhere), pubblicato nel 1891, che in Italia uscì col titolo “La terra promessa”. Il protagonista William Guest, inglese per "Ospite", si sveglia in un luogo ameno, abitato da una società futura, in un luogo ameno, con un’economia fondata principalmente sulla produzione agricola, che trova piacere nel contatto con la bellezza, con la natura e nel proprio lavoro, e dove la felicità e la serenità del singolo si riflettono nella felicità e nella serenità dell’intera comunità.
Caratteristiche salienti della dissertazione
Oggetto della ricerca sono le aree interne: l’Italia dei margini, i borghi montani e rurali, i centri minori disseminati lungo l’arco alpino e la dorsale appenninica.
Considerate elementi necessari per l’equilibrio territoriale e ambientale del Paese, sono indagate nei molteplici rapporti di senso e forma che stabiliscono con il contesto paesaggistico e i poli urbani. Largo spazio è dedicato allo studio dell’evoluzione dello spazio pubblico e di quello abitato nei centri minori, in relazione alle trasformazioni sociali avvenute nel corso del tempo, connesse allo sviluppo della città e alle rinnovate esigenze della società contemporanea.
Problematica comune a tutte le aree interne è la contrazione demografica, caratterizzata da una complessità e multidimensionalità di fattori: l’invecchiamento della popolazione, i processi di declino economico nel lungo e breve periodo, la crisi del sistema politico, l’abbandono del costruito, il rischio sismico e idrogeologico, la carenza e riduzione dei servizi.
Lo spopolamento, la marginalizzazione, l’aumento dell’età media della popolazione sono tra le principali dinamiche che affliggono i piccoli centri italiani, che tuttavia continuano a mantenere un ruolo importante, in quanto elementi di forte identificazione territoriale e in cui il tessuto sociale continua a riconoscersi. I progetti sulle aree interne seguono un nuovo modello di sviluppo, in cui la dimensione territoriale risulta cruciale, che ha il suo centro nella specificità dei luoghi, nei caratteri ambientali e nei tessuti relazionali.
In Europa, ed in Italia in particolare, il fenomeno delle aree interne è sempre più oggetto di studio e posto al centro delle attuali programmazioni politiche. Il tema affrontato in differenti ambiti della disciplina urbana e architettonica, viene costantemente analizzato in convegni, master, seminari e pubblicazioni accademiche, dimostrando che quella delle aree interne è una questione di carattere nazionale, che richiede studi e proposte basate su nuovi approcci, in cui risulta fondamentale il superamento delle dicotomie come nord-sud, centro-periferia, città-campagna, ecc.
I borghi rurali abbandonati, che storicamente erano dei presidi territoriali con un ruolo catalizzatori delle principali attività produttive, oggi sono composti per lo più da “seconde case”, le quali, anche se frenano il progressivo degrado del costruito, ne vincolano l’uso continuativo per altre potenziali funzioni. L’abbandono delle aree rurali si è rapidamente accompagnato alle trasformazioni dello stato d’uso del territorio, con forti impatti sia sul paesaggio tradizionale (legato al comparto agro-alimentare) che sull’ambiente e sul sistema ecologico.
Da una parte la dismissione delle attività agricole tradizionali ha condotto all’inselvatichimento e all’ impoverimento dei servizi eco-sistemici, con unaumento della vegetazione arborea-arbustiva mista, ai danni delle aree coltivate. Dall’altra, la crescente urbanizzazione, legata all’infrastrutturazione del territorio, congiunta alla frammentazione del sistema insediativo, si è tradotta nella diminuzione della densità abitativa e, di conseguenza, in performance negative dal punto di vista della sostenibilità.
Perché alcune aree subìto processi di spopolamento in misura maggiore rispetto alle altre? Quali modelli abitativi si sono mantenuti in queste regioni? Quali atteggiamenti sociali e culturali si sono sviluppati nelle zone remote e periferiche?
Articolazione
La dissertazione è strutturata secondo un continuo intreccio di due diverse questioni: problematiche e opportunità di sviluppo. Il primo nodo argomentativo è un interrogazione serrata sul principale fattore negativo che accomuna le aree interne, quello dello spopolamento. Nella prima parte vengono analizzati e ripercorsi i principali processi che hanno innescato le dinamiche della contrazione demografica nei centri minori, per poi procedere alle conseguenze prodotte da tale fenomeno. In particolar modo ci si concentra sul degrado del patrimonio costruito, le alterazioni del paesaggio, la decadenza dell’economia locale, l’invecchiamento della popolazione e quindi tutte le trasformazioni urbane e socio-culturali, come la perdita di identità.
La seconda parte della dissertazione, indaga invece la trasformazione e la rappresentazione del territorio italiano, ripercorrendo la storia della critica e della teoria, delle politiche, gli approcci delle amministrazioni. Il secondo nodo argomentativo è rappresentato dunque dalla questione territoriale, discostandosi dal punto di vista che attribuisce centralità all’ambito metropolitano, per porre al centro la rete di piccoli borghi. Tale approccio è riscontrabile anche nelle analisi inerenti il patrimonio costruito, in quanto non ci si concentra sul singolo organismo, ma si tenta di indagare lo stretto legame tra l architettura ed il suo contesto.
Le due parti della dissertazione, cercano continuamente di evidenziare una complementarietà / continuità tra borgo e città;
Infine, nell’appendice si espongono alcune considerazioni relative al “tipo di sguardo” da utilizzare per esplorare la realtà territoriale e sociale delle aree interne italiane e i processi di trasformazione che dovrebbero perseguirsi, soprattutto in relazione all’attuale situazione di crisi provocata dalla pandemia da Covid-19. Si ricostruisce una ricapitolazione delle teorie finora avanzate, con una riflessione sul ruolo che queste aree potrebbero rivestire in futuro, per un corretto equilibrio territoriale tra città e piccoli borghi.
La presente dissertazione non ha un carattere finale e conclusivo, ma assume piuttosto i caratteri di un’ indagine continua, in cui si ipotizzano approcci, visioni e strumenti per il futuro dei piccoli centri.
Principali processi metodologici
La metodologia d indagine della dissertazione si fonda su una ricerca bibliografica di varia natura ed un rilevamento diretto, una lettura documentaria e iconologica delle opere selezionate. Più in generale, Cronache da nessun luogo rappresenta il tentativo di ripensare e riorganizzare in forma scritta un tema che, da tempo, domina il dibattito scientifico, pubblico e politico, soprattutto all’insegna della crisi sanitaria del Covid-19, che ha riportato all’attenzione il tema abitativo, della densità.
Obiettivi raggiunti
Con la presente tesi di dottorato ho tentato di dimostrare l’importanza strategica del tema delle aree interni ai fini di uno sviluppo dei suoi contenuti materiali e simbolici all’interno dei grandi temi che attraversano la disciplina architettonica e urbanistica, verificando un possibile avanzamento metodologico e operativo proprio nell’uso di strumenti di lettura multidisciplinari che fungono quali categorie interpretative sulla avvertita importanza dei centri minori nell’equilibrio territoriale, basato sull’interdipendenza tra borgo e città
Sarà per me interessante constatare quanto di questo sforzo teorico e analitico potrò utilizzare nel corso della mia attività progettuale, sperimentativa e didattica.