Titolo della tesi: Costruire relazioni tra le parti. L’inflessione come strategia per l’architettura del progetto urbano
L’oggetto di questa ricerca è la costruzione dell’architettura in relazione alla città, esplorando il modo in cui le singole parti, in forza delle loro relazioni, interagiscono con il tutto. Nel proporre questa riflessione, la tesi considera la possibilità di operare un'inversione del rapporto tra oggetto e contesto, tentando di considerare non solo come l'architettura costruisca lo spazio della città, ma come i riflessi delle condizioni contestuali influiscano sulla costruzione dell'architettura. In tale prospettiva, la ricerca, attraverso il concetto di inflessione, si interroga sulla possibilità di immaginare una dimensione in cui l'architettura, pur mantenendo una relazione con il contesto, non ricada in pratiche mimetiche, ma, al contrario, favorisca l'emergere di nuove relazioni tra le cose. L’oggetto dell’analisi, ovvero, la costruzione delle relazioni tra architettura e città, è inquadrato attraverso la nozione di inflessione, un concetto poco indagato dalla critica, introdotto da Robert Venturi all’interno del testo Complexity and Contradiction in Architetture. Nonostante tali premesse, l’operazione critico-interpretativa, qui intrapresa, non persegue una logica cumulativa. Anzi, l’intento è quello di delineare, attraverso la definizione del concetto di inflessione, una zona intermedia, che situandosi sul delicato confine tra autonomia ed eteronomia della cosa architettonica, solleciti una riflessione sulla costruzione di una relazione che non potrebbe che definirsi contestuale, tra architettura e ambiente urbano. In questi termini, l’ipotesi critica che la ricerca vuole sondare riguarda l’intuizione che l’inflessione possa essere interpretata come una strategia relazionale fondata sull’idea che alcune parti di una costruzione alterandosi, e dunque inflettendosi sul piano formale, senza deformarsi o perdere il proprio statuto formale, possano contribuire alla costruzione di una relazione contestuale.
La questione che si cerca di mettere a fuoco è la capacità dell’inflessione di assumere il dato contestuale come fatto eminentemente costruttivo, ricollocando gli elementi preesistenti entro nuove strutture di relazioni. L’inflessione, in questo senso, si configura come una possibile strategia capace di agire sulla relazione tra architettura e città, senza che uno dei due termini venga assoggettato all’altro. Per fare questo, la ricerca propone un radicale cambio di prospettiva sulla nozione di inflessione, provando a verificare come tale concetto, operando tra le cose, definisca la complementarietà tra parti differenti.
La trattazione del tema è articolata in tre capitoli e si fonda su una metodologia comparativa, come evidente dalla struttura dell’indice. Il primo capitolo definisce la dimensione concettuale dell’inflessione e si sviluppa progressivamente attraverso tre momenti: l’indagine sul significato del termine, la ricognizione dello stato dell’arte e, infine, la formulazione di una definizione. Il secondo capitolo si concentra, invece, sulla caratterizzazione di un elemento definibile come inflesso. Tale obiettivo si sviluppa attraverso tre categorie, che da un lato contribuiscono alla costruzione di un quadro teorico di temi attorno al concetto di inflessione, dall’altro definiscono la struttura metodologica dell’analisi, affrontata compiutamente nel terzo capitolo. Quest’ultimo, infatti, si concentra sull’identificazione di alcune modalità dell’inflessione attraverso l’identificazione di due categorie interpretative che operando su una struttura comparativa, cercano di elaborare una lettura critica in grado di definire gli effetti prodotti da un elemento leggibile come inflesso. L’intento non è quello di proporre un ventaglio infinito di possibilità, ma piuttosto di validare un metodo stabile—o, più precisamente, strategico—per intervenire sulla costruzione di una relazione contestuale.