ANDREA DI MANNO

Dottore di ricerca

ciclo: XXXIII


supervisore: Prof. Artemij Keidan, Prof.ssa Maria Carmela Benvenuto

Titolo della tesi: Ordine sintattico e struttura dell'informazione in paleoslavo: la legge di Wackernagel

La presente tesi è uno studio dell’ordine sintattico in paleoslavo e si compone di un’Introduzione, di tre capitoli e delle Conclusioni. Il lavoro è corredato di un’Appendice in cui sono riportati i casi di discrepanza nel posizionamento dei pronomi nel Codex Marianus e nel testo greco e di una Bibliografia delle opere citate. Nell’Introduzione verrà discusso il concetto di paleoslavo e il più ambiguo concetto di canone paleoslavo, evidenziandone la convenzionalità e valutandone l’opportunità di applicazione a studi che esulino dal campo grafico-fonetico e/o morfologico; verrà quindi presentato il corpus utilizzato (Codex Marianus, Codex Zographensis, Codex Assemani, Savvina Kniga, Codex Suprasliensis, Psalterium Sinaiticum, Fogli di Kiev) e verrà discusso il rapporto tra paleoslavo e greco. Il primo capitolo è dedicato allo studio dell’ordine sintattico del paleoslavo: dopo aver illustrato alcuni aspetti di non-configurazionalità del paleoslavo, si tenterà di evidenziare il ruolo che la struttura dell’informazione gioca nell’organizzazione lineare della frase. Nel secondo capitolo verrà discussa la nozione di Legge di Wackernagel e verranno inoltre analizzate le cosiddette “particelle enclitiche” (že, bo, li): mentre že e bo sono dei connettori testuali (collegano, quindi, il segmento testuale in cui appaiono a un segmento precedente) e occupano la seconda posizione anche in un presenza di elemento topicalizzato, li, nella sua funzione di elemento interrogativo, segue l’elemento su cui verte la domanda, che risulta essere focalizzato, e che può a sua volta essere preceduto da un elemento topicalizzato. Il terzo capitolo consiste in un’analisi quantitativa e qualitativa dei pronomi al dativo e all’accusativo nei diversi documenti del corpus. In particolare, verranno evidenziate le significative differenze tra l’utilizzo di forme brevi (tradizionalmente considerate enclitiche, ad es. mi) e forme lunghe (tradizionalmente considerate toniche, ad es. mъně) nei documenti glagolitici e nei documenti cirillici e il differente posizionamento delle forme brevi nei diversi manoscritti, che risulterà essere strettamente legato ai fattori pragmatici esaminati nel primo capitolo. Un ultimo capitolo sarà dedicato alle Conclusioni, dove verranno sintetizzati i punti salienti emersi nelle pagine precedenti.

Produzione scientifica

11573/1473969 - 2020 - Zakon Vakernagelja v staroslavjanskom jazyke
Di Manno, Andrea - 02a Capitolo o Articolo
libro: Druz'ja, slova, tablicy: sbornik statej v čest' 75-letija A. K. Polivanovoj - (978-5-6044025-3-5)

11573/1490040 - 2020 - Translating Connectors: The Case of Old Church Slavonic
Di Manno, Andrea - 04c Atto di convegno in rivista
rivista: REVUE ROUMAINE DE LINGUISTIQUE () pp. 249-260 - issn: 0035-3957 - wos: WOS:000610412800004 (1) - scopus: (0)
congresso: Approaches to Discourse-Relational Devices (DRDs): Textual Connectors, Discourse Markers, Modal Particles (University of Bucharest)

11573/1273529 - 2019 - Gli elementi centum in slavo: una questione controversa
Di Manno, Andrea - 01a Articolo in rivista
rivista: ALESSANDRIA (Alessandria : Edizioni dell'Orso, [2007]-) pp. 213-239 - issn: 2279-7033 - wos: (0) - scopus: (0)

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