Titolo della tesi: Dismissione e rigenerazione urbana. Nuove politiche per il progetto della città
La crisi economico finanziaria, che ha investito il mercato immobiliare a partire dal 2008, ha comportato un radicale ripensamento degli strumenti di gestione della trasformazione del territorio. In particolare il Piano, nelle sue diverse declinazioni temporali e scalari, si è rivelato inadeguato ad affrontare le condizioni eccezionali che la crisi stessa ha generato, stimolando la ricerca di nuovi strumenti progettuali.
Edifici abbandonati e aree dismesse in attesa di valorizzazione, che si presterebbero a diventare laboratori di sperimentazione di nuove pratiche, vengono ad oggi privati della possibilità di essere temporaneamente impiegati ed esclusi da ogni forma di partecipazione attiva di potenziali soggetti emergenti.
Alla luce delle richieste della nuova legge regionale dell’Emilia Romagna 24/2017, l’obiettivo della ricerca è quello di liberare le potenzialità inespresse nei luoghi dell’abbandono al fine di sperimentare nuove strategie e tattiche d’intervento sulla città, contribuendo in tal modo alla definizione di una procedura amministrativa che faciliti il contenimento del degrado e promuova la cultura della rigenerazione urbana.
Partendo da una mappatura prestazionale dei luoghi abbandonati e inutilizzati, al fine di riconoscerne il valore di “bene comune” e permettere agli utenti e ai soggetti attuatori la loro fruizione, si intende pervenire alla identificazione delle domande che la nuova “emergenza” pone alla figura dell’architetto, ridefinendone il ruolo sociale, le competenze e il campo di azione.
Infine la ricerca intende ribadire il primato del progetto nell’indirizzare il sistema delle regole e la riflessione giurisprudenziale, riconoscendo nella realtà fenomenica la capacità di evidenziare da un lato una lacuna nel contesto normativo e dall’altra l’aspirazione ad aggiornarlo, promuovendo un avanzamento della disciplina.