Thesis title: Spazi urbani in divenire. Fra temporaneità e traiettoria temporale: nuove strategie per lo spazio pubblico
Partendo dall’analisi dello stato dell’arte, l’intento di questa dissertazione è quello di indagare se e in quali termini sia possibile individuare nelle diverse accezioni che l’idea di temporaneità dell’architettura può assumere, una nuova strategia progettuale capace di portare risvolti applicativi efficaci nella pianificazione e nell’utilizzo dello spazio pubblico della città contemporanea.
Il contesto storico in cui è radicata e da cui trae nutrimento l’essenza della città contemporanea, costituita da una combinazione di spazi costruiti e società fluide, è quello della città degli anni del post-funzionalismo.
In risposta a una razionalizzazione estrema, accentuata dalla necessità della ricostruzione postbellica, la città inizia a inquadrarsi come un sistema complesso, non più riducibile alla semplice distribuzione funzionale degli spazi e degli edifici, ma come un luogo le cui componenti – la storia, il territorio, le architetture, la società – devono essere considerate in una sintesi dinamica e sempre rivolta verso una potenziale evoluzione.
Sintesi di componenti eterogenee e dinamicità sono due delle proprietà che più caratterizzano la città contemporanea e, in particolare, i suoi spazi pubblici.
Intorno agli anni 2000 per la prima volta gli abitanti della città superano il 50% della popolazione mondiale, dando origine a quella che dagli storici viene definita “la nuova era urbana” . L’interesse verso la città implica necessariamente la loro rilettura in termini teorici e il loro rinnovamento in termini fisici e spaziali.
Sociologi e urbanisti forniscono nuove interpretazioni della città, da cui emerge la necessità, al fine di avere un quadro chiaro dello scenario contemporaneo, di combinare elementi e discipline eterogenei. In questo quadro sembra affermarsi la centralità del discorso sullo spazio pubblico e sul suo rapporto con la vita dei suoi abitanti; rapporto reso più complesso che nel passato dallo stato di “rivoluzione permanente” che caratterizza l’epoca contemporanea.
In questa dissertazione, si considera lo spazio pubblico urbano non nelle sue caratteristiche morfologico-formali, ma nella sua valenza di spazio politico. Questo implica la sovrapposizione di alcune questioni sociologiche legate al rapporto tra città e cittadinanza a quelle di carattere puramente architettonico e urbanistico.
Come costruire un equilibrio tra la solidità degli edifici che danno forma alla città e ai suoi spazi pubblici, stabili nel tempo, e il flusso liquido e rapido con cui si plasmano e si sviluppano le strutture sociali e i modi di vivere è il nodo della questione. Se lo spazio pubblico è il luogo in cui la vita urbana si svolge e in cui una comunità ricerca il proprio modo di esprimersi e rappresentarsi, appare oggi evidente l’inadeguatezza di gran parte delle nostre città al soddisfacimento delle necessità e dei desideri contingenti che animano le proprie società.
Si inquadra la questione del rapporto – in alcuni casi, del distacco – tra urbs e civitas come un problema di carattere temporale, la cui origine risiede nella necessità di stabilire un dialogo tra due parti la cui evoluzione procede, in quanto a velocità, su ordini di grandezza talvolta incompatibili. Questa condizione conduce in alcuni casi alla nascita di episodi di architettura il cui intento è quello di fornire una risposta immediata al verificarsi di una contingenza. Si tratta di interventi leggeri, reversibili, temporanei, la cui realizzazione esula dalla pianificazione urbana e che possono essere interpretati come manifestazione istantanea di una realtà sociale in un preciso momento della sua evoluzione costante.
La scena europea, con particolare riferimento agli anni dal 2000 in poi, è animata da movimenti che, basandosi sull’intersezione tra la disciplina architettonica/artistica e quella sociologica, hanno come intento quello di riconfigurare e attribuire nuovi significati agli spazi della città, in risposta a situazioni contingenti e per una durata che sia limitata nel tempo alla sua effettiva necessità. Si indagano nuove forme e nuovi significati, in un processo dialogico che tiene insieme lo spazio, le relazioni sociali, la pratica e la forma architettonica.
Lo spazio pubblico, il luogo dell’azione, viene letto in chiave temporanea, ma gli interventi operati hanno la prospettiva di trasformare la città e i suoi spazi a lungo termine.
Il progetto temporaneo dello spazio pubblico, nella sua continuità nel tempo, si traduce da progetto che utilizza la temporaneità come istanza ed elemento progettuale a progetto che innesca una traiettoria temporale evolutiva, stabilendo e dando vita a un processo di formazione in costante sviluppo e continua ridefinizione del proprio significato, mai a una forma cristallizzata e finita .
Il fatto che tali pratiche stiano entrando nel dibattito architettonico-politico europeo ci induce a immaginare che questo modo di fare architettura, di fare spazio, possa davvero essere contemplato come una nuova modalità di concepire e di intervenire sulla città contemporanea. Rinunciare all’idea della permanenza come unico valore di un tessuto urbano che si è formato nel corso delle epoche storiche; ammettere che si possano progettare spazi e architetture per una comunità collocata in un punto preciso dello spazio e del tempo e che questi spazi e architetture possano a loro volta scomparire o modificarsi integralmente, sono strategie che possono aprire a scenari urbani futuri del tutto nuovi.