Titolo della tesi: Valutazione di Servizi Ecosistemici di Regolazione in aree urbane: Infrastrutture Verdi, rimozione di inquinanti atmosferici e valorizzazione di soluzioni basate sulla natura per il miglioramento della qualità ambientale
Le Infrastrutture Verdi (IV), costituite da foreste urbane e periurbane e da altri elementi quali i viali alberati, svolgono un ruolo importante per il miglioramento della qualità ambientale all’interno degli ecosistemi urbani (CCN, 2019). Le IV sono in grado di fornire diversi Servizi Ecosistemici contribuendo alla conservazione del Capitale Naturale, cioè “l’intero stock di beni naturali (organismi viventi, aria, acqua, suolo e risorse geologiche) che contribuiscono a fornire beni e servizi di valore, diretto e indiretto, per l’umanità e che sono necessari per la sopravvivenza dell’ambiente stesso da cui sono generati” (CCN, 2017).
L’impatto esercitato dall’uomo porta a delle modificazioni ambientali rilevanti, che spesso si riflettono in una riduzione della qualità dell’aria, nell’aumento delle temperature urbane (soprattutto nei mesi estivi) e in ulteriori tipi di inquinamento, quali quello acustico e luminoso. Quanto detto si verifica soprattutto all’interno delle aree con un tessuto urbano denso, influenzando in maniera negativa la qualità della vita e il benessere dell’uomo.
In virtù di quanto affermato dalle Nazioni Unite, la popolazione urbana nel 2050 sarà pari al 68% di quella mondiale: è perciò necessario agire immediatamente verso un miglioramento della qualità ambientale nelle aree urbane.
In tale contesto, l’Unione Europea ha in più occasioni incentivato il ricorso alle Nature-based Solutions (NBS), ovvero “soluzioni ispirate e supportate dalla natura, economiche e che apportano benefici ambientali, sociali ed economici” (EC, 2013). Le NBS favoriscono la conservazione e l’incremento del Capitale Naturale e possono facilitare la transizione verso un’economia green. Una strategia di grande efficacia è quella relativa al potenziamento delle cosiddette Infrastrutture Verdi (EC, 2013). Tuttavia, il ricorso alle NBS e alle IV è molto complesso e spesso ostacolato, tra le altre cose, dalla carenza di ricerche sperimentali e di dati quantitativi in grado di supportare i policy-makers.
Per colmare il gap conoscitivo relativo ai Servizi Ecosistemici (SE), un numero sempre maggiore di lavori scientifici viene pubblicato ogni anno; tuttavia, affinché questi possano essere utilizzati come strumento di supporto in fase di pianificazione urbana, dovrebbero includere tutta una serie di considerazioni di carattere non solo ambientale, ma anche economico e sociale, e questo non accade frequentemente.
Per molti anni, grazie anche all’impulso fornito da iniziative quali il Mapping and Assessment of Ecosystems and their Services (MAES) working group (Maes et al., 2013), la mappatura dei Servizi Ecosistemici è stata intesa come stima della quantità di SE fornito all’interno di una data area. Tuttavia, proprio per sopperire alla necessità di produrre dati che possano supportare il processo di pianificazione urbana, negli ultimi anni si sono configurati i concetti di supply e di demand per i Servizi Ecosistemici. Il primo fa riferimento alla fornitura di SE, mentre il secondo è definito come la quantità/qualità di SE richiesta e/o desiderata dalla società. L’approccio che include la mappatura contestuale di questi due elementi permette di identificare le aree all’interno delle quali si verifica il cosiddetto mismatch, ovvero uno scompenso tra il livello della domanda rispetto a quello di fornitura per un dato SE.
L’obiettivo di questo Dottorato di Ricerca è stato quello analizzare il ruolo svolto dalle Infrastrutture Verdi nel miglioramento della qualità ambientale all’interno di aree urbane. Nel corso dei tre anni, sono stati sviluppati e applicati diversi approcci per la mappatura di alcuni SE di regolazione di grande importanza, quali la rimozione di inquinanti atmosferici operata dalla vegetazione e la mitigazione dell’effetto Isola di Calore urbana. Inoltre, attraverso la mappatura contestuale di supply e demand per questi SE, è stato possibile identificare, utilizzando il Comune di Roma come caso di studio, le aree all’interno delle quali è necessario un intervento prioritario di potenziamento delle IV urbane.
I nostri risultati, supportati anche da valutazioni monetarie dei SE, mostrano che il ruolo delle IV per il miglioramento della qualità dell’ambiente urbano non è assolutamente trascurabile; le IV hanno infatti la capacità di rimuovere dall’atmosfera grandi quantità di Particolato atmosferico e Ozono troposferico e possono mitigare le elevate temperature estive e le ondate di calore, che stanno diventando sempre più frequenti in seguito ai cambiamenti climatici in atto.
Il lavoro svolto ha comportato lo sviluppo di un modello replicabile in altri contesti urbani per analizzare la fornitura e la domanda di SE e le loro relazioni sul territorio urbano. I risultati di questi studi, in accordo con quanto affermato nella Strategia Europea sulla biodiversità per il 2030, possono contribuire allo sviluppo di un piano di rinverdimento delle città con più di ventimila abitanti; in ultimo esso è adatto al monitoraggio periodico delle politiche adottate dalle Pubbliche Amministrazioni in chiave di Servizi Ecosistemici.
Parallelamente, essendo le stime satellitari di Leaf Area Index frequentemente utilizzate all’interno dei modelli biofisici per la rappresentazione cartografica dei Servizi Ecosistemici, è stata avviata una campagna di rilevamento del LAI all’interno della Tenuta Presidenziale di Castelporziano. L’obiettivo è quello di produrre un confronto tra le misure condotte in campo e le stime ottenute dal satellite Sentinel-2 in ambito forestale, ancora assente per le aree a clima Mediterraneo.