Titolo della tesi: Un approccio valutativo globale dell’accordo pubblico - privato per interventi di trasformazione urbana: condizione limite di convenienza della key variable quale parametro di sostenibilità
Il framework valutativo proposto ha inteso porsi in maniera quanto più inclusiva e flessibile, rispetto alla generalità degli interventi insediativi in ambito urbano che possono presupporre un accordo pubblico-privato e, di conseguenza, un duplice scenario d’intervento CON/SENZA accordo.
Dal punto di vista concettuale, il framework viene impostato sulla base di alcuni elementi ritenuti essenziali e dirimenti, per la valutazione dell’accordo, che superano un’ottica strettamente ancorata alla dicotomia fra pubblico o privato, all’opera o all’interesse perseguito come al capitale da investire e all’iniziativa promossa. Anche la categoria dell’accordo partenariale diventa un’opzione tra le possibili alternative, che non preclude la possibilità di una risposta valutativa parimenti valida e coerente con l’articolazione della procedura stessa.
Per questo, anche in raffronto alla metodologia del Value For Money e del Public Sector Comparator, da cui pure trae spunto, ne amplia la portata applicativa oltre l’ambito stesso del PPP, cui questi metodi di valutazione sono spesso utilizzati, e introduce alcuni ordini di generalizzazione, reinterpretandone la strategia valutativa.
Significativa, in tal senso, la definizione della Key Variable, oggetto di valutazione, che può essere individuata fra le grandezze economico-finanziarie più significative e/o rappresentative dell’intervento o dell’accordo ipotizzato: questa variabile chiave (VAR) può essere identificata, a seconda del tipo di accordo prefigurato e oggetto del quesito valutativo,, come Canone Integrativo di Disponibilità o Canone leasing (quali oneri per la PA), per interventi in PPP, o come Contributo Straordinario di Urbanizzazione (quale introito per la PA), per interventi in Variante Urbanistica, o ancora come durata della concessione di un’infrastruttura pubblica ecc.
La VAR, in realtà, più che l’oggetto della valutazione in senso stretto, funge da parametro rispetto al quale verificare la convenienza e sostenibilità dell’accordo medesimo e dell’equilibrio economico-finanziario che lo sorregge. Inoltre, essa nel framework è assunta come valore-limite (superiore o inferiore) che delimita il perimetro di convenienza e che deriva da una condizione (analitica) di “indifferenza” della scelta tra gli scenari d’intervento CON e SENZA accordo.
Con il framework proposto la “convenienza” dell’accordo, almeno in termini finanziari, viene analizzata primariamente nell’ottica della PA, quale portatrice di interessi collettivi, ma è poi necessariamente coniugata nell’ottica di appetibilità per il mercato e di sostenibilità reciproca del settore pubblico e privato.
Dal punto di vista operativo, l’applicazione del framework a due casi di studio “limite” – appositamente selezionati fra quelli tipicamente riconducibili agli strumenti di LVR e PPP – ha dimostrato sia l’adattabilità a diverse tipologie di intervento (e/o forme contrattuali), fra loro apparentemente distanti, sia l’efficacia dell’apparato valutativo, finalizzata sostanzialmente a verificare la sostenibilità dell’ipotesi finanziaria di accordo che risulti in partenza più conveniente per la PA.