ALESSANDRA REA

Dottoressa di ricerca

ciclo: XXXVII


supervisore: Sabine Koesters Gensini
co-supervisore: Maria Roccaforte

Titolo della tesi: La lettura e la comprensione del maschile non marcato nei nomi di professione: uno studio in prospettiva cognitiva e di genere.

Introduzione La presente tesi si articola intorno a uno studio sperimentale condotto su un campione di studenti e studentesse delle università italiane. Prima di illustrare il disegno sperimentale, saranno affrontati i temi e le questioni teoriche che costituiscono le basi dell'indagine. Da un lato, la rivalutazione del versante ricettivo nella comunicazione, dall'altro l'emergere di una consapevolezza scientifica e collettiva riguardo alle implicazioni sociali delle scelte linguistiche hanno messo in crisi paradigmi consolidati. Questi paradigmi, sostenuti a lungo, avevano oscurato la complessità di alcuni fenomeni e la necessità di un approccio interdisciplinare per un’analisi esaustiva degli stessi. 1) Un processo non lineare: dalla rivalutazione del ruolo del ricevente all’elaborazione di metodologie atte a misurare la comprensione Nel primo capitolo si percorrerà brevemente la tradizione che ha condotto le scienze linguistiche, e non solo, a mettersi ‘dalla parte del ricevente’ (De Mauro, 1988, pp. VII-IX). A partire dalla rivalutazione della ricezione, si illustreranno alcune caratteristiche di questo versante della comunicazione. Il superamento dei modelli cosiddetti ‘non lineari’ della comunicazione ha ridotto l’asimmetria tra studi sulla produzione e studi sulla ricezione, ravvisabile peraltro anche nei campi lessico-semantici delle lingue indoeuropee, e ha portato la letteratura sul tema a individuare un processo cognitivo più profondo, che implica la ricostruzione del senso del messaggio da parte di chi lo riceve: la comprensione. Saranno presentati alcuni tra i paradigmi attraverso cui si è cercato di rappresentare questo processo cognitivo, fino a illustrare alcuni elementi e alcune applicazioni del tracciamento oculare con cui la letteratura sul tema cerca di superare le difficoltà metodologiche date dall’impossibilità di studiare direttamente l’oggetto della comprensione. 2) Il genere Nel secondo capitolo saranno scandagliate le diverse sfaccettature del genere, intendendolo dapprima come categoria grammaticale, poi considerando sia la sua natura lessicale sia quella sociale e le rispettive implicazioni sul piano della lingua e, di conseguenza, su quello della categorizzazione della realtà. Infatti, a partire dalla categoria linguistica del genere grammaticale è possibile osservare come il linguaggio rifletta le differenze di genere con cui si è soliti classificare il reale (Violi, 1986, p. 11). Tali differenze sono riconducibili a due dimensioni, il sesso e il genere (Fusco, 2012), di cui sarà chiarita la diversa origine concettuale e la necessità di impiegare l’uno o l’altro termine a seconda della sfera cui si vuole far riferimento. In questo capitolo sarà illustrato il quadro teorico che ha condotto all’elaborazione del disegno sperimentale per lo studio presentato successivamente. Si approfondirà principalmente il genere inteso come categoria grammaticale a partire dalla trattazione di Greville Corbett (1991) e dalla sua classificazione delle lingue in base ai criteri di assegnazione del genere. Si tratteranno anche i problemi legati all’accordo tra controllore e determinanti o modificatori, il rapporto tra genere grammaticale e sesso del referente umano o animato designato. Inoltre, saranno presentate altre voci della letteratura sul tema per evidenziare le criticità di una classificazione che non si risolve nella netta suddivisione tra sistemi linguistici imperniati su criteri semantici di assegnazione del genere e sistemi basati su criteri formali (Nesset, 2006; Rice, 2006). In seguito, si proietteranno le questioni di cui sopra sulla lingua italiana, dove i valori della categoria grammaticale di genere sono il femminile e il maschile. Questi valori non sono sempre indicati da morfemi specifici che possono essere segmentati e individuati nel significante di un nome. A volte, infatti, si risale al genere solo considerando le desinenze obbligatorie dei target di accordo (Doleschal, 2006, p. 49; Thornton, 2005, pp. 57-58). Dopo la discussione relativa ai criteri di assegnazione del genere in italiano, si passerà all’osservazione del comportamento dei diversi tipi di nomi e al loro rapporto con il sesso del referente tramite la suddivisione elaborata da Thornton (2022). La classificazione dei tipi di nomi in italiano sarà poi analizzata alla luce dell’intersezione tra la categoria grammaticale del genere e il sesso del referente umano. Lo sfondo teorico di partenza sarà quello presentato da Alma Sabatini, studiosa che sembra aver introdotto in Italia il dibattito sul sessismo linguistico con l’opera Il sessismo nella lingua italiana (1987). 3) Studio sperimentale Nel terzo capitolo saranno illustrati alcuni studi psicolinguistici condotti su altre lingue, quali l’inglese, il francese, il tedesco e il cinese che hanno indagato il rapporto che intercorre tra le informazioni stereotipiche e/o grammaticali di cui è portatrice una determinata scelta linguistica (in questo caso quella del maschile non marcato) e l’interpretazione percepita dalla comunità parlante. In particolar modo, è stato dimostrato che le persone hanno difficoltà a immaginare referenti femminili quando si usa la forma plurale maschile degli agentivi (nelle lingue con marcatura di genere), anche quando il nome di professione a livello stereotipico alluderebbe al sesso femminile (Gygax – Gabriel – Sarrasin, 2008). Diversamente, nelle lingue che non presentano marcatura di genere nella forma dei nomina agentis ciò che condiziona le rappresentazioni mentali della comunità di parlanti è la conoscenza stereotipica extralinguistica (Gygax – Gabriel – Sarrasin, 2008; Xu & Sturt, 2023). L’italiano è una lingua con marcatura grammaticale di genere che usa criteri fonologici, in aggiunta a quelli semantici, per indicare il genere di una parola (Thornton, 2013: 56-57). I generi grammaticali previsti dalla lingua italiana sono due, maschile e femminile ed è uso comune impiegare il primo come iperonimo quando il gruppo di persone a cui si fa riferimento è composto da uomini e donne. Si ritiene interessante studiare l’ipotetica relazione fra lingua, genere e realtà, attraverso l’analisi di questa specifica scelta linguistica (e culturale). Il tema è correlato con la teoria nota con il nome Ipotesi Sapir-Whorf (Whorf, 1956) e con studi più recenti che hanno riproposto e rielaborato la prospettiva del determinismo linguistico nella sua interpretazione cosiddetta “debole” (Li & Gleitman, 2002; Flaherty, 2001). Non sarà questa la sede per discutere circa il primato filogenetico e ontogenetico fra il linguaggio e il pensiero, ma si intende considerare questi due elementi nel loro rapporto di scambio e arricchimento reciproco. L’oggetto del progetto di ricerca si ispira, come anticipato poc’anzi, al saggio di Alma Sabatini - Il sessismo nella lingua italiana (1987) -, con lo scopo di mostrare come le scelte linguistiche possano condizionare il processo di comprensione. Infatti, l’uso del maschile non marcato in relazione a un gruppo composto da donne e uomini può creare ambiguità a livello sintattico e semantico (Fusco, 2020). In questo capitolo sarà presentato il disegno sperimentale. Il compito di lettura consta di 72 coppie di frasi semplici (di cui la metà sono distrattori), in cui la prima presenta un gruppo di persone usando un nome di professione declinato al maschile plurale. Gli agentivi proposti sono stati scelti fra quelli di una lista elaborata da un gruppo di ricerca che ha indagato la percezione della comunità parlante riguardo a 422 nomi di professione in sette lingue, fra cui l’italiano (Miserky, Gygax et al., 2014). Si è deciso di scegliere solo gli agentivi etichettati da Thornton (cfr. par 2) come simmetrici, così da limitare le variabili, in particolare i condizionamenti inconsci causati dal singolare dei nomina agentis in questione. Tra gli agentivi scelti, ci sono 12 agentivi ritenuti (secondo lo studio di Miserky, Gygax et al.) stereotipicamente femminili, 12 considerati stereotipicamente maschili e 12 neutri. Nella seconda frase di ogni coppia si specifica che nel gruppo di persone presentato precedentemente ci sono una parte di uomini o una parte di donne. Il compito di lettura è stato somministrato tramite un questionario creato con un software dedicato (PCIBEX), in grado di registrare - oltre alle risposte - i tempi di lettura e di reazione. Dopo aver mostrato ai partecipanti le due frasi, una dopo l’altra, si chiede di valutare se la seconda è una continuazione coerente della prima, premendo il pulsante del sì o quello del no sulla tastiera (tecnica self-paced reading). Le seconde frasi delle 36 coppie sono state divise in due liste: ogni lista contiene una continuazione per ogni condizione (uomini o donne), con un numero uguale di continuazioni con donne e con uomini nel totale. In questo modo il campione è praticamente diviso in due gruppi e sarà possibile analizzare le risposte per ogni coppia di frasi al variare di un’unica condizione (uomini o donne nella seconda frase, data la stessa prima frase). L’esperimento è preceduto da un breve questionario anamnestico in cui si chiedono il sesso, l’età, l’area scientifico-disciplinare di afferenza e la regione italiana di provenienza. L’analisi dei risultati ha confermato le aspettative previste dal quadro teorico-metodologico descritto da Gygax et al., 2008 e Xu – Sturt, 2023. Infatti, in italiano, come in francese e in tedesco (lingue con marcatura di genere nei nomi professionali) ci sono più risposte affermative quando nella seconda frase la condizione è uomini, a prescindere dallo stereotipo (maschile, femminile o neutro) presente nella prima frase. Ciò è in contrasto con quanto accade in inglese e in cinese (lingue senza marcatura di genere), in cui il campione risponde in accordo con la credenza stereotipica riguardo al nome di professione proposto (Gygax et al., 2008, p. 476).

Produzione scientifica

11573/1710731 - 2024 - Rappresentare e misurare la comprensione: dalla rivalutazione del ruolo del ricevente alla ricerca con l'eye-tracking
Rea, Alessandra - 02a Capitolo o Articolo
libro: Quaderni del Dottorato in Scienze documentarie, linguistiche e letterarie. 2.Prismi - (9791256001248)

11573/1715830 - 2024 - La "lingua delle donne" nella coscienza linguistico-letteraria di Sibilla Aleramo: realtà o costruzione sociale?
Rea, Alessandra - 02a Capitolo o Articolo
libro: I dati linguistici-Metodologie e strumenti della ricerca - (9788860327512)

11573/1686627 - 2023 - La consapevolezza delle scrittrici riguardo all'esistenza della "lingua delle donne": un'analisi in prospettiva linguistica
Rea, Alessandra - 01a Articolo in rivista
rivista: RIVISTA DI PSICOLINGUISTICA APPLICATA (Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali) pp. 93-107 - issn: 1592-1328 - wos: WOS:001065118700006 (0) - scopus: 2-s2.0-85174508682 (0)

11573/1672064 - 2022 - La lingua come strumento identitario: l'influenza delle scelte linguistiche sulla trasmissione degli stereotipi di genere.
Rea, A. - 01a Articolo in rivista
rivista: PALIMPSEST (Goce Delcev University, Faculty of Philology, Stip, Republic of Macedonia PALIMPSEST EDITORIAL COUNCIL Faculty of Philology Krste Misirkov 10-A P.O. Box 201 MK-2000, Stip, Macedonia) pp. 15-26 - issn: 2545-3998 - wos: (0) - scopus: (0)

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