XIAOMIN JIN

Dottoressa di ricerca

ciclo: XXXII



Titolo della tesi: Garden of Ninfa, from “l’Etre” to “Vivre” -- A case study of the Garden of Ninfa, and a confrontational interpretation of the garden via the the traditional idea of the garden in the Chinese culture

Ninfa è un giardino paesaggistico all'inglese e al tempo stesso un parco archeologico che si trova nella campagna sud-ovest di Roma, nell'area pontina. L'antica città di Ninfa può esser fatta risalire temporalmente all'epoca romana, quando probabilmente era un centro religioso dedicato al culto della dea Ninfa. Durante il medioevo la città sorse come centro residenziale con una doppia cinta muraria. La famiglia Caetani assunse la signoria di Ninfa, anche dei dintorni e delle città vicine, come Cisterna, Sermoneta, Fondi, ecc., fin dalla fine del XIII secolo. Purtroppo la città fu abbandonata e spopolata a causa dei conflitti all'interno dell'area pontina. Anche se i Caetani hanno costruito la fortezza e il castello con l'iconica torre alta e un giardino murato sul lato del Lago di Ninfa, durante questo periodo il luogo scarsamente popolato. Dopo un lungo declino, dalla fine dell'Ottocento Onorato Caetani e la moglie inglese Ada Bootle-Wilbraham decisero di portare i propri figli a Ninfa, e da allora iniziò la loro attività di rigenerazione di questo misterioso sito di rovine medievali coperte dalle edere e da altra vegetazione selvatica. La bonifica delle paludi pontine (bonifica di Agro Pontino) promossa dal governo Mussolini negli anni '30 (nonostante questo progetto fosse stato promosso più volte nella storia) ha finalmente aiutato l'area pontina a uscire dall'ombra delle paludi e delle pestilenze. Gelasio Caetani insieme alla madre Ada iniziò a piantare cipressi, pini cembri, rose, bambù e altre piante da giardino in questo sito abbandonato. Successivamente, Roffredo Caetani con la moglie americana Marguerite Chapin, e la figlia Lelia Caetani con il marito inglese Hubert Howard, passo dopo passo, hanno trasformato l'intero sito in un pittoresco giardino archeologico all'inglese, con un'incredibile varietà di alberi esotici, arbusti fioriti, erbe aromatiche, in perfetta simbiosi con le rovine medievali. L'anno 2020 il giardino di Ninfa ha compiuto il suo centenario. Dopo la scomparsa dell'ultima Caetani, Lelia, e del marito, che la seguirà dieci anni dopo, l'attività di giardinaggio e amministrazione dell'intero compendio passò alla Fondazione Roffredo Caetani. Il Giardino di Ninfa, in quanto giardino storico, secondo la definizione data dalla nella Carta di Firenze del 1981, è propriamente un monumento “vivente”, con tutte le piante del giardino deperibili e rinnovabili. Inoltre, i resti medievali presenti nel sito, in quanto intimamente conviventi con la vegetazione, sono indubbiamente condizionati dal ciclo di vita delle piante. Col passare del tempo il nucleo del giardino, come la struttura paesaggistica determinata dal modello urbano, che è stato plasmato in armonia con la città in rovina, può essere mantenuto e conservato, ma bisogna anche ammettere che molte cose sono cambiate durante questo processo: alcune strutture medioevali che abbiamo trovato nelle foto storiche di Ninfa potrebbero essere già andate perdute o modificate perennemente e forse non potranno mai essere restaurate. Ma d'altronde, grazie alle piante del giardino, si possono sperimentare molte più cose di un semplice sito archeologico, come il senso accresciuto delle vicissitudini, gli echi di storie mitiche di epoca romana e le leggende, e anche qualcosa di più, come il ricordo e la riconsiderazione del rapporto tra attività umane e natura in una dimensione temporale e spaziale convissuta. Quindi, quando ci confrontiamo con la complessità della comprensione e della conservazione di Ninfa, dobbiamo considerare seriamente sia i problemi comuni dei siti archeologici e dei giardini storici, sia l'equilibrio del vivere insieme di questi due, e anche porre attenzione a come non distruggere la delicata atmosfera della loro coesistenza. Allo stesso tempo dobbiamo affrontare i trascorsi graduali, forse minuscoli ma inarrestabili delle rovine architettoniche, una cosa che non è solo un problema tecnico di lavoro di rilevamento, documentazione e restauro delle rovine o lavori di giardinaggio. Con la mia tesi di Dottorato ho proposto di esplorare più concetti di conservazione e mi sono posta domande sul valore del monumento e della vegetazione in questo caso unico. Ecco perché ho pensato di fare uno studio comparativo sull'idea di “Yi-jing” nei giardini tradizionali cinesi, il che significa non vedere le somiglianze e le differenze del giardino di Ninfa e dei caratteri del giardino cinese, ma provare a immaginare una nuova prospettiva dell'interpretazione di Ninfa, attraverso la lente di “Yi-jing”. Ho ricavato questa idea dal concetto differenziato e dal passaggio da “l'Etre” al “Vivre”, che ho preso in prestito dal filosofo francese François Jullien, poiché “l'Etre” rimanda ai consueti approcci deterministici per esaminare il valore storico ed estetico di un monumento nel contesto occidentale, mentre "Vivre" si riferisce all'approccio fluido "Yi-jing" tipicamente cinese. Questo per tentare di capire, grazie alla comparazione, come un essere umano si trovi nel sito di Ninfa, per usare se stesso come agente in grado di interpretare lo spirito del sito e il dialogo tra lo spettatore e lo spazio circostante. Il primo concetto esamina l'“essere” dei monumenti, la loro autenticità; mentre l'altro percepisce l'esperienza “vivente”, scorrevole, nel sito, quindi la risonanza spirituale ed emotiva tra l'umano e il luogo. La parte principale della tesi si compone di due parti. La prima parte, e la maggior parte della ricerca, è incentrata sull'interpretazione del sito storico e del giardino di Ninfa secondo la prospettiva della differenza e del passaggio da "l'Etre" a "Vivre". Il primo capitolo tratta generalmente la storia di Ninfa, nella trasformazione da un luogo religioso, a una città militare e residenziale, e infine a un giardino paesaggistico all'inglese. Il secondo capitolo esplora il giardino a diverse scale e dimensioni spazio-temporali. In primo luogo, grazie alla dedizione delle ultime generazioni dei Caetani, il giardino di Ninfa si insedia su un ricco fondo dell'antica famiglia, e si avvale della contemporanea situazione socio-economica della famiglia, e di Roma, e dei dintorni del sito. Quindi questa sezione intende esplorare le condizioni sociali a Roma in evoluzione in quel momento, e le connessioni di diversi membri della famiglia con Ninfa, alcune delle quali forse non così evidenti o non influenti così direttamente sul processo di formazione del giardino, altre realmente irriconoscibili. La seconda sezione del capitolo è estesa a una scala più ampia, ovvero, considerando Ninfa definita come un giardino all'inglese, tenta di spiegare come il gusto del "pittoresco" penetrato nel sistema europeo e inglese del giardinaggio paesaggistico e del paesaggio stesso, e soprattutto come un tale gusto è arrivato fino alla famiglia e nel sito di Ninfa. Bisogna fare attenzione al fatto che il "pittoresco" qui a Ninfa può essere diverso da quello della teoria del giardino inglese che già conosciamo, e può assumere una sua unicità a causa delle condizioni locali e della situazione materiale del sito. La terza sezione di questo capitolo è dedicata allo studio di Ninfa e della vegetazione dal punto di vista della storia complessiva, in particolare nello per quanto riguarda lo scambio di piante dalla Cina. La discussione sullo scambio globale è anche la base materiale per un possibile parallelo scambio e riferimento di idee che verranno discusse nella sezione seguente. Nell'odierna situazione accademica altamente sviluppata dello scambio di informazioni, non è un fatto certo che lo scambio di idee tra Paesi e culture diverse non possa avverarsi senza scambi materiali, o in altre parole, non è accertato che lo scambio materiale debba essere un prerequisito necessario per lo scambio culturale. Ma ora che c'è già uno scambio materiale sulla coltivazione delle piante da giardino, vale la pena di guardare con una nuova lente o provare un nuovo approccio all'interpretazione culturale e del giardino. L'ultima sezione del secondo capitolo è incentrata su questo nuovo approccio, per provare a rileggere il giardino e l'immaginario locale del sito, per trovare possibili nuove connessioni tra i visitatori e il sito, per arricchire il significato e il valore di Ninfa e per arricchire gli stessi spettatori. La seconda parte della tesi è incentrata sulla trattazione teorica della conservazione e del restauro del giardino storico-artistico e del paesaggio. Sia l'Italia che la Cina hanno una propria lunga tradizione nel piacere e nella conservazione del giardino storico. Ma a seguito della modernizzazione e dell'occidentalizzazione, la legislazione e il metodo di lavoro della conservazione del giardino sono stati fortemente influenzati dagli standard mondiali della teoria del restauro, e in questo la Cina è un esempio tipico, ma non l'unico. Grazie alle ricerche volte nella della parte precedente, quando torniamo a pensare ai problemi teorici della monumentalità “abitativa” dei giardini, nonostante dall'indagine sull'autenticità del sito e sulla condizione abitativa dei giardini, possiamo aggiungere un nuovo modo di ispezionare il valore del luogo, di osservare e percepire lo “Yi-jing” del sito, esplorando il rapporto tra lo spettatore e il sito, e possiamo trovare un atteggiamento spirituale più flessibile di intendere e restaurare il giardino, in modo che lo il visitatore possa avere un dialogo e una connessione con il sito. Parole chiave: Giardino di Ninfa, Caetani, rovine, vegetazione, giardino paesaggistico all’inglese, pittoresco, bambù, garden cinese, “Yi-jing”, conservazione del giardino storico

Produzione scientifica

11573/1622507 - 2021 - The mis-named ‘Chinese Garden’ in Ninfa
Jin, Xiaomin - 02a Capitolo o Articolo
libro: East Asian Architecture in Globalization - (978-3-030-75936-0; 978-3-030-75937-7)

11573/1622509 - 2021 - ‘Restauro Critico’ of historic gardens and landscapes. Examplified by the garden of Ninfa in Italy
Jin, Xiaomin - 01a Articolo in rivista
rivista: JIANZHU YICHAN (Beijing : Kexue Chubanshe, 2016-) pp. 62-77 - issn: 2095-7289 - wos: (0) - scopus: (0)

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